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Il Gap? Si combatte con formazione professionale e ricerca

21 maggio 2022 - 09:25

Formazione professionalizzante e ricerca scientifica, secondo gli esperti, sono i primi strumenti per combattere davvero il Gap, e cambiare la percezione esterna del settore.

Scritto da Francesca Mancosu
Il Gap? Si combatte con formazione professionale e ricerca

"Per il 2020 i dati occupazionali ricavati dall’osservatorio statistico dell'Inps, in base al codice Ateco 2007, parlano di una notevole riduzione degli occupati, il cui numero è sceso a 32.352 lavoratori dipendenti. Secondo i dati Istat il settore del gioco contava, nel 2018, 9265 imprese, 42.818 occupati, con 15 miliardi di fatturato complessivo e un valore aggiunto di 3 miliardi di euro”. 

Basterebbero questi numeri, riferiti dal vice ministro del ministero dello Sviluppo economico, Gilberto Pichetto Fratin, in audizione alla commissione parlamentare di inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico, a illustrare il pesante cambiamento subito dall'industria del settore in termini occupazionali in questi ultimi, pochi anni. Una situazione a dir poco critica, frutto di una serie di fattori, strettamente collegati fra loro.

Di sicuro, pesa l'impatto degli oltre 10 mesi di chiusura affrontati dalle attività di gioco terrestre in ossequio alle norme di contenimento della pandemia di Covid-19 in vigore fra il 2020 e il 2021, ed altrettanto le nuove abitudini acquisite dai giocatori in questo biennio, a tutto vantaggio dell'online. Ma la “colpa” di questo scenario non è da ricondurre solo al coronavirus e ai suoi effetti sulla quotidianità di tutti noi. 

Sull'emorragia di occupati per il settore del gioco, incide infatti fortemente un altro “effetto”, quello espulsivo delle attività legali, generato in molti dei nostri territori dall'entrata in vigore di normative regionali e provvedimenti attuativi comunali che, come noto, hanno reso fuorilegge esercizi troppo vicini a luoghi sensibili come chiese, scuole o compro oro. Territori che potrebbero aumentare ancora di più se non ci saranno nuove proroghe – vedi Calabria, Lazio e Provincia di Trento, solo per citare i casi sotto attenzione nei prossimi mesi – o se non diventerà realtà la legge delega per il riordino promossa dal Governo, per il quale è indubbiamente necessario accelerare i tempi. Come richiesto da Antonio De Donno, procuratore della Repubblica di Brindisi, in audizione alla commissione parlamentare di inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico del Senato a fine aprile, e dagli operatori del settore.

Di fronte a questo orizzonte, emerge ancora di più la necessità di garantire un po' di stabilità e certezze all'industria e ai suo occupati. Come? Da parte del comparto sicuramente cercando l'unità, per essere un interlocutore ancora più efficace con Governo e politica locale, e lavorando per garantire un'offerta sempre più qualificata, responsabile e sicura, puntando anche e soprattutto sulla formazione degli operatori sul territorio, già oggetto di alcuni leggi regionali che ne hanno sancito l'obbligatorietà, con alterni risultati.

Uno strumento ritenuto indispensabile anche dal cosiddetto decreto Speranza, che nella seconda metà del 2021 ha definito il “Regolamento recante adozione delle linee di azione per garantire le prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione rivolte alle persone affette dal gioco d’azzardo patologico” e avocato allo Stato tale problematica spingendo sull’obbligo formativo per tutti coloro che nel pubblico o nel privato siano a contatto con un giocatore problematico/patologico o con la sua famiglia. 

L'ISTAT FOTOGRAFA LA CRISI DELL'INTRATTENIMENTO - Parlando di occupazione, i dati più “freschi” al momento disponibili sono quelli forniti dall'Istat e relativi al quarto trimestre 2021, con un focus sulle “Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento”, fra le quali si annovera anche il gioco.

In particolare, nello specchietto sulle posizioni lavorative dei dipendenti per tempo di lavoro e settore di attività economica” si registra una variazione percentuale congiunturale e tendenziale pari a meno 0,9 percento rispetto al terzo trimestre. Quanto al “monte ore lavorate e ore lavorate per dipendente” la variazione si attesta su meno -23,7 rispetto al terzo trimestre. Il “tasso di posti vacanti” invece è pari al 2 percento.

