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Contribuenti.it lancia allarme usura: riformare anche il gioco

27 agosto 2014 - 14:04

Nuovo allarme usura in tutta Italia. “Nel 2014 dilaga l’usura in tutta Italia, +203,5%, ed in particolare in Campania, +229,3%, a seguito della grave situazione di difficoltà economica in cui versano le famiglie e le piccole imprese. Il sovra indebitamento delle famiglie in Italia, a luglio 2014, è cresciuto del 292,1%, rispetto allo stesso mese del 2013 e l'usura è aumentata del 203,5%”.

Scritto da Redazione
Contribuenti.it lancia allarme usura: riformare anche il gioco

 

 

Lo rilevano i dati del centro studi e ricerche sociologiche Antonella Di Benedetto di Krls Network of Business Ethics, elaborati per Contribuenti.it, associazione contribuenti italiani, diffusi oggi a Roma nel corso dell’assemblea straordinaria dell’associazione.

“L’aggressione al patrimonio familiare da parte del fisco, delle esattorie, dei compra oro e delle sale da bingo e giochi d’azzardo - afferma Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it – stanno trascinando migliaia di famiglie e piccole imprese nelle mani di spregiudicati usurai”. Contribuenti.it “chiede al governo la possibilità di sospendere la riscossione delle imposte nei confronti di tutti coloro che sono assistiti dalle fondazioni antiusura e, soprattutto, l’impegno di riformare il fisco, i giochi d'azzardo e i compra oro. Per mettere al centro dell'azione del governo la trasparenza, equità ed imparzialità, abbandonando per sempre la logica del profitto”.

 

I DATI- “In Italia nel 2014 sono a rischio d'usura 3.860.000 famiglie e 3.420.000 piccoli imprenditori - afferma Vittorio Carlomagno - a luglio 2014 il debito medio delle famiglie italiane ha raggiunto la cifra di 52.400 euro, mentre quello dei piccoli imprenditori ha raggiunto il tetto dei 68.200 euro. Al primo posto delle regioni esposte all'usura – aggiunge Carlomagno - troviamo la Campania +229,3%, Puglia +215,2%, Calabria + 211,9%, Liguria +207,4%, Valle d'Aosta +200,4%, Toscana +198,8%, Sicilia +198,0%, Lombardia +194,6%, Piemonte +194,1%, Abruzzo +193,9%, Emilia Romagna +192,1%, Veneto +189,1%, Lazio +188,2%, Liguria +187,8%, Friuli V-Giulia +186,3%, Umbria +186,1%, Trentino-A.Adige +185,2%, Sardegna +184,4%, Basilicata +185,2%, Marche +184,8% e Molise +181,5%”.

 

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