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Volpe (AdM): "Si attende soluzione al problema Ctd"

25 novembre 2014 - 12:23

Roma - Come è possibile che in Italia si sia potuta creare la compresenza di due reti parallele che eseguono la raccolta di scommesse?. È la domanda che si pone il consigliere dei Monopoli di Stato, Italo Volpe, intervenendo al convegno di Lex And Gaming.

Scritto da Ac
Volpe (AdM): "Si attende soluzione al problema Ctd"

"Se c'è un concorso pubblico per professionisti e un professionista che intende partecipare dovesse essere discriminato, potrebbe essere comunque abilitato ad operare?", è la seconda domanda. "Come paese dobbiamo interrogarci su questi temi", spiega Volpe. "Non possiamo sapere cosa succederà e quali saranno le soluzioni ultimative a cui si arriverà perché quelle transitorie aiutano a individuare bene la fattispecie ma non risolvono il problema". Da un punto di vista giuridico e formale, spiega Volpe, "il paese ha preso una decisione chiara su alcuni temi e lo ha fatto nella stesura dell'articolo 14 della Legge delega laddove si viene espressamente a riaffermare il sistema concessorio. Non si può tuttavia non osservare come tale articolo con le sue disposizioni non risolve in via ultimativa il problema".

La legge delega e l'attuazione dell'articolo 14, sottolinea, "non rappresentano però un impegno opzionale, ma a differenza di tante altre riforme che ci diciamo di essere impegnati ad attuare, la delega ne rappresenta una e nemmeno tanto banale, visto che altre leggi prevedono che quelle disposizioni siano attuate e quindi le attendono". Per questo Volpe considera l'impegno di attuare la Legge delega "qualcosa di molto serio e che potrebbe avere conseguenze gravi qualora non fosse rispettato".

 

LA QUESTIONE TERRITORIALE - "La legge delega ha attraversato tre governi e ha assistito al fenomeno di 'ribellione' dei governi sub statali non tanto sul principio alla base della regolamentazione del mercato quanto rispetto alla distribuzione del mercato sul territori. Gli enti locali hanno lanciato un sfida allo stato centrale su questo problema e tale sfida è stata raccolta con l'inserimento di questi aspetti nella delega. Ora si tratta quindi di trovare un giusto equilibrio tra la giusta distribuzione e collocazione del gioco sul territorio e le esigenze degli imprenditori privati ai quali lo Stato ha scelto di affidare la gestione del gioco, ai quali dovranno essere concesso tempi utili ad attuare la nuova disciplina".

 

LA RISPOSTA SULLA RETE ILLEGALE - Tornando alla domanda iniziale, "un soggetto discriminato può operare in maniera regolare nel nostro paese?", secondo Volpe, "se la risposta dovesse essere affermativa, nel senso che si dovesse ravvisare questa volontà di consentire questa opzione, sarebbe allora necessario saperlo prima possibile perché questo significherebbe che la legge delega è scritta in maniera errata, perché avrebbe dovuto prevedere, a quel punto, un regime non più concessorio ma almeno ibrido, tra concessorio e autorizzatorio".

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