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Barbaranelli (La Sapienza): “Una corretta informazione e comunicazione per il gioco responsabile”

20 novembre 2013 - 14:43

Milano – “Il gioco d'azzardo rappresenta un fenomeno che sta suscitando grande allarme sociale e interventi da parte delle istituzioni”. Lo evidenzia del suo intervento al convegno di oggi organizzato da Confindustria Sistema Gioco Italia Claudio Barbaranelli, professore ordinario di psicometria all’Università la Sapienza di Roma.

Scritto da Ac
Barbaranelli (La Sapienza): “Una corretta informazione e comunicazione per il gioco responsabile”

“Il Dipartimento delle Politiche Antidroga stima in circa 6.000 gli italiani in trattamento per ‘gioco patologico’ nelle strutture pubbliche. Si tratta di giocatori che evidenziano un disordine che consiste in frequenti e ripetuti episodi di gioco d’azzardo che dominano la vita e che portano alla compromissione dei valori e degli impegni sociali, lavorativi, materiali, e familiari.

Se questo è il numero dei giocatori che manifestano una forma di gioco patologica, è importante avere una stima di quanti sono gli italiani che mostrano un modo di giocare problematico, che può esporre al rischio di sviluppare una vera e propria patologia. È importante altresì individuare quali sono le principali caratteristiche dei giocatori problematici, e quali sono i principali fattori di rischio e di protezione verso il gioco problematico”.

 

LA RICERCA 2012 – “Per rispondere a tali quesiti – spiega Barbarabelli - nel 2012 è stata condotta una ricerca su un campione di 2000 italiani rappresentativi della popolazione dei giocatori (ovvero delle persone che negli ultimi 12 mesi hanno praticato almeno un gioco con vincita in denaro: questa popolazione è stimata in 23.500.000). La ricerca è stata condotta dal Centro Interuniversitario per la Ricerca sulla genesi e sullo sviluppo delle Motivazioni Prosociali e Antisociali della Sapienza - Università di Roma, e da Ipsos. Lo screening del gioco problematico è stato effettuato tramite due noti strumenti di misura, ampiamente utilizzati negli studi epidemiologici internazionali: il South Oaks Gambling Screen (SOGS) e il Problem Gambling Severity Index.

I giocatori che sono risultati ‘problematici’ rappresentano l'1,65% della popolazione italiana adulta (stimata in circa 48.000.000) ovvero circa 790.000 italiani adulti, un dato che risulta in aumento rispetto ad una analoga ricerca condotta nel 2008, dove i giocatori problematici risultavano l'1,27%, della popolazione italiana adulta, ovvero 590.000. Questa stima si colloca in un panorama europeo nel quale i più recenti studi (condotti dopo il 2007) evidenziano stime di prevalenza che vanno dallo 0,02% della Svizzera al 2,2% dell’Irlanda del Nord.

Per quanto riguarda le caratteristiche del giocatore problematico, il giocatore problematico ‘tipo’ vive al nordest e in centri abitati di più di 250.000 abitanti, ha entrambi i genitori e altri membri della famiglia che giocano eccessivamente, spende più di quanto guadagna o non riesce a risparmiare nulla, ha contratto debiti con finanziarie o con privati.

Il giocatore problematico è un giocatore ‘onnivoro’: gioca a più giochi rispetto ai giocatori non problematici, dedica in media più tempo al gioco, gioca più frequentemente e gioca somme più elevate. È molto motivato a giocare (per divertirsi giocando, per guadagnare denaro con il gioco, o per mostrare le proprie abilità nel gioco), nutre credenze errate rispetto al gioco, sovrastimando le proprie probabilità di vincita e il proprio controllo sull’esito delle giocate, ha una bassa capacità di autoregolare il proprio comportamento di gioco, è impulsivo, mostra una consistente propensione al rischio, è poco soddisfatto e tende a sperimentare situazioni psicologiche di disagio.

 

I FATTORI DI PROTEZIONE E RISCHIO - L'analisi statistica multivariata ci ha permesso inoltre di evidenziare quali sono i principali fattori che agiscono per proteggere o mettere a rischio la persona rispetto al gioco problematico. Il fattore di protezione di gran lunga più forte è l'autoefficacia, ovvero la convinzione di essere in grado di regolare con successo il proprio comportamento di gioco (ad esempio, giocando solo la cifra che si è stabilito di giocare, evitando di spendere nel gioco il denaro destinato ad altri scopi, ecc.). Tra i fattori che invece agiscono nel mettere a rischio la persona quelli più rilevanti sono le errate convinzioni (i cosiddetti ‘falsi miti’) che il giocatore ha rispetto al gioco (ad esempio, pensare che se si continua a giocare, alla fine ci si rifarà delle perdite, ecc.), la familiarità (avere o aver avuto uno o entrambi i genitori con problemi di giochi), l'ansia e l'impulsività.

I risultati di questo studio hanno evidenziato un incremento della percentuale di giocatori problematici rispetto a studi italiani precedenti. Questo incremento sembra attribuibile soprattutto alla minore disponibilità di risorse finanziarie in generale, e in particolare per quelle da destinare al gioco”.

 

LE RACCOMANDAZIONI – Secondo il professore, “I risultati infine consentono di avanzare alcune raccomandazioni per incrementare il gioco responsabile: agire sulla comunicazione per incrementare la capacità di autoregolare il comportamento di gioco; fornire informazioni per ridurre le credenze errate (relativamente alle probabilità di vincita, al controllo sull’esito della giocata, ecc.); costruire messaggi informativi e pubblicitari chiari e non ingannevoli”.

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