Guardando alle retribuzioni di fatto, oneri sociali e costo del lavoro per Ula, cioè il numero medio mensile di dipendenti occupati a tempo pieno, le retribuzioni segnano un meno 0,3 percento rispetto al precedente trimestre, e un meno 21 percento sui dati grezzi del quarto trimestre del 2020

Infine, guardando al prospetto delle retribuzioni contrattuali di cassa per dipendente per settore, nel IV trimestre 2021 la media mensile in euro è di 2.330, con un +0,8 sul quarto trimestre 2020.

 

DE ROSA: “INFORMAZIONE PRIMO PASSO PER SUPERARE I PREGIUDIZI” - Conosciamo da vicino le linee di azione e le attività dell’Osservatorio internazionale sul gioco e i progetti in itinere, attraverso le parole della professoressa Ornella De Rosa, docente di Storia del gioco pubblico in età contemporanea presso l'Università degli Studi di Salerno e presidente dell'Osservatorio internazionale sul gioco.

“L’Osservatorio fin dalla metà degli anni novanta ha operato come organismo tecnico-scientifico in collaborazione privilegiata con l’Università di Salerno, per poi divenire un affermato polo di ricerca attivando collaborazioni con numerose università italiane e straniere, oltre che partenariati con associazioni ed enti pubblici e privati. 

I nostri progetti hanno lo scopo di promuovere la cultura alta del gioco e in tal senso vengono svolte varie iniziative di intervento e di orientamento. L’azione di ricerca vede collocato l’Osservatorio in prima linea nello studio delle dinamiche sociali, economiche, culturali e cliniche connesse al sostenuto sviluppo del comparto del gioco pubblico in Italia e all’estero, per orientare e suggerire linee di sviluppo responsabile del mercato, oltre che compatibili con l’indice di tollerabilità sociale.

Oltre a realizzare progetti di ricerca, ci impegniamo anche nella formazione diversificata e su vari livelli rivolta in primis ad operatori del settore e professionisti, ma siamo anche molto impegnati in attività di formazione che aiutano a far crescere nei giovani competenze e abilità civiche”, sottolinea la docente. 

“Ogni anno sono organizzati convegni e seminari, durante i quali vengono trattati gli argomenti tradizionali su come il settore del gioco si è evoluto e qual è il suo ruolo nella società contemporanea e sono posti in risalto alcuni temi legati alla società, come le New addiction. Per combattere e sensibilizzare sul fenomeno delle nuove dipendenze, si praticano attività di analisi del problema, attraverso i progetti di ricerca, nei quali si registra una viva partecipazione anche dalla comunità studentesca. 

Questa ampia e diversificata attività decennale ha fatto godere l’Osservatorio di importanti riconoscimenti come l’Alto patronato del presidente della Repubblica, fino al 2015, e attualmente il patrocinio del ministero dell’Economia e delle finanze”. 

L'Osservatorio ha creato il primo insegnamento sulla storia del gioco riconosciuto dal Miur e istituito il primo dottorato di ricerca sul gioco. “Nell’ambito del corso di laurea in Scienze della comunicazione del Dipartimento di Scienze politiche e della comunicazione dell’Università di Salerno è stato istituito il primo e unico insegnamento sulla storia del gioco pubblico in età contemporanea (in verità l’insegnamento di storia del gioco esiste anche presso l’Università di Venezia 'Ca Foscari', però analizza l’età medievale). Obiettivo del corso è illustrare alle nuove generazioni i tratti peculiari della disciplina gioco pubblico e come questo settore sia strettamente connesso con le dinamiche che interessano la nostra società, sotto i più diversificati profili: economico, sociale, medico, giuridico, culturale, letterario. Diversamente con il segmento di dottorato di ricerca rivolto allo studio del gioco pubblico, i ricercatori si impegnano ad analizzare con metodo scientifico gli aspetti peculiari del settore ludico, ampliando il ventaglio di informazioni a disposizione della comunità scientifica e offrendo una soluzione a temi e argomenti che sono stati fin ora trattati con pregiudizio o superficialità”.

Ne approfittiamo per chiedere alla dottoressa De Rosa quali dovrebbero essere, in virtù della sua esperienza, gli strumenti di intervento e sostegno ai giocatori patologici che gli operatori dovrebbero conoscere e quali, invece, quelli che a suo avviso pochi conoscono.

“L’Osservatorio, restando saldamente ancorato ai principi dettati dal suo fondatore il professor Giuseppe Imbucci, si occupa anche di indagare sui più efficaci strumenti di tutela contro le possibili tracimazioni problematiche date dalla dipendenza da gioco d’azzardo. Credo che uno strumento fondamentale per arginare il problema e le difficoltà degli operatori sia l’informazione. Un’informazione aggiornata costantemente e a 360 gradi permette ai vari operatori di occuparsi nella maniera più opportuna di eventuali giocatori problematici e intervenire in modo tempestivo e adeguato nel caso fossero difronte a situazioni difficili”.

