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Gioco e territori, Maggi (Sgi): ‘Qualche esempio virtuoso ma quadro generale frammentato ed espulsivo’

12 giugno 2015 - 09:50

Mestre – “L’industria del gioco pubblico è composta da due facce: il comparto commerciale, più noto all’opinione pubblica e spesso oggetto di dibattito; il comparto industriale, meno conosciuto ma caratterizzato da occupazione, efficienza, propensione all’innovazione, elevati standard di sicurezza, alto valore aggiunto”. Questo l’identikit delineato dal vice presidente della federazione Sistema Gioco Italia di Confindustria, Giovanni Maggi, nel suo intervento al corso di formazione sul gioco organizzato da GiocoNews e Gn Media in collaborazione con l'OdG Veneto.

Scritto da Sara
Gioco e territori, Maggi (Sgi): ‘Qualche esempio virtuoso ma quadro generale frammentato ed espulsivo’

 


I NUMERI DEL SETTORE – “L’industria dei gioco pubblico si compone di oltre 6.600 imprese; un bacino occupazionale di circa 140.000 addetti; oltre 20.000 impiegati nelle aziende (concessionari, gestori e produttori di apparecchi); una rete di vendita di circa 120.000 esercizi (e circa 120.000 addetti)”, spiega Maggi, che delinea anche il ruolo economico dell’industria del gioco: “Nel 2014 la spesa netta effettiva dei giocatori (giocate al netto delle vincite) è stata di 16,7 miliardi di euro. Allo Stato sono andati 8,3 miliardi di euro di gettito erariale; alla filiera 8,4 miliardi di euro di ricavi lordi, così distribuiti tra i diversi attori: esercenti 3,9 miliardi di euro, concessionari 2,8, gestori 1,7 miliardi”.


E IL SUO SVILUPPO - Lo sviluppo del settore è stato reso possibile da una nuova e generale regolamentazione che, dal 2004, ha fatto emergere un intero comparto economico: “Prima del 2004 una parte importante del gioco gestita da organizzazioni criminali, con un ritorno fiscale per l’Erario pari a zero, c’erano 800.000 videopoker illegali, fuori dal controllo dello Stato e senza garanzie per i consumatori, non c’erano garanzie per le vincite e tutela dei minori. Dopo questa data, è emerso il gioco illegale sommerso, si è avuta un’offerta di gioco certificata, sicura e legale per i consumatori, ci sono state importanti entrate erariali per lo Stato, in precedenza sottratte alla criminalità”.


L’INDUSTRIA DEL GIOCO – Marini sottolinea come quella del gioco sia un’industria manifatturiera in senso ampio, caratterizzata da una filiera produttiva altamente specializzata e come “gli operatori italiani prevalgono: nell’intero comparto del gaming machine hanno la leadership di produzione (57%). In particolare, nelle Awp si registra un 80% di produzione italiana”. La produzione italiana nel settore del gioco è dislocata sul territorio italiano con particolare concentrazione nelle regioni del nord: Emilia Romagna (32,7%), Lombardia (20,4%) e Veneto (14,3%) sono le regioni dove è più forte la presenza di produttori di schede di gioco. Emilia Romagna (22,7%), Lombardia (19,6%) e Veneto (12,4%) sono anche le regioni dove è maggiore la presenza di produttori di Cabinet.


LA NORMATIVA IN VENETO – L’attenzione di Maggi si sposta poi sulle normative che valgono per gli ospiti: “Con la Legge di stabilità per l'esercizio 2015 il Consiglio regionale del Veneto promuove interventi finalizzati alla prevenzione, contrasto e riduzione del rischio dalla dipendenza dal gioco d’azzardo patologico. Condividiamo l’assistenza - prevenzione - diagnosi - cura; gli orari slot, purché non si rechi danno economico all’esercizio; le forme premianti; il controllo - accertamento – sanzioni; ma abbiamo riscontrato delle criticità, come nell’estensione normativa in materia di distanze e luoghi sensibili ai comuni; nel disincentivo/maggiorazione dello 0,2% aliquota Irap; nella mancanza di una chiara azione volta a contrastare il gioco illegale sul territorio”.
Conseguenze della legislazione locale in generale – Tra le conseguenze della legislazione locale, Maggi cita in generale un “quadro normativo variegato e frammentato, con prevalenza di effetto non limitativo ma espulsivo del gioco pubblico, barriere all’offerta di gioco legale (orari e distanze) non basate su studi e criteri scientifici. A fianco di alcune esperienze virtuose di regolamentazione (Emilia Romagna), si evidenziano alcune normative comunali irrazionali e volte ad azzerare l’offerta di gioco legale. A Genova per esempio il livello di interdizione determinato dal Regolamento comunale è pari al 96,4% del territorio comunale, mentre a Milano c’è la possibilità di una potenziale cancellazione del 93,4% dei punti vendita presenti sul territorio”.


LA PROPOSTA DI SISTEMA GIOCO ITALIA - Per rispondere alle mutevoli condizioni del mercato e alle istanze sociali, illustra Maggi, Sgi ha promosso un nuovo ‘Piano Regolatore’ del Gioco “per razionalizzare l’offerta al fine di evitare eccessi; aumentare la qualità professionale della filiera, degli operatori e dei luoghi di gioco; garantire tutela sociale e ordine pubblico; Sgi intende promuovere l’equilibrio tra principio fondamentale della riserva statale e norme locali per garantire regole uguali per tutti, per un’offerta controllata, controllabile e alla luce del sole; condizioni di agibilità per aziende capaci di produrre valore aggiunto in termini di sviluppo economico e occupazionale”.


IL GIOCO RESPONSABILE - In conclusione, Maggi evidenzia le iniziative della Federazione e dei Concessionari e che riguardano diversi ambiti: “Sulla pubblicità la definizione con l’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria (IAP) di linee guida per la comunicazione commerciale ispirate ai principi di trasparenza, rispetto dei consumatori e tutela dei minori, inserite all’interno del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerc\iale dello IAP (art. 28 ter). C’è poi lo svolgimento di ricerche con Università italiane e centri di ricerca internazionali, per individuare e definire i comportamenti a rischio dei giocatori ed eventuali proposte di intervento; come pure l’assistenza ai giocatori problematici attraverso l’attivazione di help line e servizi online (collaborazioni con Federserd, Ospedale Fatebenefratelli di Milano ecc). Infine, il contrasto del gioco ai minori e formazione sul gioco responsabile: promozione del gioco responsabile e del divieto al gioco dei minori attraverso formazione del personale di sala e campagne di comunicazione (campagna ‘18+’ con il coinvolgimento del Moige)”.

 

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