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Multicanalità (per chi può) unica risorsa con il divieto di pubblicità

18 settembre 2019 - 13:53

A Betting on sports gli operatori italiani si confrontano sull'evoluzione della comunicazione del gioco online e della multicanalità dopo il divieto di pubblicità.

Scritto da Ac
Multicanalità (per chi può) unica risorsa con il divieto di pubblicità

Londra - Che ne sarà del gaming online italiano dopo il divieto di pubblicità? È la domanda a cui prova a dare risposte il panel ospitato dall’evento Betting on sports (di cui Gioco News è media partner) in corso di svolgimento a Londra, attraverso la voce di alcuni operatori italiani. Nel panel, dal titolo “Raggiungere il pubblico in Italia”, ci si chiede quindi cosa possono fare ora i bookmaker per raggiungere il loro pubblico.

 

Spiegando come il modello omni-channel diventi oggi ancora più importante. Analizzando i vincoli e i vantaggi rilevanti per il modello multicanale nel mercato italiano.

 

Secondo Barbara Beltrami, Country Manager Italia di Kindred Group, “il divieto di pubblicità ha impatto prevalente sugli operatori puramente online perché per loro la pubblicità rappresenta l’unico modo per raggiungere la clientela e per farsi conoscere e questo crea un grave squilibrio nel mercato. Inoltre, il divieto di pubblicità rappresenta un grave problema perché non consente ai consumatori di distinguere tra offerta legale e quella illegale”.
 
Una serie di criticità che porteranno con tutta probabilità a un contenzioso: “Soprattutto quando verranno erogate le prime sanzioni da parte di Agcom appare scontato che gli operatori ricorreranno ai tribunali per impugnare le norme restrittive”. Beltrami si dice tuttavia ottimista rispetto alla possibilità di arrivare a una regolamentazione sostenibile: “Credo che se riusciremo a mostrare al Governo gli effetti negativi e le distorsioni causate dal divieto si renderanno conto di dover intervenire con misure concrete ma sostenibili”.
 
Carlo Di Maio, Managing Director, Gamenet, sottolinea come sia cambiato “il modo di fare comunicazione con gli utenti anche all’interno del punto vendita”. Rendendo evidente la differenza tra gli operatori “pure digital” e quelli che possono contare invece su una rete retail.
 
Come evidenziato anche da Alessandro Allara, responsabile online di Snaitech: “Oggi la comunicazione è stata completamente stravolta rispetto a prima e noi operatori stiamo cercando di interpretare letteralmente le linee guida di Agcom per quanto riguarda le poche azioni consentite: come la pubblicazione di quote, l’invio di newsletter e nelle informazioni alla clientela”. 
 
In questo scenario diventa “fondamentale e altamente strategica” una strategia multi canale, come spiega Marco Castaldo, amministratore delegato del provider italiano Microgame. 
 
In questa ottica, Carmelo Mazza, amministratore delegato di Betaland, sottolinea le difficoltà che comunque devono affrontare gli operatori nella realizzazione di una strategia multicanale tenendo conto del fatto che il regolatore italiano nel corso degli anni ha sempre separato strettamente il canale retail da quello online per evitare l’ibridazione per motivi di sicurezza e questo rappresenta comunque un ostacolo per lo sviluppo di una vera multicanalità”.
 
Rimane comunque la bontà del modello, ribadita anche da Di Maio di Gamenet, portando l’esperienza del proprio gruppo che sta attuando da tempo un’offerta multicanale più che ‘omnichannel’ puntando all’integrazione tra i due canali di vendita fisico e online.
 

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