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Global Starnet: sì all’estradizione, Corallo torna in Italia

17 agosto 2017 - 09:43

Il fondatore del concessionario Global Starnet, Francesco Corallo, ottiene l’estradizione e torna in Italia dopo l’arresto del 2016.

Scritto da Redazione GiocoNews.it
Global Starnet: sì all’estradizione, Corallo torna in Italia

Stavolta è andata a segno la richiesta di estradizione per Francesco Corallo, patron del concessionario di rete Global Starnet, che rientra oggi in Italia, attraverso l'aeroporto di Roma Fiumicino, scortato da agenti dello Scip - Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, di ritorno da Saint Marteen, nelle Antille Olandesi, dove era stato arrestato lo scorso 13 dicembre 2016.

L’imprenditore siciliano, indagato per riciclaggio, è finito sotto i riflettori perché attorno alla sua posizione sul mercato del gioco italiano e internazionale, si intreccia la vicenda tutta politica che riguarda l’ex presidente della Camera, Gianfranco Fini, indagato anche lui dal febbraio scorso per lo stesso reato, in merito alla vicenda della compravendita dell’appartamento di Montecarlo. La figura di Corallo sarebbe centrale, stando a quanto sostenuto dagli inquirenti, nello spiegare i movimenti di denaro fra con i Tulliani.

Un sistema, quello ipotizzato dai magistrati romani, venuto fuori grazie all’operazione “Rouge et noir” della Guardia di Finanza, che indaga sui fatti risalenti al 2008 e che aveva portato in manette nel 2016, per un giro di riciclaggio legato alle attività di gioco d’azzardo, anche l’ex senatore del Pdl Amedeo Laboccetta (poi scarcerato e divenuto prezioso collaboratore dei Pm, scrive il quotidiano Il Tempo), Rudolf Theodoor Anna Baetsen, Alessandro La Monica (anche lui estradato in Italia dalle Antille francesi a maggio) e Arturo Vespignani, collaboratori di Corallo. Gli inquirenti, in particolare, indagano sui fatti che si susseguirono nel lontano 2004, quando l’allora denominata Atlantis World (poi divenuta Bplus e ora, infine, Global Starnet) otteneva la concessione per la gestione della rete di Stato degli apparecchi da intrattenimento in seguito alla gara pubblica, attraverso il raggruppamento di imprese composto da Plp srl, Bit Media Spa e Sapar Network. Le indagini eseguite dallo Scico della Guardia di Finanza di Roma con il coordinamento dello Scip, è stato ritenuto il promotore di un´associazione a delinquere a carattere transnazionale specializzata nel riciclaggio di grosse somme di denaro ricavate dal mancato versamento delle imposte sugli introiti delle c.d. slot machine.avrebbero evidenziato, secondo gli inquirenti, “come Corallo abbia saputo prevedere l’evoluzione degli orientamenti normativi della maggioranza di governo italiana e come si sia giovato delle disposizioni di legge di stabilità 2010, utilizzando plurime interlocuzioni con esponenti politici, connotate anche da elargizioni di denaro”. Tra le figure centrali nel giro di denaro ricostruito dai magistrati ci sarebbe però Giancarlo Tulliani, cognato di Fini, ancora latitante a Dubai.
 
LE IMPLICAZIONI NEL GIOCO PUBBLICO - Ma attorno alle vicende che interessano Corallo, Fini e la famiglia Tulliani, ruota anche il futuro del concessionario di rete Global Starnet e, di conseguenza, quello dei suoi dipendenti, dopo la decadenza della concessione per la raccolta di scommesse disposta dall'Agenzia delle dogane e dei monopoli, al 30 giugno 2016". La notifica di decadenza della concessione disposta da AdM ha fatto seguito all’avvio di un procedimento nel quale viene contestato a Global Starnet il mancato versamento dell’imposta sul gioco a carico dei concessionari (Preu), per il periodo 2004-2006. Un provvedimento nei confronti del quale la società ha subito presentato ricorso al Tar, che ha confermato la legittimità dell’atto nell’udienza dello scorso 21 giugno, a cui ha fatto seguito l’ulteriore ricorso al Consiglio di Stato da parte della stessa Global Starnet. Ribadendo in quella sede che “il Preu è stato interamente saldato dalla Società tramite rateizzazione, modalità prevista dalla legge e utilizzata anche da altri concessionari nello stesso periodo di imposta”. Esprimendo “stupore” per il fatto di essere “l’unico concessionario ad essere stato oggetto delle attenzioni delle autorità competenti, confida che le proprie ragioni difensive vengano riconosciute dall’organismo giudiziario competente”.
 

 

 

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