La formazione, prosegue la presidente dell'Osservatorio internazionale sul gioco, “è un elemento necessario e imprescindibile per i vari tecnici del settore, ma dovrebbe essere uno strumento utilizzato anche dai giocatori. Nella maggior parte dei casi è proprio la mancanza di una corretta formazione ed informazione che fa nascere pregiudizi e limiti, oltre che rivestire il settore del gioco pubblico di un abito che mette in risalto solo le peculiarità negative, molto spesso anche senza alcuna veridicità scientifica. È quindi di fondamentale importanza rendere nota la cultura alta del gioco e diffondere le peculiarità della materia e come questa sia alla base una semplice e positiva attività umana. 

Per tali ragioni, oltre ai vari progetti di ricerca, abbiamo attivato anche corsi di aggiornamento e perfezionamento diretti ad operatori e tecnici del settore che possano formare sull’evoluzione del fenomeno ludico e forniscano le giuste competenze per conoscere ad ampio spettro la materia e quindi anche aspetti patologici, le presunte cause che li originano e le soluzioni da adottare per fronteggiarli”.

Una visione a 360 gradi, quindi, che dovrebbe essere presente anche nella futura riforma del gioco pubblico per tutelare gli interessi degli operatori del settore e gli aspetti socio-sanitari, come rimarca la professoressa De Rosa. “Bisognerebbe diffondere il concetto di 'Cultura alta del gioco'. L’attività ludica si svolge in tempi e spazi ben definiti e racchiude in sé un importante valore biologico. Si potrebbe inserire nel programma di riforme una stringente formazione per tecnici e operatori e quindi fare in modo che si inizi a lavorare nel settore ludico solo in seguito ad un’adeguata preparazione. Ciò permetterebbe di sconfiggere molti pregiudizi che purtroppo nel corso del tempo si sono costruiti intorno al gioco pubblico, proprio a causa della mancanza di conoscenza. 

Credo inoltre che gli operatori delle varie compagini del settore gioco dovrebbero lavorare in sinergia, andando oltre la visione del singolo e creando un sistema basato sulla maggiore collaborazione e unione di interessi. 

Per ottenere ciò oltre alla disponibilità di chi lavora nel settore, occorre un ordinamento legislativo che possa finalmente dare stabilità al settore, con un quadro normativo che sia uguale per tutte le regioni. I vari provvedimenti attuati fin ora nelle differenti regioni e comuni creano solo confusioni e disuguaglianze. 

Infine, inserirei sanzioni più severe per coloro che utilizzano illecitamente apparecchi gioco legali e  illegali, così da proteggere l’industria ma anche il consumatore che utilizzando i circuiti illegali può essere più facilmente vittima di modalità di gioco non controllate e nocive poiché associate a fenomeni di criminalità organizzata, come ad esempio l’usura.    

Questi sono solo i primi accorgimenti che mi vengono in mente, ma sicuramente scopo fondamentale del legislatore dovrebbe essere proteggere il settore. Solo attraverso la giusta attenzione al gioco pubblico, si riesce a dare adeguata attenzione anche al consumatore/ giocatore sociale”. 

 

IURILLI: “AL VIA IL CORSO SU GIOCO RESPONSABILE E GAP” - “Noi riteniamo innanzitutto che il gioco ed in generale l’attività ludica hanno da sempre fatto parte della natura umana" è il pensiero di Cristiano Iurilli, responsabile area legale del gruppo di studio Disturbo da gioco d'azzardo dell'Università di Roma Tor Vergata, nonché coordinatore del corso “Giochi, scommesse e misure per la promozione del gioco responsabile. Il Gap” (che ha preso il via il 19 maggio scorso), "rappresentando un bisogno irrinunciabile sia come stimolo di crescita che di sviluppo e di socializzazione. Tuttavia, nella realtà contemporanea la pulsione al gioco ha esasperato - nei singoli e nella collettività - atteggiamenti patologici o problematici che possono trasformare la gara, la scommessa ed il gioco in generale, da strumenti di libertà a forme di costrizione psicologica.

In una visione ampia del concetto di gioco a caratterizzazione economica, si pone il problema di affrontare, non solo a livello giuridico bensì anche e specialmente in relazione ai profili di marketing responsabile, le delicate dinamiche che legano il gioco pubblico, i divieti in materia, le esigenze di tutela dei giocatori-consumatori e l’attività commerciale delle imprese del settore, e ciò in una visione necessariamente multidisciplinare.

La facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università di Roma Tor Vergata, nell’ambito delle attività del 'Gruppo studi e ricerche diritti e salute del giocatore-consumatore. Settore dei giochi e delle scommesse' che nel corso degli ultimi quattro anni si è dedicato alla ricerca sulle dipendenze comportamentali e in particolare allo studio dei Disturbi da gioco d’azzardo (Dga), e dopo aver istituito, già dal 2017, il primo corso universitario dal titolo 'Ludopatia. Gioco d’azzardo patologico e social network nell’era di internet', per l’anno accademico 2021/2022 ha istituito un corso di formazione professionalizzante dal titolo 'Giochi, scommesse e misure per la promozione del gioco responsabile. Il Gap'.

Il corso, che per la prima volta in Italia si inserisce pienamente all’interno delle linee guida del cosiddetto decreto Speranza del 19 luglio 2021 in cui viene data massima evidenza alla prevenzione, ed i cui destinatari sono riconducibili a più ampi settori, quali le Aziende sanitarie locali, i medici di base, le Regioni, i dipendenti dell'Agenzia accise, dogane e monopoli, affronta la tematica del gioco allorquando esso diviene problematico e patologico, approfondendo aspetti legali, clinici (di sintesi) e reputazionali, riconoscendo la rilevanza delle tre linee guida del decreto Speranza, ovvero la prevenzione attraverso iniziative di carattere educativo ed informativo, la prevenzione attraverso azioni di formazione e la prevenzione attraverso campagne di sensibilizzazione. Ed è proprio sulla formazione che il decreto Speranza sottolinea il cosiddetto 'primo livello di responsabilità', individuato nel primo punto di accesso ai servizi, in relazione al quale si chiede un sostanziale ripensamento delle competenze di tutti gli operatori che si trovino a contatto con il pubblico”, spiega Iurilli.

Per il professore è “tuttavia chiaro che, essendo il problema del Gap e della sua prevenzione, elemento che deve caratterizzare anche l’organizzazione interna delle imprese del settore, un adeguato approccio formativo, informativo ed organizzativo fa sè che il corso sia funzionale anche all’implementazione delle competenze di tutti i livelli manageriali delle citate imprese.

Il corso, che si svolge presso la facoltà di Medicina e chirurgia, sia in presenza sia su piattaforma Teams, si articola in cinque insegnamenti per un totale durata di 32 ore, e vedrà un riconoscimento di 6 Cfu universitari. Al termine del corso sarà rilasciato l’attestato di frequenza a firma del coordinatore e del direttore del Dipartimento.

Il corso si articola nei seguenti moduli: Inquadramento generale gioco pubblico ed analisi della domanda di gioco, all’interno del quale si approfondirà la regolamentazione del gioco pubblico, le tipologie di gioco pubblico e i diversi regimi concessori, le caratteristiche dell’offerta di gioco e dei canali distributivi, i valori di mercato; Il marketing responsabile, ove si approfondiranno le tematiche relative allo sviluppo del marketing socialmente responsabile come conseguenza della trasformazione socioeconomica della società; si definirà il marketing responsabile evidenziando le differenze tra marketing tradizionale e marketing socialmente responsabile, anche come strumento per condizionare la condotta dei consumatori verso un consumo responsabile del gioco; Il gioco responsabile ed il ruolo della comunicazione, che affronterà il tema del customer journey del giocatore online e fisico, le misure di prevenzione e contrasto del Dgs per tipologia di gioco, gli strumenti per la promozione del gioco responsabile nelle varie fasi del customer journey del giocatore ed il benchmarking internazionale delle misure di gioco responsabile adottate; Contratto e gioco d’azzardo patologico. Il giocatore come consumatore. Le tutele contrattuali, ove si analizzeranno il gioco e la scommessa nella loro visione contrattuale, le categorie e tipologie di giochi, il gioco online, le nuove forme di giochi e sommesse come le scommesse finanziarie, i social network ed il gaming. Ove peraltro si approfondirà la tutela del consumatore-giocatore, i temi dell’informazione e della pubblicità, la gamification ed i suoi collegamenti con la gamblification, nonché le problematiche relative al game for fun, gli esports e le ticket redemption; Le tutele legali assistenziali e cliniche, la funzione degli intermediari bancari e degli intermediari nella prevenzione e controllo del Gap, relazioni con i presidi antiriciclaggio, modulo ampiamente multidisciplinare ove si affronteranno le dinamiche cliniche ed assistenziali relative al Gap, le dipendenze, i livelli essenziali di assistenza, il sistema delle limitazioni alla capacità di agire dell’uomo, in relazione agli istituti della interdizione ed inabilitazione e dell’amministrazione di sostegno, ma si affronterà la tematica anche da un punto di vista organizzativo delle aziende di gioco, affrontando le tematica dei modelli di vigilanza 231/01, la disciplina contro la lotta al riciclaggio ed il nuovo reato di autoriciclaggio, le problematiche inerenti l’erogazione del credito e rapporti con il Gap ed il problema del sovraindebitamento delle famiglie. Tra i docenti del corso annoveriamo sia professori della nostra università, sia esperti di marketing relazionale e reputazionale sia dirigenti di Adm".

