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Non si giochi con la legalità

27 luglio 2015 - 07:54

Tutti i mercati paralleli, proprio perché non controllati, sono pericolosi. Sia per i consumatori finali che per gli operatori che agiscono nella legalità. E anche nel mondo del gioco vale la stessa cosa.

Scritto da Sara Michelucci
Non si giochi con la legalità

In un settore dove i controlli si sono fatti, negli anni, sempre più stringenti e articolati, grazie soprattutto alla riserva dello stato, operazioni come quella dei giorni scorsi sulle infiltrazioni criminali in società con sede in altri paesi e senza concessione statale, fa riflettere sul fatto che si debba attuare una netta differenza tra gioco legale e gioco illegale.

Una differenza che diventa fondamentale quando si parla di gioco pubblico e che deve far riflettere sia la politica che chi opera nel mondo della comunicazione, per non inciampare in facili luoghi comuni e per non fare di tutta un’erba un fascio. Operare senza concessione porta a rischi molto più alti, proprio perché il controllo da parte dello stato non c’è. Questo ha condotto il legislatore, nell’ultima legge di Stabilità, a una sanatoria fiscale dei cosiddetti centri di trasmissione dati a cui, però, in molti si sono sottratti.

C’è allora la possibilità di rendere il settore del gioco legale sempre più controllato e soprattutto meno invasivo, tenendo alta l’attenzione sulla sfera sociale che coinvolge. Dall’altra parte, però, è compito della politica far chiarezza e contrastare il gioco sommerso quello che, rischia, realmente, di rappresentare un problema per i giocatori e per lo Stato più in generale. Un’azione di chiarezza che parte da una presa di coscienza del fatto che il divieto o la censura tout court non può che rafforzare il braccio illecito della criminalità.

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