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Fipe contro abusivismo commerciale e circoli ricreativi

22 giugno 2017 - 11:35

La Federazione dei pubblici esercizi di Confcommercio lancia l'allarme sulle attività abusive in Italia.

Scritto da Vincenzo Giacometti
Fipe contro abusivismo commerciale e circoli ricreativi

Una “battaglia in favore della legalità”. E' quella annunciata e promossa dalla Fipe – Federazione italiana pubblici esercizi di Confcommercio -  denunciando tutti i numeri dell'abusivismo commerciale: un fenomeno che, secondo l'organismo, “vede il suo culmine nelle sagre 'fasulle' che punteggiano le varie località turistiche (e non) durante la stagione estiva (stimate in ben 27.300 unità, per un fatturato complessivo di circa 560 milioni di euro secondo i dati dell'Ufficio Studi della Federazione). Ma il quadro delle realtà che di fatto esercitano attività senza sottostare ai dovuti vincoli di legge è molto più complesso e tocca anche i circoli culturali e sportivo-ricreativi, che secondo le più recenti stime fatturano nel complesso 5,2 miliardi di euro, una cifra che corrisponde a 1,8 miliardi di euro di Pil. In questo tipo di attività, come noto, esiste anche un'offerta di gioco, legale e non. Quella legale, in particolare, viene spesso rappresentata dalle slot machine, che la legge consente di poter installare nei circoli: anche se molto spesso alcune di queste attività ospita anche tornei di poker Texas Hold'em che – come noto – risultano essere “tollerati” da alcune amministrazioni locali, ma del tutto fuori legge, se con vincite in denaro, secondo la normativa corrente.

Nonostante la Federazione dei pubblici esercizi non si soffermi sugli aspetti legati al gioco, preoccupandosi, comprensibilmente, della concorrenza “sleale” operata sotto il profilo della somministrazione, è comunque utile approfondire i dati relativi a queste attività. “Numeri davvero impressionanti - commenta Lino Enrico Stoppani, Presidente di Fipe -, che corrispondono ad una perdita di imposte dirette e contributi pari a 710 milioni di euro” nel suo complesso. Con il numero uno della Federazione che afferma: “Auspichiamo che almeno sul tema della regolamentazione e del contrasto dei finti circoli privati il Decreto legislativo di riforma del terzo settore ora all'esame delle Camere possa dare un importante contributo di chiarezza".
 
IL VOLUME D'AFFARI “ABUSIVO” - Secondo le ultime stime di Fipe le associazioni "ricreative" in Italia sono 211.137 (3,6 per mille abitanti). Tra queste figurano 153.439 che non sono riconosciute, a loro volta suddivise in attività culturali e artistiche (41.467 non riconosciute su un totale di 58.243), attività sportive (75.690 non riconosciute su un totale di 99.500), attività ricreative e di socializzazione (36.282 non riconosciute su un totale di 53.394).

La somministrazione non convenzionale riguarda in particolare, in difetto: circa 11.000 circoli sportivi tra palestre, spa, centri sportivi, piscine, la cui offerta si amplia con servizi di food & beverage e intrattenimento di musica e ballo piuttosto strutturati, e che diventano punto di riferimento anche per l'organizzazione di feste private; circa 14.000 circoli culturali e ricreativi, in cui viene sempre più a diffondersi l'attività di somministrazione e intrattenimento e che spesso costituisce la loro unica attività. Un dato particolarmente significativo riguarda i principali usi della tessera associativa: Fipe evidenzia che il 43,6% dei possessori se ne serve per incontrare amici bevendo qualcosa insieme, e il 13,5% per ascoltare musica e ballare.
Su questo tema Fipe ricorda le istruzioni operative con la specifica metodologia di controllo in materia di enti associativi e con le comunicazioni di servizio dirette ad evidenziare le molteplici attività potenzialmente a rischio in questi ambiti, tra i quali: la somministrazione di alimenti e bevande da parte di bar, birrerie, pub, ristoranti "mascherati" da associazioni culturali o soggetti affiliati ad associazioni di promozione sociale; l'intrattenimento da parte di discoteche e locali, svolto da circoli privati che in realtà sono aperti al pubblico; l'organizzazione di viaggi e soggiorni turistici da parte di fittizi circoli culturali.

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