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Operazione Babylonia: al centro riciclaggio di denaro

23 giugno 2017 - 10:05

I dettagli dell'operazione Babylonia che ha visto il sequestro anche di alcune sale slot.

Scritto da Redazione
Operazione Babylonia: al centro riciclaggio di denaro

“La maxi-operazione scaturisce da un’indagine dei Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Roma, convenzionalmente denominata Babylonia, riguardante due sodalizi criminali in vertiginosa crescita sul territorio capitolino, con base a Roma e Monterotondo (Rm). Il primo gruppo criminale è riconducibile a Gaetano Vitagliano, personaggio di spicco nel settore del narcotraffico internazionale con 'fatturati' da capogiro, contiguo al clan camorrista degli Amato-Pagano, denominato degli 'Scissionisti', operante a Nord di Napoli. La figura 'imprenditoriale' di Gaetano Vitagliano, detto 'Nino' emerge a partire dal 2011, in concomitanza della sua liberazione dal carcere romano di Rebibbia, ove era detenuto per traffico internazionale di stupefacenti tra l’Olanda e l’Italia”. E' quanto emerge in occasione della conferenza stampa sull'operazione Babylonia dei Carabinieri di Roma, condotta con i Finanzieri del Nucleo Polizia Tributaria Roma.

 

Da quel momento, "ha costruito un vero e proprio impero, creando attorno a sé un’articolata organizzazione criminale dedita al riciclaggio ed al consequenziale reimpiego di proventi illeciti. Negli ultimi anni, il gruppo imprenditoriale ha ampliato in maniera esponenziale gli investimenti nel settore commerciale dell’esercizio di bar, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, sale slot e tabacchi, gestiti tramite numerose società intestate fraudolentemente a prestanome ed ai suoi prossimi congiunti. Le indagini hanno certificato i rapporti di natura finanziaria, finalizzati al riciclaggio di denaro sporco, tra Vitagliano e Davide Siciliano, detto 'Capitone', noto esponente del clan camorristico Aamato-Pagano, attualmente detenuto per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti aggravata dal metodo mafioso.  

Tali rapporti sono stati mantenuti, durante le fasi dell’attività d’indagine, per il tramite di Luigi Siciliano e Gennaro Capasso detto 'Genny', entrambi elementi apicali del medesimo clan, rispettivamente fratello e cognato del detenuto Davide Siciliano. Attraverso un’articolata manovra investigativa, consistita in intercettazioni, servizi dinamici sul territorio ed accertamenti bancari, è stato ricostruito il singolare modus operandi dell’organizzazione criminale. Gaetano Vitagliano, sfruttando gli ingenti capitali accumulati col narcotraffico, ha acquisito numerosi locali a Roma e Milano creando società 'fantasma', utilizzate per ripulire il denaro", affermano ancora gli investigatori. 

"Il denaro ripulito – con la partecipazione di quattro funzionari di banca infedeli, due dei quali tratti in arresto - veniva poi reimpiegato nel circuito legale, tramite società create per la gestione degli esercizi commerciali, tutte fittiziamente intestate a terzi".
Inoltre, l'organizzazione criminale capeggiata da Giuseppe Cellamare, è risultata particolarmente attiva nella commissione di gravi delitti contro il patrimonio, realizzati a Monterotondo (Rm), "tra i quali estorsioni ed usure realizzate con il metodo mafioso, e nel successivo impiego dei proventi illeciti in bar e sale giochi, fraudolentemente intestati a prestanome".
Secondo il procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone, "la criminalità organizzata è uno dei grandi problemi di Roma, per la enorme quantità di denaro di dubbia provenienza immesso nei circuiti dell'economia apparentemente legale".

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