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Reggio Emilia, convegno nazionale sul gioco patologico: Iori (Conagga) "Politica faccia rete"

28 novembre 2014 - 09:54

Nel 2013 gli italiani hanno 'giocato' 84,7miliardi di euro, con una differenza fra somme giocate e perse pari a 17 miliardi. E' stato Matteo Iori, presidente del Conagga e dell'associazione 'Centro Sociale Papa Giovanni XXIII' ad aprire il convegno nazionale 'Il gioco d’azzardo fra problemi e soluzioni auto aiuto e terapia per i giocatori d’azzardo e le loro famiglie' in corso a Reggio Emilia, alla Sala del Capitano. In programma gli interventi di Armando Zappolini, portavoce campagna nazionale 'Mettiamoci in gioco', e del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Graziano Delrio.

Scritto da Redazione GiocoNews
Reggio Emilia, convegno nazionale sul gioco patologico: Iori (Conagga) "Politica faccia rete"

 

 

Il convegno fa il punto sul fenomeno a livello nazionale e locale, grazie ai contributi di Mila Ferri (Regione Emilia Romagna), Luca Vecchi (sindaco di Reggio Emilia), tracciando anche un quadro socio-patologico del Gap, illustrati da operatori delle cooperative, delle strutture residenziali che ospitano i malati, e dei gruppi di aiuto aperti anche alle loro famiglie.

 

OFFERTA NUOVA E LEGGI VECCHIE - "Il trend di crescita del gioco autorizzato nel nostro Paese è sicuramente attribuibile anche agli impulsi generati dalle manovre economiche", ha sottolineato Iori. "Dalla metà degli anni ‘90 tutti i Governi hanno costantemente introdotto nuove offerte di gioco d’azzardo pubblico, mentre e attuali leggi sul gioco d’azzardo risalgono ai primi decenni del secolo scorso. Di gioco d’azzardo si tratta nel Codice Penale (del 1930), agli articoli 718 e seguenti e nel Codice Civile (del 1942) agli articoli 1933 e seguenti, e nel Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (TULPS) del 1931 nell’articolo 110. Tutte queste leggi definiscono i limiti del gioco d’azzardo e ruotano intorno al concetto di 'alea' (cioè 'il caso') nel gioco: dove il risultato del gioco dipenda totalmente o in modo prevalente dalla fortuna rispetto all’abilità, e dove su questo risultato si scommettono soldi, vi è gioco d’azzardo. I legislatori ritennero che questi tipi di giochi dovessero essere vietati dalla legge".


I DATI - Dopo una panoramica sulle varie tipologie di gioco attualmente disponibili nel nostro Paese, Iori ha poi evidenziato che il 56,3% del fatturato arriva dagli apparecchi, mentre sono in crescita i giochi on-line, seguiti dai gratta e vinci", e  che la differenza fra somme giocate e perse "nel 2013 è stata pari a 17 miliardi di euro". Degli 84,7 miliardi di euro giocati in Italia nel 2013, 14,76 miliardi sono stati spesi su internet e altri 69,96 miliardi su rete fisica (di cui l’8,53% viene speso in Emilia Romagna, per 7,22 miliardi di euro.

 

GAP ANCORA ASSENTE DAI LEA - Gli italiani, ha evidenziato il presidente Conagga, "perdono una parte importante del loro reddito al gioco d’azzardo: al contempo nel nostro Paese il gioco d’azzardo non è ancora riconosciuto all’interno dei Lea (Livelli Essenziali di Assistenza) e di conseguenza lo Stato non garantisce la cura ai giocatori patologici così come invece fa per altre forme di dipendenza. Gli altri Paesi stranieri perdono meno di noi ma paradossalmente offrono di più: più assistenza, più trattamento e più programmi di prevenzione sul gioco d’azzardo e sui suoi rischi".

 

IL LEGAME CON LA CRIMINALITA' - Secondo Iori, che ha citato a supporto la relazione annuale della Direzione Nazionale Antimafia (gennaio 2014), “Progressivamente, e anzi esponenzialmente, è aumentata l’infiltrazione nel settore della criminalità organizzata” che “sta acquisendo quote sostanziose del mercato del gioco. Grazie anche ad un’imprenditoria collusa a sua volta legata ad ambienti istituzionali”.

 

PERICOLO TOTEM - Ma la nuova deriva del gioco patologico è collegata soprattutto al diffondersi in diversi locali dei totem (illegali), e "delle 2200 applicazioni per smartphone di slot machine, delle quali una ventina sono per bambini dai 4 agli 8 anni, spesso gratis e categorizzate come se nulla fosse in 'gioco d’azzardo'. Molte di più per gli under 18". La sfida degli operatori socio-sanitari, Conagga in testa, è il confrontarsi con le istituzioni: "dallo Stato alle Regioni, agli Enti Locali". L'impegno è quello di conoscere "le dimensioni psicopatologiche dei giocatori, fare rete, ad esempio con la campagna nazionale Mettiamoci in gioco".

 

 

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