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Ige 2024, women empowerment in gaming obiettivo per gioco pubblico e casinò

19 aprile 2024 - 10:11

All'Ige 2024 focus sulle donne protagoniste nelle imprese di gioco e nei casinò nella tavola rotonda sul women empowerment nel gaming.

Scritto da Amr
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Roma – Un tema al centro del dibattito e dell’attenzione sia nel settore del gioco pubblico che dei casinò. È il women empowerment in gaming, oggetto della tavola rotonda organizzata nella seconda giornata dell’Italian gaming expo & conference 2024, in corso al Palazzo dei congressi a Roma.

Ewa Bakun, director of industry insight and engagement di Clarion Gaming, moderatrice della travola rotonda, sottolinea come “sia importante parlare di questo tema e portare l’esperienza delle donne e dei diversi gruppi meno rappresentati”, ma anche, dati alla mano, come “la maggiore diversità offre anche dei benefici commerciali”.

Immacolata Romano, direttrice relazioni istituzionali di Codere Italia, porta dei dati, riferiti al 2022, che fotografano la situazione italiana: 9,5 milioni di donne occupate a fronte di 13 milioni di uomini, il tasso di occupazione delle donne che hanno figli minori di 6 anni è del 55,5 percento a fronte del 76,6 percento di quelle senza figli: “Le donne non sono abituate a chiedere, il potere fa paura e siamo noi stesse a limitarci in particolari atteggiamenti”.

Letitia Fontana, media relations WorldMatch, ricorda con piacere come proprio ieri sera, nell’ambito degli Italian gaming awards l’azienda abbia vinto il premio come azienda più inclusiva e quanto al percorso delle donne sottolinea: “La generazione precedente ha spianato la strada a noi”.

Il punto di vista dei casinò è portato da Marilena Semeria, coordinatrice nazionale case da gioco Fisascat Cisl: “Trovo piacevole vedere come altre realtà hanno altre problematiche e vivono la situazione in maniera diversa, io rappresento una nicchia rispetto al gaming in Italia e nel mondo, vorrei che il nostro comparto fosse punto focale all’interno di meccanismo molto più ampio”.
Sul discorso della parità di genere, “al Casinò Sanremo, dove lavoro come croupier, questo problema lo abbiamo largamente superato, ma prima era un contesto totalmente maschile e le donne non potevano lavorare come croupier. È iniziato un percorso doloroso ma oggi la presenza delle donne non è soltanto rilevante, ma anche in posizioni importanti e può costruire assieme agli uomini le prerogative del lavoro che va a fare, così che non viene più individuata nel genere ma nel ruolo”.

Anche Simona Dutto, key account manager Emea di Gli Italy, sottolinea: “Negli anni ho visto aumentare il numero delle donne nel mondo del gaming, a livello manageriale in Gli è ancora basso ma non ci abbattiamo e collaboriamo con gli uomini per fare crescere l’azienda”.
Una situazione diversa in casa Codere Italia, come racconta Romano: “C’è una folta rappresentanza femminile e siamo l’unica azienda che ha due direttrici di sale bingo, non c’è questa aspettativa per cui determinati ruoli debbano essere coperti necessariamente da uomini. Io sono una donna e posso dimostrare serenamente, come fa un uomo, che posso rivestire determinati ruoli, a mio modo, non scopiazzando la leadership maschile”.
Fontana sottolinea come nelle aziende si debba parlare “non di quantità, ma di qualità della presenza femminile” e Semeria focalizza l’attenzione sul valore aggiunto che le donne possano dare nella contrattazione collettiva, “qualcosa che sembra asettico ma non lo è, il contratto di lavoro determina la vita delle persone, credo che la donna quando possa determinare dei cambiamenti”.
Dutto evidenzia come in Gli “si cerca di costruire dei programmi di inclusione sia per le donne che per le nazionalità che vengono incluse, accettate, ascoltate: da noi ci sono 47 nazionalità diverse come dipendenti, solo nell’ufficio di Bologna 6 nazionalità, è tutto mirato al crescere insieme e al valorizzarsi”.

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