skin

Bolzano, allarme illegalità: 50 totem al posto delle slot di Stato

02 ottobre 2014 - 07:34

Trentotto punti vendita nel solo Comune di Bolzano. E’ il numero dei locali pubblici che hanno installato all’interno delle loro mura degli apparecchi da gioco non regolari classificabili nella categoria dei cosiddetti ‘totem’. O, almeno, questo è il dato emerso fino ad oggi e documentato in varie testimonianze raccolte dalla redazione, che probabilmente costituisce soltanto una stima al ribasso, e che proverebbe la presenza di oltre 50 terminali irregolari nel capoluogo altoatesino. Ma è lo stesso dato che è arrivato in questi giorni sul tavolo dei Monopoli di Stato, attraverso l’associazione Acadi – in rappresentanza dei concessionari di Confindustria – che ha denunciato il dilagare del fenomeno ai Monopoli di Stato chiedendo un intervento immediato sul territorio, in virtù delle norme vigenti che vietano espressamente (e questa volta a livello nazionale) anche la sola presenza di uno di questi terminali di gioco online, di qualunque natura.

Scritto da Alessio Crisantemi
Bolzano, allarme illegalità: 50 totem al posto delle slot di Stato

 

 

I TERMINALI ILLEGALI - Secondo le testimonianze raccolte da GiocoNews.it e le molteplici prove documentali inviate in redazione, il fenomeno includerebbe due diverse tipologie di terminali: da un lato ci sono i totem che offrono giochi online collegati ad alcune ‘punto com’, mentre in altri casi si tratta di terminali per giochi cosiddetti ‘promozionali’. Ma sia nel primo che nel secondo caso si tratta comunque di un’alternativa al gioco legale.
La notizia ancora più allarmante per gli addetti ai lavori (e per lo Stato, ancora prima) è che tali terminali si trovano in quegli stessi locali dove, fino a qualche tempo fa, si trovavano le normali new slot, cioè gli apparecchi da intrattenimento disciplinati dallo Stato, sostituiti, non per scelta degli esercenti, ma in nome e per conto dello Stato. Sì, perché è impossibile non riscontrare come, nella maggior parte dei casi, si tratta di locali in cui gli apparecchi da intrattenimento sono stati eliminati dagli esercenti e ritirati dai gestori perché ad imporlo è stata una legge, e nello specifico caso di Bolzano, quella regionale,  la numero 17 del 2012, che ha stabilito il divieto di installare giochi in ambienti ritenuti sensibili dall’amministrazione locale.

 

LA QUESTIONE TERRITORIALE - Un tema che era emerso chiaramente dall’inchiesta condotta dalla rivista Gioco News sui territori in cui sono state attuate restrizioni di carattere legislativo locale, nella quale lo stesso commissario capo della squadra mobile altoatesina, Giuseppe Tricarico, aveva sottolineato l’evidenziarsi di una crescita dei fenomeni di illegalità, e che non può più rimanere inascoltato. Non soltanto perché gli operatori richiedono un sacrosanto intervento repressivo nei confronti di questa dilagante illegalità, ma anche e soprattutto perché lo stesso, assurdo scenario, si potrebbe riscontrare su tutti gli altri territori che hanno adottato – o hanno intenzione di farlo – leggi del tutto simili a quelle introdotte dal comune di Bolzano e dalla regione a cui appartiene.

 ANCHE A GENOVA - Un 'problema' che è d'attualità anche nell'altra grande 'osservata speciale' sul fronte del gioco: Genova. Un rischio, quello dell'aumento dell'illegalità, già denunciato da As.Tro in seguito all'apertura di una sala scommesse accanto ad un oratorio, e avvertito chiaramente anche dalle forze dell'ordine della città ligure, che in questi giorni hanno intensificato i controlli nei Ctd.

UN CANCRO PER IL PAESE - E così, mentre il governo proclama il contrasto all’illegalità e all’evasione fiscale, nello stivale si diffonde in maniera sempre più incisiva un’economia parallela attraverso il fascino del gioco. Ma non si tratta – si badi bene – del gioco pubblico, bensì di un’offerta che si contrappone completamente all’industria statale del gioco e che ne rappresenta, al contrario, una scomoda alternativa. Per una vera e propria concorrenza illecita nei confronti degli operatori legali. Se il ministro dell’Economia, Piercarlo Padoan, ha illustrato come i due piani dell'azione del Governo prevedono da un lato, “una solida azione di contrasto agli illeciti, al fine di intervenire in chiave strutturale sul fenomeno dell'evasione”, e dall'altro, “un percorso di profondo miglioramento del rapporto fra il fisco e i contribuenti", la realtà dei fatti, almeno per il gioco, è che si stanno allargando le maglie del contrasto all’illegalità in un settore dove, negli ultimi dieci anni, si erano compiuti sforzi notevoli per restringere sempre di più il campo al solo circuito lecito. Mentre il mancato intervento degli ultimi governi rispetto alle singole discipline regionali comincia ora a dare i suoi frutti. Che sembrano essere ben lontani dai migliori auspici delle singole amministrazioni locali e senz’altro opposti rispetto alle esigenze di cassa del paese.

 

Articoli correlati