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WrB: Gambling Commission pensa a un'imposta per contrasto a ludopatia

08 settembre 2016 - 16:35

Sarah Harrison della Uk Gambling Commission, intervenendo al WrB di Londra sostiene l'industria dovrebbe finanziare più iniziative contro le dipendenze.

Scritto da Vg
WrB: Gambling Commission pensa a un'imposta per contrasto a ludopatia

 

Londra - L'importo speso per la pubblicità da parte dell'industria del gaming è da ritenere risibile rispetto ai contributi versati dalle stesse aziende al Responsbile Gambling Trust: il fondo contro le dipendenze al quale contribuiscono gli operatori in maniera volontaria. Parola di Sarah Harrison, responsabile della Gambling Commission, intervenuta al World Regulatory Briefing di Londra, di cui GiocoNews.it è media partner. Secondo Harrison, però, il contributo al fondo dovrebbe essere obbligatorio e per tutti,
suggerendo un contributo minimo dello 0,1 percento degli incassi lordi di gioco.

La responsabile si è detta compiaciuta della nuova strategia di gioco responsabile di livello nazionale sviluppata dal Responsible gambling strategy board (Rgsb) - il consiglio consultivo di esperti della Commissione sul gioco responsabile e sui danni legati al gioco, guidato da Sir Christopher Kelly. Spiegando che “si auspica che questa strategia fornisca il quadro per quello a cui stiamo lavorando congiuntamente e cercando di realizzare. Si tratta di uno schema che abbiamo definito nella consultazione con le parti interessate e che copre tutte le forme di gioco d'azzardo, stabilendo l'ordine del giorno per operatori, regolatori, governo, enti commerciali, fornitori di trattamento e una serie di altri enti pubblici".
IL MOMENTO DI CAMBIARE - Harrison sostiene che è arrivato il momento in cui il Responsible gambling trust, guidato dal suo primo presidente indipendente, Kate Lampard, sviluppi un piano di ricerca e garantisca il finanziamento per attuare la strategia nazionale per i prossimi tre anni. Ma al tempo stesso l'industria dovrà impegnarsi in prima 'persona' nel progetto. "Attuare la strategia richiederà competenze, risorse e soprattutto, un impegno genuino da una vasta gamma di parti interessate. Prima fra quelle sarà la stessa industria”, ha spiegato Harrison al pubblico del WrB. “La Commissione ha stabilito una sfida chiara per l'industria per dimostrare il suo impegno a finanziare la strategia”.
I FONDI DALL'INDUSTRIA - Nel 2015, sotto l'attuale regime volontario, l'industria ha contribuito per più di 6,5 milioni di sterline al Trust sul gioco responsabile, alimentando il fondo rivolto a ricerca, istruzione e trattamento dei giocatori.  Al contrario 120 milioni di sterline sono stati spesi in pubblicità televisiva nello stesso anno. Questo, secondo Harrison, non può essere ritenuto equo. Se Il Responsible gambling trust fosse in grado di contare su un minimo dello 0,1 percento delle entrate lorde di gioco di tutti gli operatori, porterebbe a un cifra approssimativa di 10- 11 milioni di sterline – e questa si avvicinerebbe a un importo “credibile per un compito così importante". Aggiungendo che se l'industria non ha agito volontariamente, allora può essere forzata.

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