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Cura del Gap, a che punto sono le Regioni?

18 aprile 2015 - 08:33

Ormai da qualche anno, la cura e la prevenzione del 'gioco patologico' sono al centro dei pensieri del Governo, tanto di quello nazionale come di quelli locali. Ma cosa stanno facendo davvero le nostre amministrazioni in materia?

Scritto da Francesca Mancosu
Cura del Gap, a che punto sono le Regioni?

Da Nord a Sud, la rivista Gioco News traccia una panoramica delle iniziative in corso e di quelle che, purtroppo, stentano a decollare. Dagli osservatori regionali previsti in quasi tutte le 13 leggi sul Gap approvate fin qui ai piani sanitari, passando per l'azione dei Servizi per le Tossicodipendenze (SerT) e dei Servizi per le Dipendenze patologiche (SerD) di zona. In vista dell'atteso inserimento della patologia nei Livelli essenziali di assistenza e dopo la mancata entrata in funzione dell'Osservatorio nazionale.

 

 


POCHI GLI OSSERVATORI REGIONALI - "L’attività dell’osservatorio nazionale – fanno sapere dall'Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato - è ferma all’approvazione del Pan Gap - Piano di azione nazionale sul gioco d’azzardo patologico, che è rimasto lettera morta da ormai piu di un anno, visto che non è mai stato né approvato né finanziato dal Governo. Le competenze dell’attuale osservatorio sono passate al ministero della Salute con la legge di Stabilità. quindi noi non abbiamo più voce in capitolo a meno che domani mattina qualcuno non si svegli e dica una cosa diversa".

Non hanno avuto una sorte migliore gli osservatori previsti da quasi tutte le 13 leggi regionali vigenti in materia di gioco, più o meno provviste di decreti attuativi. Proprio l'istituzione (mancata) del promesso Osservatorio è l'oggetto di scontro fra i banchi dell'Aula in Campania, Puglia e Basilicata dove dopo l'approvazione delle norme sul Gap, non si è mosso praticamente più nulla pur avendo anche la dotazione finanziaria per il suo funzionamento. In Umbria, Francesco Zaffini (FdI-An) ha sollecitato più volte l'emanazione dei regolamenti attuativi della legge in vigore dallo scorso dicembre che prevede, fra l'altro, l'attivazione di un numero verde dedicato, gruppi di auto aiuto, campagne informative, corsi di formazione per gestori e operatori, finanziamenti per progetti integrati con i servizi socio sanitari territoriali, e il sostegno alle Asl per iniziative sperimentali fino al concreto inserimento del Gap nei Lea. Ma la regione 'verde' ha già attivato dal maggio 2014 un centro di riferimento interregionale a Foligno, come racconta la responsabile della Direzione Salute e coesione sociale Roberta Antonelli: "Abbiamo deciso di prendere questa iniziativa già prima dell'approvazione della legge e promosso un'attività sperimentale di 3 anni, rivolta a persone con problemi di gioco compulsivo, secondo un approccio integrato di tipo psicologico, sociale e farmacologico che coinvolge i malati e le loro famiglie, con valutazioni, interventi, gruppi di psicoterapia e sostegno. A metà aprile avremo un incontro con gli assessori competenti per fare il punto sull'applicazione della legge".

BOLZANO, LOMBARDIA E EMILIA ROMAGNA IN LINEA - Altre amministrazioni locali hanno scelto la via dei piani sanitari. É il caso della Provincia di Bolzano, che a marzo ha stanziato 180mila euro a favore dell'azienda sanitaria, per l'avvio del programma triennale della rete di prevenzione contro il Gap, basato su campagne di sensibilizzazione della cittadinanza, workshop nelle scuole e servizi di prevenzione, consulenza e terapia per i malati e le loro famiglie, realizzati in collaborazione con il Servizio per le dipendenze, il centro Bad Bachgart e il Forum Prevenzione. Uno stanziamento che si aggiunge all'l'1,5% delle entrate annuali derivanti dalle imposte sui giochi già destinato dal 2013 a iniziative di questo genere. In Friuli, la legge approvata nel febbraio 2014 ha disposto la creazione di un tavolo tecnico regionale, presso l’Osservatorio regionale sulle dipendenze, per il monitoraggio del territorio e la predisposizione di interventi. Per il 2015 sono in programma la formazione degli operatori del sistema sanitario regionale e la realizzazione di progettualità finalizzate a prevenire e ridurre l’incidenza del Gap, grazie ad una sinergia fra Asl e terzo settore. Accanto agli interventi normativi, si collocano anche le azioni portate avanti dai singoli Comuni e dalle associazioni di volontari. La Lombardia, dopo l'approvazione di uno specifico 'Programma per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco patologico' (comprensivo di numero verde e campagne informative) in attuazione della legge regionale a marzo ha pubblicato un bando che stanzia 3 milioni di euro per i Comuni e le associazioni che presentano progetti sul Gap, mentre in Emilia Romagna le varie amministrazioni comunali stanno via via aderendo al 'Piano integrato per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio di dipendenza dal gioco patologico 2014-2016', che comprende l'apposizione di una vetrofania con il marchio ‘Slot Free Er’ per gli esercizi commerciali 'virtuosi' e l'attivazione in ogni azienda Usl di un punto sperimentale di accoglienza e valutazione delle persone con problemi di gioco patologico, in rete con associazioni del terzo settore.

