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Paolo Russo (Fi): "Il rilancio dell'ippica passa per due binari"

19 aprile 2014 - 08:07

Le politiche di rilancio dell’ippica made in Italy si suddividono tra un testo unificato in Commissione Agricoltura della Camera e la Delega Fiscale che all’articolo 14 contiene una riforma del settore. Paolo Russo, deputato di Forza Italia e relatore del testo che unisce le varie proposte di legge sull’ippica, spiega quali sono gli scopi principali: “L’obiettivo è la ripresa di un comparto che, oltre a rappresentare una radicata tradizione nazionale, costituisce un importante segmento della nostra economia.

Scritto da Sara
Paolo Russo (Fi): "Il rilancio dell'ippica passa per due binari"

Rilanciare l’ippica significa anche tutelare l’occupazione e il reddito di 50mila famiglie. In un momento in cui la crisi, i cambiamenti e alcune scelte politiche del passato rendono difficile ogni altra soluzione, la strada da percorrere dovrà essere quella di una riforma normativa che, come specificato nel testo unificato del quale sono relatore nella commissione Agricoltura della Camera e che è la risultanza di un lavoro già avviato nella precedente legislatura, getti le basi per una ripresa positiva. Occorrerà, insomma, che il sistema non si basi solo sulle risorse pubbliche, ma su un modello di gestione aperto agli operatori di settore, che sono le vere e proprie eccellenze sul piano internazionale. Con l’istituzione dell’Unione ippica italiana la politica potrà manifestare l’effettiva volontà di un’inversione di rotta, di valorizzare le eccellenze e di cancellare clientele, cattive gestioni e carrozzoni alimentati da risorse pubbliche”.

 

Come si associa tale proposta con la delega fiscale al governo che contiene anch’essa un rilancio dell’ippica?

“Si tratta di due binari paralleli grazie ai quali abbiamo la possibilità di giocare la partita della riforma e del rilancio dell’ippica su più piani che, ovviamente, hanno velocità diverse. Noi, ovviamente, privilegeremo lo strumento che per primo giunge al traguardo, delega fiscale o legge che sia”.

Cosa pensa della Lega Ippica e della diatriba che si è accesa tra le associazioni del settore sulla questione della tutela pubblica?

“Al di là della vicenda nominalistica bisogna riconoscere che in un momento di grandi difficoltà finanziarie per il Paese non è pensabile immaginare che ci sia uno ‘Stato Pantalone’ che, a valle di ogni sperpero e di nessuna efficienza, paghi giochi e divertimenti. La verità è che occorre un sistema nel quale le imprese private investano e l’intera filiera ippica sia protagonista del proprio presente e del proprio futuro. Alla parte pubblica toccherà solo la condivisione delle regole e soprattutto i controlli”.

Che ruolo hanno gli ippodromi nel rilancio del comparto?

“Un ruolo di primo piano, a patto che si preveda il rilancio in chiave federale delle aree ad alta vocazione ippica. Bisogna riavvicinare le famiglie e gli sportivi agli ippodromi che devono diventare luoghi multifunzionali e che già rappresentano straordinarie potenzialità per decine di città italiane. Abbiamo la fortuna che siano luoghi incontaminati al centro delle principali città, rendiamoli opportunità per tutti i cittadini”.

Crede sia necessario riformare anche le scommesse ippiche per attirare più pubblico negli impianti e in che modo?

“I trend registrati in passato restano solo un ricordo. Oggi la scommessa ippica rappresenta solo il 2 percento di quelle complessive. La contrazione è determinata da cause interne e dall’evoluzione di un mercato che si presenta con un’offerta variegata. La partita si vince migliorando la proposta dei giochi, remunerando di più il giocatore, ma soprattutto alimentando quell’appeal che da solo fa vendere più di qualunque scommessa. Insomma non solo tecnicismo, ma anche passione”.

L’introduzione di nuovi giochi negli ippodromi è essenziale?

“Nulla è essenziale, ma un panorama variegato di opportunità per la filiera ippica può essere utile per attrarre risorse, soprattutto se vincolate al mantenimento delle attività di questo straordinario sport”.

Come vede l’idea di un concessionario unico per le scommesse ippiche?

“Si tratta di un tema del quale ragionare in modo approfondito che non mi sento di escludere come possibile soluzione”.

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