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Se l’ippica parla francais: Aymeric Verlet (Pmu) traccia un bilancio del settore e parla anche dell'Italia

30 maggio 2015 - 08:01

L’erba del vicino è sempre più verde, recita un noto proverbio. Ma a volte accontentarsi di ciò che si ha non va affatto bene.

Scritto da Sara
Se l’ippica parla francais: Aymeric Verlet (Pmu) traccia un bilancio del settore e parla anche dell'Italia

È il caso dell’ippica italiana che, negli anni, si è cullata spesso sugli allori e che ora rischia grosso, a causa di una crisi che ne sta minando le basi, oltre alla mancanza di fondi pubblici per risollevarne le sorti. In attesa dei decreti fiscali che daranno attuazione al famoso e atteso articolo 14 della legge delega, non è sbagliato guardare fuori dai confini nazionali e, magari, prendere esempio. Aymeric Verlet, direttore Internazionale dell’operatore Pmu (Paris mutuel urbain) parte proprio dalle scommesse francesi sui cavalli, per spiegare l’andamento del settore nel Paese. “L’attività – sottolinea - ha sofferto nel 2014, come nel 2013, della congiuntura economica che ha avuto un impatto sul consumo del tempo libero dei francesi. I nostri scommettitori sono sempre fedeli alle scommesse ippiche, ma giocano in media un po’ meno, il che spiega il lieve calo delle giocate. La nostra attività internazionale continua a crescere, +14% nel 2014, a dimostrazione del successo e dell'attrattiva delle corse francesi in tutto il mondo”.

 

Qual è il punto di forza dell'ippica francese?

“Le corse dei cavalli sono uno spettacolo molto apprezzato dai francesi ed esse sono rinomate in tutto il mondo. Siamo fortunati ad avere le due corse più grandi al mondo: Le Prix d'Amérique Opodo per i trottatori e il Qatar Prix de l’Arc de Triomphe di galoppo; oltre a numerosi ippodromi, circa 250, che sono tutti luoghi in cui le persone si riuniscono per vivere un evento sportivo in tutta giovialità”.

E quello di debolezza?

“Come in altri paesi, le corse e le scommesse subiscono la concorrenza di altre forme di intrattenimento e di gioco. Ma i vantaggi del settore ippico francese gli consentono sempre di trasformarsi per rimanere interessante negli anni a venire”.

Gli ippodromi in che modo riescono ad essere appetibili?

“Gli ippodromi devono rimanere attraenti, modernizzandosi e offrendo nuove esperienze ai loro visitatori. Le società ippiche francesi lavorano in questa direzione e il Pmu fornirà tutto il suo aiuto alla causa”.

In Italia l’ippica vive una profonda crisi. Quali sono a vostro avviso le cause di tale crollo?

“Le cause sono molteplici, ma nel complesso è evidente che l’industria italiana non è più strutturata per garantire lo sviluppo delle corse e vi è una certa disorganizzazione e una mancanza di coesione tra le varie parti interessate. Questa situazione potrebbe essere invertita, senza mettere in discussione la qualità delle corse o dell’allevamento italiano. L’Italia ha tutte le carte in regola per risanare l’industria ippica, come hanno fatto il Belgio e la Germania pochi anni fa”.

Il gioco sui cavalli in Italia è poco appetibile rispetto agli altri giochi? Cosa ne pensate?

“Ancora una volta la situazione attuale è il risultato di cause passate. Non è in questione l'attrattività delle scommesse ippiche, ma è vero che dovremmo ripensare l’offerta di scommesse, rendendola più coerente e comprensibile (unificando le regole di trattamento), e rendendola più attraente e accessibile (revisione della tassazione e promozione). Ciò gli consentirebbe di resistere alla concorrenza delle scommesse sportive, delle slot machine e dei gratta e vinci. Non dubito che le cose si evolveranno nella giusta direzione nei mesi e negli anni a venire e il Pmu rimane un partner fedele dell'ippica italiana”.

 

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