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La vera sfida del gioco pubblico

11 agosto 2014 - 10:01

Diciamo la verità. Qualcosa, finalmente, è cambiato nel rapporto tra il gioco pubblico e la politica. Certo non si può ancora dire che il settore sia stato del tutto “accettato” dall’insieme delle forze politiche che governano il paese (come neppure da quelle che siedono all’opposizione, del resto) né tanto meno si può ritenere “immune” da eventuali iniziative politiche che potrebbero comprometterne anche solo in parte l’attività. Vale la pena tuttavia evidenziare il progresso compiuto fino ad oggi che getta le basi per un futuro orientato al dialogo con la filiera.

Scritto da Alessio Crisantemi
La vera sfida del gioco pubblico

Un cambiamento del quale va dato merito al nuovo sottosegretario all’Economia con delega ai giochi, Giovanni Legnini, che più volte ha evidenziato la necessità di confrontarsi con le associazioni di categoria e le rappresentanze del settore prima di stilare i provvedimenti attuativi delle legge delega che promettono di riformare l’intero comparto dei giochi. Anche se, in tutta onestà, andrebbe dato merito prima ancora al Parlamento, proprio per la definizione di quell’articolo 14 della legge delega. Che forse è il frutto di quella clamorosa bagarre in Senato che appena qualche mese fa portò all’approvazione di una moratoria mirata alla cancellazione dell’intero settore che non va affatto dimenticata, ma che comunque, è evidente, ha fatto riflettere e permesso l’avvio di una rivisitazione generale del comparto. Proprio quello che l’industria chiedeva da tempo. 

Ma ora il confronto con la filiera è il vero leitmotiv di questa nuova fase politica di attuazione della delega, come sottolinea anche il presidente delle Commissione finanze del Senato, Mauro Marino, responsabile del tavolo ristretto per il dialogo con il governo sulle riforme fiscali, che promette di arrivare a definire i primi decreti sui giochi già ad ottobre.
Ciò significa che gli addetti ai lavori e le loro sigle avranno un bel da fare appena rientrati dalla pausa estiva, nel giocare una partita che mette in palio il futuro dell’intero settore. Una grande responsabilità, non vi è dubbio, ma al tempo stesso un’opportunità immensa per mettere in luce le opportunità racchiuse da questa riforma ma anche (e soprattutto) i rischi da valutare in fase di riassetto sia dal punto di vista fiscale e della tassazione dei giochi, che da quello della loro distribuzione sul territorio, che sono poi i temi di principale interesse della legge.
L’altra buona notizia che emerge dalle parole del sottosegretario ai giochi, tuttavia, è la volontà espressamente dichiarata di intervenire in maniera seria (e, sperabilmente, definitiva) rispetto al tema dell’illegalità nel settore del gioco pubblico e del gioco non autorizzato, pensando sia al settore degli apparecchi da intrattenimento ma anche, e soprattutto, a quello delle scommesse sportive.
Per questo la bella stagione del gioco pubblico potrebbe coincidere con il prossimo autunno, quando i rappresentanti delle categorie dovranno farsi trovare pronti per un intervento il più possibile incisivo sul tavolo delle riforme. A scongiurare il rischio che i buoni propositi del legislatore rimangano soltanto parole e consegnare agli operatori un futuro (finalmente) sostenibile.

 

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