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L’ultima spiaggia per il gioco pubblico

16 agosto 2016 - 11:06

Dopo un’estate che si sta rivelando sempre più infuocata per il gioco pubblico e l’Esecutivo, a settembre sarà l’ultima spiaggia per il riordino del comparto.

Scritto da Alessio Crisantemi
L’ultima spiaggia per il gioco pubblico

 

E pur si muove. Stancamente e molto lentamente, ma qualcosa, per il gioco pubblico, si sta muovendo. Nonostante la lunga attesa e le grandi speranze (più volte tradite) degli addetti ai lavori, la riforma del gioco pubblico che il governo si trascina dietro da troppi mesi - con tanto di ulteriore rinvio dei lavori della Conferenza unificata – non è ancora abbandonata. Sia pure nelle evidenti difficoltà con cui viene sistematicamente affrontata la materia, che non hanno consentito all’Esecutivo di chiudere la partita nei tempi auspicati, cioè prima della pausa estiva, se non proprio entro il termine del 30 aprile inizialmente previsto dalla Legge di Stabilità.

La discussione sul riordino del comparto continua comunque a tenere banco negli ambienti istituzionali, con una volontà sempre più diffusa di arrivare a una soluzione concreta, di cui tutti sentono sempre più l’esigenza. Eccetto le regioni – verrebbe da dire – tenendo conto della ripetuta assenza di una loro rappresentanza al tavolo di lavoro della Conferenza unificata, che rappresenta forse l’unico colpo di scena di questa faccenda tutta politica (e squisitamente italiana) di cui si fatica a intravedere una via di uscita, ma che si dovrà necessariamente individuare.
Prima o poi il braccio di ferro tra governo ed enti locali dovrà interrompersi: e in questo caso, senza bisogno di vincitori né vinti. Arriverà il punto, inevitabile, in cui il governo dovrà assumersi la responsabilità di decidere il futuro del comparto: per il bene del paese, prima di ogni altro interesse. Con la situazione attuale diventa impossibile effettuare le gare pubbliche per il rinnovo delle concessioni e ciò a scapito della nostra economia, tenendo conto dei mancati introiti per l’erario, in un momento in cui il paese continua ad essere in grave difficoltà, al punto da dover chiedere altri ‘favori’ all’Europa per scongiurare una nuova manovra finanziaria lacrime e sangue per i cittadini. Con effetti negativi anche nei confronti dei consumatori, pensando, per esempio, in termini di qualità e rinnovamento dei servizi, al mancato ricambio di operatori che potrebbe scaturire dall’espletamento delle gare.
Per queste ragioni, in un modo o nell’altro, si dovrà arrivare a una soluzione. Anche se non dovesse risultare pienamente condivisa. Del resto, se le Regioni continuano a disertare il tavolo, ad essere messo in discussione, in primo luogo, è proprio il ricorso stesso alla Conferenza unificata sancito dalla Legge di Stabilità. Manifestando di fatto una mancanza di interesse rispetto alla materia da parte di questi soggetti istituzionali: per un autentico paradosso, è evidente, ma così risulterebbe agli atti. Anche se il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, ha più volte specificato che non c’è alcuna intenzione di procedere senza una reale concertazione con gli enti e, quindi, senza aver raggiunto un accordo generale, è evidente che la Conferenza non può rimanere ancora a lungo sul tema, come pure il paese non può restare in balia degli eventi e dei capricci politici di alcuni rappresentanti regionali. Anche in virtù del fatto che il passo indietro delle stesse Regioni non sembra essere condiviso all’unanimità, tenendo conto che da più territori si invoca il raggiungimento di una soluzione. Che non dovrà essere ‘contro’ determinati principi difesi dai territori, come più volte ribadito da vari rappresentanti locali: ma proprio a tutela di queste esigenze si era fatto ricorso alla Conferenza unificata. Per un cul-de-sac che prima o poi dovrà essere necessariamente interrotto.
Intanto, come già anticipato, i Monopoli di Stato dovrebbero mandare avanti comunque le procedure per l’emanazione delle gare per il rinnovo delle concessioni in modo da poterle bandire entro l’anno. Anche se, stante la situazione attuale, risulta praticamente scontata l’impugnativa da parte delle società interessate per una procedura quasi priva di senso in virtù delle norme regionali vigenti che non permetterebbero di aprire i locali per i quali si andrebbe ad acquistare (e a caro prezzo) i titoli concessori. Per una ulteriore fase di stallo che si verrebbe a creare, già nel prossimo autunno; proprio nel periodo in cui il governo dovrà stilare la nuova manovra.
E’ quindi evidente la necessità, per tutti, di giungere a una soluzione definitiva. Qualunque essa sia. Il governo ci riproverà a settembre, nella nuova riunione della Conferenza fissata per il 15 del mese, a un mese dalla data prevista da Bruxelles per la presentazione della Legge di Stabilità. Per quella che sarà probabilmente l’ultima spiaggia per il gioco pubblico, dopo un’estata decisamente infuocata.

 

 

 

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