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La Legge delega e la riforma del gioco: che evoluzione sia

23 febbraio 2015 - 11:18

Che la Legge Delega abbia fatto discutere, fin da principio, gli addetti ai lavori del gioco pubblico, è un fatto. Specie negli ultimi mesi, con la definizione del testo e le ripetute bozze del documento che si sono susseguite nel tempo, tra indiscrezioni di stampa e voci di corridoio. E ora che neppure l'attesissimo Consiglio dei Ministri ha portato all'emanazione di un provvedimento definitivo, a causa di un ulteriore slittamento dei lavori, continua a permanere lo stato di agitazione nell'intera filiera.

Scritto da Alessio Crisantemi
La Legge delega e la riforma del gioco: che evoluzione sia

E per vari motivi. In primis, senza dubbio, per la definizione della nuova generazione di apparecchi da intrattenimento che sembra portare a una sorta di accelerata verso le famigerate “mini-vlt”. Le ultime indiscrezioni provenienti da Via XX Settembre prevedono che le nuove macchine, con accesso e controllo da remoto, dovrebbero sostituire le attuali new slot già dal prossimo 31 luglio 2017. Una previsione che getta benzina su un terreno altamente infiammabile, promettendo di rivoluzionare su tutti i fronti il comparto, per una serie di rischi ravvisati da tutte le categorie. Intanto, secondo la delega, dovrà essere un decreto ministeriale (e non un decreto dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli) a dettare le tappe dell'evoluzione tecnologica affinché le attuali slot siano integralmente sostituite da congegni che "in analogia" con le vlt viaggino su remoto. E anche se la partita è ancora tutta da giocare, in attesa della stesura definitiva del testo di legge, la cosa che preoccupa di più sono proprio i tempi. Assumendo che la delega possa essere pubblicata in Gazzetta entro il prossimo giugno, per rispettare le dead line governativa le regole tecniche dei nuovi apparecchi dovrebbero essere scritte in pochi mesi, diciamo pure entro settembre 2015, visto che ogni Awp dovrà essere rimpiazzata da una 'mini' Vlt e tenendo conto che tali macchine occorrerà costruirle e omologarle, insieme alle piattaforme. Per un primo grande spauracchio (e, in un certo senso, un dejà vu) che vedrebbe la conquista del mercato italiano da parte dei grandi produttori internazionali che al contrario delle nostre aziende che dovranno avviare nuove produzioni, dovranno semplicemente adattare il proprio prodotto vlt al nuovo segmento di mercato.
Per questo le tempistiche con cui si andrà ad attuare la riforma del settore assumono un ruolo a dir poco fondamentale: questo perché, scrivere che la 'mini vlt' debba essere pronta per il 31 luglio 2017 potrebbe essere un obiettivo realizzabile; mentre scrivere che al 31 luglio 2017 le mini vlt debbano aver sostituito integralmente le awp , significherebbe dire che le nuove macchine dovrebbero essere pronte al più tardi entro luglio del 2016. Quindi, ancora, le regole tecniche non potrebbero uscire più tardi di ottobre 2015, tenendo conto anche dello stand still comunitario (almeno tre mesi di stand by di ogni norma tecnica presso la Commissione Imprese e Industria della Commissione Ue) che non terminerebbe prima di gennaio 2016.

Ecco quindi di cosa si stanno preoccupando le imprese del gioco pubblico italiano in queste ore. Da un lato, i costruttori di apparecchi, hanno di che preoccuparsi, visto che rischierebbero di chiudere baracca con le nuove produzioni, rimpiazzati dai colossi internazionali, tenendo anche conto che dall'uscita della delega ai successivi 12 mesi non potranno quasi più produrre new slot visto che si tratterebbe di un bene che avrebbe solo un anno di vita e quindi difficile pensare a un appeal sul mercato. A sparire dal mercato con il prodotto new slot, tuttavia, rischiano pure i gestori di apparecchi: questo perché, secondo l'impostazione di base della delega, solo la nuova 'mini vlt' (o in qualunque altro modo si vorrà chiamare la nuova macchina) potrà beneficiare della riserva statale sul gioco pubblico e cioè del superamento delle norme regionali. E a quel punto neppure il presidio del territorio che ha messo fino ad oggi il gestore di slot al centro della filiera avrebbe un valore politico, commerciale e istituzionale per la categoria. Ma un governo nazionale, seppure poco incline (e, a dire il vero, assai distante) a un settore economico come quello in questione, non può sancire per legge la chiusura di migliaia di aziende. Per questo è lecito (e non solo auspicabile) attendersi che i tecnici di Palazzo Chigi sappiano tenere conto delle conseguenze di tali previsioni, arrivando a una formulazione meglio sostenibile della Delega. E in questo senso potrebbero avere un peso rilevante le audizioni avviate nelle ultime settimane dal sottosegretario Pierpaolo Baretta con le categorie. Come pure il successivo passaggio della Legge in Parlamento, per altri tre mesi che si annunciano essere caratterizzati da un dibattito serrato sul tema del gioco pubblico.

Che ne sarà, invece, della Legge di Stabilità e dei suoi principi introdotti rispetto al settore (primo su tutti: il prelievo di 500 milioni alla filiera)? E' evidente che questo rappresenta un altro dei punti non (ancora) risolti, visto che, con uno scenario di questo tipo all'orizzonte, nessun gestore si sentirebbe propenso di andare a pagare certe cifre, sapendo di dover sparire nel giro di diciotto mesi. Da risolvere, tuttavia, ci sarebbe la situazione relativa all'anno corrente, visto che per il 2016 la norma sarebbe già tecnicamente sostituita (poiché “spalmata” sulla tassazione nel cassetto) da un aumento del Preu. Per una norma “effimera”, potremo dire, che ha soltanto traghettato il settore verso una nuova disciplina fiscale. E senza risparmiare vittime. Ma se la Stabilità ha reso instabile il settore, l'auspicio generela è che la Delega non deleghi ai posteri la riforma del settore, riuscendo nell'obiettivo di rendere finalmente sostenibile il gioco nel nostro paese. E, soprattutto, che questa rivoluzione porti davvero a una evoluzione del sistema.

 

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