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Match fixing, Huggins: "Non basta tolleranza zero, oltre alle sanzioni serve informazione"

30 settembre 2014 - 08:39

Milano - Occorre analizzare alcuni punti chiave nella trattazione dell'integrità dello sport. È evidente che bisogna fare di più per migliorare la situazione attuale dello sport e per sconfiggere il match fixing o almeno limitarlo in maniera efficace. Occorre avere una consapevolezza del problema. Si è aperto con queste parole l'intervento di Mike Huggins, professore emerito di Storia della cultura alla University of Cumbria, nel corso della conferenza sul match fixing, organizzata a Milano dalla Presidenza italiana del Consiglio d’Europa.

Scritto da Dal nostro inviato Alessio Crisantemi
Match fixing, Huggins: "Non basta tolleranza zero, oltre alle sanzioni serve informazione"

 


"Mi piace ricordare - continua Higgins - come tanti anni fa, nel 1915, in Inghilterra si era scoperto che un big match come Manchester-Liverpool era stato combinato, con sette giocatori accusati di aver manipolato la partita che si era conclusa per due a zero. Questo per far capire che il tema del match fixing non è affatto nuovo e non è neppure tanto limitato come si penserebbe oggi. Per questo è bene anche essere consapevoli che non si potrà e dovrà mai considerare sconfitto il fenomeno, anche se saremo bravi nell'intervenire, quello che possiamo fare è limitare il più possibile questa anomalia. Che comunque risulta essere sempre più diffusa".

"Analizzando il documento del Comitato olimpico internazionale - prosegue il professore - si evince una denominazione assai complessa anche del termine 'integrità dello sport' che racchiude varie sfaccettature e vari elementi, come il doping, il fair play e, appunto, il match fixing, che è forse oggi il tema più diffuso a livello internazionale e la vera emergenza.
Anche se il riscontro sul pubblico è lento, perché la storia ha insegnato che, di fronte a scandali come quello inglese del 1915, i tifosi non hanno smesso di seguire il calcio e le loro squadre del cuore: questo perché sono tifosi leali e legati alla loro passione. Però, l'effetto immediato che hanno questi scandali è sui mercati e sui finanziamenti allo sport che si vanno perdendo quando si scoprono casi di questo tipo. Per tale ragione, occorre intervenire prima che si arrivi al punto di non ritorno".

"Servono formazione e informazione su questi temi - sottolinea Higgins - e una adeguata sensibilizzazione sul tema del match fixing. Ci saranno sempre giocatori e sportivi che amano scommettere e per questo occorre fare campagne che spieghino agli stessi giocatori e alle società i rischi per loro stessi e per il sistema dello sport. Inoltre, serve tutela concreta a quelle persone che intendono denunciare eventuali episodi anomali o casi di match fixing, perché devono emergere e devono essere resi noti. Serve sicuramente tolleranza zero su questo tema, ma non bastano le sanzioni. Occorre avviare campagne di comunicazione che illustrino anche cosa succede a quei soggetti che vengono colti in flagrante rispetto a episodi di match fixing perché anche gli altri giocatori devono rendersi conto di quello che si rischia con attività di questo tipo.
Servono un intervento serio e una cooperazione da parte di tutti i soggetti coinvolti in questa materia, agendo in maniera pro attiva. Fino ad oggi abbiamo reagito rispetto ai casi di match fixing, ma questo serve a poco. Serve invece prevenire e muoversi in anticipo. Parliamo sempre di match fixing sul calcio, ma ci sono tanti altri sport a rischio, come quelli minori: dal cricket al biliardo, passando per il tennis o per lo sport femminile.
Se vogliamo eliminare il match fixing serve però il coinvolgimento dell'industria per raggiungere l'obiettivo dell'integrità".

 

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