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Gioco online, la giungla che danneggia l’Europa

28 dicembre 2013 - 08:18

Tra tutti i parlamentari europei, è stato quello che forse ha dato il maggiore contributo su un tema che è sempre più al centro dell’attenzione comunitaria: il gioco online e la necessità di fissare dei ‘paletti’ che naturalmente tengano conto delle specificità (e prerogative) nazionali, oltre che della difficoltà di regolamentare un fenomeno virtuale e che sfugge quasi per definizione a rigidi controlli.

Scritto da Anna Maria Rengo
Gioco online, la giungla che danneggia l’Europa

 

Porta infatti la firma del britannico Ashley Fox (Ecr) la risoluzione non legislativa sul gioco online nel mercato interno che è stata approvata il 10 settembre scorso con 572 voti a favore e 79 contrari. Una pietra miliare nella storia dell’impegno comunitario sul gioco cui ha fatto seguito la presentazione, sempre da parte di Fox e del suo collega Giles Chichester, di un’interrogazione alla Commissione europea nella quale si torna ad accendere i riflettori sull’attuale frammentazione normativa a livello comunitario in materia di gioco online, chiedendo un approccio più coerente così anche da prevenire un’ulteriore perdita del vantaggio competitivo dell’Unione Europea.

Ma quali sono, secondo l’europarlamentare, i profili più critici dell’attuale giungla di norme che si registra negli Stati membri dell’Unione Europa?

“Il gioco online è per sua natura un'attività transfrontaliera e quindi ha bisogno di regole transfrontaliere. La frammentazione che esiste attualmente nell'Unione Europea è un danno sia per l'industria che per i consumatori. Con grandi differenze nel modo in cui gli Stati membri regolano il gioco online, e l'incertezza legale che questo genera, gli operatori stanno lottando per espandere la loro attività in tutta l'Ue. Allo stesso tempo, ai consumatori non viene data un'offerta competitiva e leale e pertanto sono incentivati a utilizzare siti di gioco non regolati, con bassi livelli di protezione dei consumatori”.

Ci sono dei paesi dove, a suo modo di vedere, la normativa è particolarmente carente e dove magari sarebbe il caso di dare corso a procedure di infrazione?

“Vi sono alcuni Stati membri dell'Unione europea le cui politiche nazionali sul gioco sono discriminatorie o troppo pesanti ed è importante che la Commissione europea esamini se queste siano conformi al diritto comunitario. Accolgo quindi con favore l'impegno della Commissione di fare progressi con le sue procedure di infrazione in corso e di adottare misure di esecuzione, se necessario”.

In che modo la Commissione europea può e deve intervenire? Su quali fronti?

“Oltre a fare progressi sulle procedure di infrazione e garantire il rispetto delle leggi di gioco nazionali con il diritto comunitario, la Commissione europea può riunire i regolatori nazionali per condividere le migliori pratiche in materia di licenze, tutela dei consumatori e come prevenire le partite truccate e il riciclaggio di denaro. Inoltre la Commissione può contribuire a rimuovere inutili oneri amministrativi per gli operatori transfrontalieri, avendo come obiettivo finale la creazione di un mercato unico per il gioco online”.

In che modo si possono e devono proteggere i consumatori dai pericoli del gioco online a livello comunitario e nazionale?

“La maggior parte dei consumatori non ha bisogno di protezione. Possono farsi una loro idea su come vogliono spendere il loro denaro. Ai minorenni deve essere impedita l'esposizione a qualsiasi forma di gioco. Altri consumatori vulnerabili trarrebbero beneficio da un registro europeo di auto-esclusione. Tutti i consumatori potrebbero trarre vantaggio dalla cooperazione tra i regolatori nazionali a livello dell’Unione Europea”.

A suo modo di vedere, le potenzialità del gioco online sono sufficientemente valorizzate in Europa?

“Penso che vi sia un riconoscimento del fatto che il gioco online abbia il potenziale per fornire un grande contributo per l'economia dell'Unione Europea. Alcuni miei colleghi del Parlamento europeo vedono questo come una minaccia per i consumatori, ma ci si deve rendere conto che i consumatori cercano quello che vogliono, a prescindere se sia legale o illegale, quindi preferirei di gran lunga avere un mercato di gioco online sicuro e ben regolamentato nell'Unione Europea piuttosto che i consumatori siano costretti a rivolgersi a siti Web non sicuri e non regolamentati in altre giurisdizioni”.

Dei rischi, invece, c’è consapevolezza e si interviene a sufficienza?

“Penso che i rischi connessi con il gioco online siano presi molto sul serio a livello dell'Unione Europea, ma è meglio che i consumatori possano accedere a un'offerta equa e legale nell'Unione Europea che essere costretti a rivolgersi a siti web nocivi”.

C’è davvero il rischio, come ha sottolineato anche nella sua interrogazione alla Commissione Europea, che l’attuale situazione rappresenti un vantaggio competitivo per gli Stati Uniti, dove in realtà non esiste ancora una legge federale sul gioco online?

“Gli Stati Uniti stanno iniziando ad aprire il proprio mercato del gioco online e sono consapevoli degli svantaggi derivanti dal quadro normativo europeo frammentato. Se i consumatori europei non possono accedere al gioco competitivo nell'Unione Europea, poi si rivolgeranno ad altre giurisdizioni con ambienti più competitivi.

Verso quali altri direttrici, sempre in materia di gioco ma non necessariamente online, il Parlamento e la Commissione europea possono e devono intervenire?

“Nella recente relazione del Parlamento europeo sul gioco online ho chiesto alla Commissione europea di esaminare la possibilità di interoperabilità di tutta l'Unione Europea tra i registri nazionali di auto-esclusione, in modo che un consumatore che si auto-escluda da un operatore di gioco possa essere automaticamente auto-escluso dal tutti gli operatori dell'Unione Europea. Spero che la Commissione lo prenda in seria considerazione”.

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