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Truffa slot, respinta richiesta di risarcimento a ex finanziere per danno all’immagine

12 novembre 2013 - 11:04

La Corte dei Conti, sezione giurisdizionale di Bolzano, ha respinto la richiesta della Procura regionale, che aveva citato in giudizio un ex maresciallo della Guardia di Finanza chiedendo che fosse condannato al risarcimento di 20mila euro per avere arrecato un danno all’immagine del Corpo in relazione a una vicenda per il quale era già stato condannato a due anni di reclusione e 1.200 euro di multa.

Scritto da Amr
Truffa slot, respinta richiesta di risarcimento a ex finanziere per danno all’immagine

L’ex finanziare aveva tra l’altro concorso con altro soggetto alla manutenzione, riparazione e clonazione degli apparecchi slot machine di una società, occultando con “artifizi e raggiri” gli incassi delle predette Slot, e aveva anche alterato “il funzionamento del sistema telematico di trasmissione dei dati dei contatori degli apparecchi da gioco, procurando a loro stessi un ingiusto profitto rappresentato dalla sottrazione dell’imposta dovuta nella misura del 13,5% (Preu) sul totale degli incassi derivanti sull’apparecchiatura da intrattenimento e da versare all’Aaams con pari danno per quest’ultima”.

LA SENTENZA - Nella sentenza si fa notare come l’uomo, all’epoca dei fatti, “non fosse più in servizio attivo presso la Guardia di Finanza. Sembra potersene dedurre che la Procura abbia promosso la presente causa sull’assunto che ‘il sottufficiale in congedo assoluto… conserva il grado e l'onore dell’uniforme’. Siffatto assunto appare in via generale condivisibile.

Si pensi al caso del militare in pensione che, millantando conoscenze, promette verifiche fiscali compiacenti: opina il Collegio che una tale condotta sarebbe invero idonea a ledere l’immagine del Corpo di appartenenza.

Gli è però che, nella specie, avuto riguardo ai riferiti comportamenti imputati al XXX, non si rinviene il necessario connotato di “occasionalità necessaria tra gli illeciti commessi e la ‘qualifica’ rivestita” richiesto in materia dalla giurisprudenza, connotato da intendersi “nel senso che quegli illeciti non avrebbero avuto possibilità di esecuzione se l’interessato non avesse rivestito quella qualifica e non l’avesse ‘spesa’ nell’occasione”. Ne consegue, con ogni evidenza, che l’azionata pretesa deve essere respinta”.

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