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Gioco online off-shore in Europa, Barnier: “Principale preoccupazione della Ce”

06 marzo 2014 - 09:45

“La Commissione non dispone di dati più recenti sul numero di siti web che offrono giochi senza licenza nell'Ue nel suo insieme o sui ricavi generati da questi siti web. Tuttavia, la Commissione è consapevole che questa è una delle principali preoccupazioni, in particolare alla luce della crescente partecipazione dei cittadini al gioco online”.

Scritto da Amr
Gioco online off-shore in Europa, Barnier: “Principale preoccupazione della Ce”

Il commissario europeo al mercato interno, Michel Barnier, ha così risposto all’interrogazione posta dall’europarlamentare Georgios Papanikolaou (Ppe) e che chiedeva appunto di conoscere i dati sul gioco illegale. “Un sondaggio europeo dedicato all'uso delle tecnologie d'informazione e di comunicazione raccoglie informazioni sull'uso di Internet da parte dei cittadini. Secondo i dati a partire dal 2011, il 5% degli individui di età compresa tra i 16 e i 74 anni nei 28 stati Ue aveva piazzato una scommessa, giocato d'azzardo o al lotto in Internet negli ultimi 12 mesi precedenti l'indagine. La quota di individui per Stato membro varia dal 27% della Finlandia all'1% della Bulgaria. Nel complesso le cifre erano leggermente aumentate dal 4% del 2009 al 5% del 2011. Nel 2012 la Commissione ha istituito un gruppo di esperti sui servizi di gioco che riunisce i regolatori di tutti gli Stati membri per rafforzare la loro cooperazione e stimolare lo scambio delle migliori pratiche. Questo gruppo di esperti discute inoltre delle migliori pratiche per quanto riguarda la lotta all'offerta di gioco illegale. Inoltre la Commissione ha commissionato uno studio in materia di autorizzazione, supervisione e applicazione della normativa nell'area del gioco online. Lo studio raccoglierà dati e informazioni relativi ai processi di autorizzazione e alla supervisione dei servizi di gioco online negli Stati membri dell'Ue e dell'Eea. I suoi risultati, che sono attesi per la fine dell'anno, comunicheranno le possibili azioni future e potrebbero portare a una raccolta di dati aggiornati a livello di Ue, se necessario”. 

 

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