DALLA LIGURIA ALL'ABRUZZO - La Liguria, con le sue due leggi sul gioco, dal 2011 ha sviluppato una serie di attività specifiche, come riferisce il settore Prevenzione del Dipartimento Salute e Servizi sociali della Regione: "Monitoraggio epidemiologico dei soggetti in carico ai SerT, progetti di presa in carico residenziale dei malati, formazione degli operatori dei servizi preposti, adesione al progetto nazionale Gap 'per l’attivazione di strategie e per lo studio e la preparazione di linee di indirizzo tecnico-scientifiche, coordinate e finalizzate alla prevenzione, alla cura e al trattamento del Gioco d’Azzardo patologico e per il dimensionamento e il monitoraggio del fenomeno' del Dipartimento Politiche Antidroga, finalizzato anche a fornire possibili indirizzi comuni in ambito preventivo, terapeutico e riabilitativo. Alla luce dell’introduzione della ludopatia nei Lea, nelle prossime settimane sarà istituito un tavolo tecnico regionale ad hoc di cui faranno parte, oltre ai referenti istituzionali, gli operatori dei SerT e del privato sociale accreditato".

In Toscana, dopo la modifica apportata lo scorso dicembre alla legge regionale del 2013 sono stati avviati alcuni tavoli per l'attuazione concreta degli interventi previsti "ma è probabile che si decida di svilupparli con la nuova giunta, dato che tra circa due mesi si vota", dichiara la segreteria dell'assessorato alla Salute. "Nel frattempo, prosegue tutta l'attività che va ormai avanti dal 2007 attraverso le Asl, e la sperimentazione residenziale intensiva attraverso l'associazione Orthos di Siena. Il crescente numero di persone che si rivolgono ai SerD ha indotto la Regione ad avviare un progetto sperimentale per ridurre il numero dei giocatori a rischio, attraverso iniziative di informazione e prevenzione estese sull’intero territorio, e l’assistenza alle persone e alle loro famiglie. L’azione che è stata costruita si sviluppa secondo quattro direttrici: prevenzione primaria e secondaria, formazione degli operatori, trattamento ambulatoriale e, per i soggetti più compromessi, la sperimentazione di una comunità residenziale alla quale la Regione Toscana ha destinato in questi anni finanziamenti specifici".

Nelle Marche, dove sono ancora da discutere ben quattro proposte di legge sul contrasto al Gap, già dal 2008 la Regione ha messo in atto una serie di azioni realizzate in collaborazione con i dipartimenti delle Dipendenze patologiche, gli Ambiti territoriali sociali ed il privato sociale, con il finanziamento di progetti di prevenzione, studi e sperimentazioni, l'attivazione di un numero verde, di ambulatori e sportelli dedicati. Iniziative analoghe a quelle che sta attendendo il Lazio, dopo l'invio ai Comuni delle linee guida per la realizzazione degli sportelli e l'approvazione del progetto per la formazione degli operatori e la costituzione della rete previsti dalla normativa regionale.

Saranno infine pubblicate in Gazzetta ufficiale ai primi di aprile (così dichiara la Direzione generale Sanità nel momento in cui scriviamo, ndr) le Linee guida promosse dall'assessore Rita Borsellino, mentre in Piemonte, dopo la recente approvazione del 'Programma per il contrasto, la prevenzione, la riduzione del rischio del gioco d’azzardo', previsto nell'ambito del recepimento del Piano nazionale per la prevenzione 2014-2018, dovrebbe arrivare nelle prossime settimane un disegno di legge regionale organico che preveda disposizioni finalizzate alla prevenzione e al contrasto di forme di dipendenza dal gioco d’azzardo lecito, nonché al recupero delle persone affette e al supporto alle loro famiglie. Infine in Abruzzo, in vista della promozione da parte dell'assessorato alla Sanità di una white list dei locali 'no slot', i consiglieri Leandro Bracco (M5s) e Giorgio d'Ignazio (Ncd) hanno presentato due proposte di legge che si affiancano alla normativa regionale già vigente, per chiedere azioni specifiche per la prevenzione e al contrasto delle dipendenze da gioco e il recupero dei soggetti coinvolti con un apposito trattamento terapeutico; la divulgazione del fenomeno attraverso attività di informazione e sensibilizzazione, e la costituzione dell'osservatorio regionale.

 

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