skin

Gioco, cominciamo dal riordino

29 febbraio 2016 - 12:02

In attesa della discussione della materia 'gioco' in Conferenza unificata, parte l'iter del Ddl Mirabelli in Senato, seppure con qualche polemica.

Scritto da Alessio Crisantemi
Gioco, cominciamo dal riordino

 

Nella confusione generale che ruota attorno al comparto del gioco pubblico, sembra esserci un'unica certezza: quella cioè che la gestione statale dei giochi, così com'è oggi, non può più stare in piedi. Il sistema introdotto e perseguito nel tempo dal Legislatore non pare più adeguato al contesto sociale, politico ed economico del nostro paese. E dobbiamo prenderne atto. Nonostante gli enormi risultati raggiunti in questi anni (che vanno senz'altro ricordati, come mai avviene nei vari dibattiti generalisti sul tema), soprattutto in termini di emersione e quindi di contrasto all'evasione fiscale e all'illegalità, il modello attuale è arrivato al punto di scontentare tutti. Politica, istituzioni, parti sociali e addetti ai lavori. Chi più e chi meno, non c'è dubbio, e per varie ragioni. Ognuna delle quali, però, è da ritenere legittima, e non solo comprensibile.

 

Ha ragione chi denuncia l'eccesso di distribuzione del gioco sul territorio, e hanno ragione gli enti locali quando lamentano un difetto di competenza sull'apertura di sale da gioco sui propri territori. Ma hanno ragione, al tempo stesso, anche gli operatori del settore che hanno investito in un settore economico e produttivo che non solo è lecito – e, quindi, teoricamente analogo a qualunque altro settore dell'economia nazionale - ma è addirittura una riserva esclusiva dello Stato che, in quanto tale, dovrebbe essere ancora più tutelato (e tutelante) visto che chi offre prodotti di gioco lo fa in nome e per conto dello Stato.

 
Ma così non è. O almeno, non nei fatti. E la cosa ancora più assurda è che in uno scenario di questo tipo, dove tutti sembrano avere ragione, nessuna logica riesce a prevalere. Neppure la riserva statale, appunto, che pur essendo l'elemento centrale e fondativo del comparto, oltre ad essere talvolta messa in discussione a livello teorico, risulta minata alla base anche (e soprattutto) nella pratica, con le leggi regionali che, nel settore. si stanno sempre più sostituendo alla disciplina nazionale.

C'è quindi bisogno – ed è evidente - di una riorganizzazione generale del comparto e di una ridefinizione dell'intero modello. Quindi, per dirlo in una sola parola, di un riordino. Che tenga conto di tutte queste posizioni e che sia in grado di trovare una sintesi (e una soluzione) alle troppe problematiche, rispondendo in maniera concreta alle singole aspettative. Per questo stupisce la levata di scudi a cui si assiste ancora oggi rispetto al lavoro di sintesi promosso da una parte del Partito Democratico attraverso il Disegno di legge firmato dal senatore Franco Mirabelli che riprende i principi della 'vecchia' Legge delega promettendo, appunto, un riordino del comparto. Se l'industria non può certo aspettarsi un intervento legislativo che metta a tacere tout court gli enti locali, non considerando in nessun modo le richieste delle amministrazioni territoriali rispetto alla disciplina del gioco, dall'altra parte non si può certo immaginare che lo Stato possa cambiare completamente direzione facendo sparire il gioco pubblico, relegandolo nuovamente all'illegalità. E' evidente che la soluzione può uscire soltanto da una sana concertazione e che questa dovrà riuscire a dare opportune garanzie alle varie parti in causa. Con qualche mediazione, non c'è dubbio, che alla base di ogni politica. Ma in maniera sana, trasparente e soprattutto idonea alla realtà del paese.
 
Il percorso, del resto, era già stato indicato – e teoricamente intrapreso – dal cosiddetto Decreto Balduzzi del 2012 che aveva imposto la razionalizzazione della distribuzione del gioco da ricercare insieme agli enti locali. E da qui si era giunti alla definizione della legge delega e dell'articolo 14 in essa contenuto - interamente dedicato al gioco pubblico - che si ritrova ora nel Ddl Mirabelli, la cui trattazione dovrebbe dovrebbe essere avviata in Senato proprio in questi giorni. E dovrà essere proprio quella la sede in cui discutere, affrontare e provare a risolvere tutti i problemi del settore, sotto qualunque profilo. Una prima piattaforma di discussione nella quale valutare e approfondire le tante problematiche, per poi sintetizzarle in una Soluzione da portare sul tavolo delle trattative della Conferenza unificata, entro il prossimo 30 aprile. Il lavoro parlamentare che il Ddl Mirabelli si promette di avviare nelle prossime ore sarà quindi un nuovo punto di partenza e dovrà essere sfruttato appieno. Per evitare il riproporsi di soluzioni monche se non del tutto inefficaci (come per esempio il parziale divieto di pubblicità del gioco in tv introdotto dalla Legge di Stabilità) e fare in modo, al contrario, di risolvere una volta per tutte i problemi veri e seri di questo settore. Pensiamo quindi alla Conferenza unificata, ai bandi di gara e alla soluzione dei problemi, quindi: ma prima, intanto, (ri)cominciamo dal riordino.
 

Articoli correlati