In tema di sostegno dei giocatori patologici, Iurilli rileva in generale “una scarsa conoscenza sia dei presidi clinici e sanitari a cui potrebbero accedere i giocatori, sia dei presidi giuridici idonei a bloccare le conseguenze patrimoniali negative del gioco, quali ad esempio la legge sul sovraindebitamento o le nomine di amministratori di sostegno. A ciò aggiungo che molto spesso vi è una scarsa cultura dei diritti dei consumatori/giocatori ed una altrettanto scarsa cultura sugli strumenti bancari collegati al gioco ed alle scommesse ed i rischi collegati.

Sarà tuttavia necessario realizzare delle proposte formative che in molti casi saranno adattate alle varie categorie di discenti, siano essi dipendenti dei concessionari, operatori socio-sanitari, forze dell’ordine o dipendenti pubblici. In tal senso stiamo predisponendo un modello di formazione adattabile alle varie esigenze”.

Venendo alla stretta attualità chiediamo al professore dell'ateneo romano un commento sulla proposta di riordino del gioco pubblico avanzata dal Governo, e sulla necessità, sottolineata dal sottosegretario Federico Freni, di “garantire la tutela del giocatore attraverso le sale pubbliche in cui si esercita il gioco, definire un sistema coordinato sanitario, di comunità e di filiera per la lotta ai comportamenti patologici mediante l’attivazione di una rete integrata di soggetti che, dagli organismi di territorio agli operatori della filiera (a contatto con i giocatori, quindi con una formazione ad hoc), possa operare come un sistema di protezione e pronto intervento nei confronti dei soggetti a rischio, attraverso un approccio complessivo ai loro problemi di dipendenza”. 

“Sono d’accordo innanzitutto nel dare evidenza alle necessità di tutela collegate al 'gioco' in sé, sia esso a caratterizzazione economica sia esso 'for fun'.

Poi se mi si chiede se l’ambiente di gioco ed i comportamenti e relativi controlli nell’ambiente ludico siano fondamentali per prevenire il fenomeno, sono ampiamente d’accordo. È necessario realizzare un sistema compliant ad un modello in cui l’ambiente di gioco, sia esso fisico sia online, permetta ad giocatore la più chiara informazione sugli elementi essenziali del gioco, sul suo funzionamento, sui rischi connessi e sugli strumenti di tutela del giocatore e della sua famiglia”.

Anche Iurilli poi, come De Rosa, rimarca il bisogno di creare una “cultura del gioco”, partendo dall'assunto che “cultura è conoscenza, coscienza e consapevolezza.

Cultura del gioco, come detto, significa andare oltre la componente dell’azzardo, iniziando una riflessione che parta dal gioco come elemento che entra nella cultura dei cittadini sin dalla tenera età.

Così come con i game for fun si inizializza un cittadino alla cultura del gioco, essa deve permeare l’educazione del cittadino sin dalla minore età, accompagnandolo in un percorso formativo, anche di stampo scolastico, idoneo tendenzialmente a far assumere comportamenti equilibrati nella fruizione del gioco e della scommessa”.

In quest'ottica, l'attesa riforma del gioco per Iurilli dovrebbe “realizzare un sistema di tutela e regolamentazione certamente a livello nazionale, mediante strumenti di regolazione che comunque possano adattarsi alle varie esperienze regionali e territoriali. E qui credo che la ricerca scientifica, anche a livello territoriale, possa rappresentare un volano di studi ed interpretazione di dati statistici, economici e clinici, che possano e debbano essere utilizzabili per proporzionare, con efficacia, le norme nazionali alle esigenze territoriali.

L’aspetto che ritengo importante è quello di un sistema di regolamentazione che faccia sedere al medesimo tavolo i diversi soggetti che risultano connessi al settore: le pubbliche amministrazioni, i concessionari, le associazioni di categoria, le Università e, non da ultimo le banche presso le quali transitano le operazioni economiche connesse al gioco”.

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