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Delega fiscale e ippica: il settore si divide su quale sia la giusta riforma e si guarda alla Stabilità

29 giugno 2015 - 09:05

Lo slittamento della riforma dei giochi nella Delega Fiscale non ha lasciato di certo indifferenti gli operatori dell’ippica. In particolare, le parole del presidente Matteo Renzi, in occasione della conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri di venerdì, sono state piuttosto chiare: “Il lavoro svolto sui giochi è positivo e interessante, e lo teniamo pronto per ulteriori interventi sia nella legge di Stabilità che altrove”. Quindi, anche per la riforma ippica, si dovrà attendere probabilmente la prossima legge di Stabilità.

Scritto da Sm
Delega fiscale e ippica: il settore si divide su quale sia la giusta riforma e si guarda alla Stabilità

Il Coordinamento Ippodromi “apprezza molto le parole del presidente Matteo Renzi che ben interpretano ciò che negli ultimi mesi abbiamo rappresentato a lui, con diverse lettere, e ai due sottosegretari Baretta e Castiglione nei vari incontri avuti. Per la riforma dell’ippica è necessario, come ha detto il presidente della Commissione Agricoltura, Luca Sani, riprendere il percorso interrotto due anni fa e fare in Parlamento una riforma buona e giusta, altro che Delega Fiscale”, afferma il presidente dell’associazione, Attilio D’Alesio.

 

Il presidente di Federippodromi, Elio Pautasso, invece sottolinea: “Dopo oltre un anno (per non dire due) di lavoro prima sulla legge delega poi sul decreto legislativo, dire che i tempi non erano ancora maturi mi sembra una non risposta. Forse era meglio che il governo lo avesse detto prima per evitare tante e inutili discussioni. A questo punto mi sembra non ci sia altro da fare che aspettare le decisioni che vorranno assumere i ministeri competenti per risollevare le sorti del nostro settore, sempre che intendano farlo”.

Il Comitato Nazionale Galoppo, da parte sua, aggiunge: “Il Consiglio dei Ministri ha sospeso l’approvazione della Delega Fiscale e quindi - al suo interno – anche dei contenuti ippici della stessa: la riforma ippica è in un vicolo cieco. Nell’audizione del 25 giugno il Sottosegretario Castiglione ha - di fatto - sancito il fallimento della politica del Governo e ha ricevuto precise indicazioni dai Parlamentari circa l’impossibilità di procedere ad ulteriori tagli del montepremi se non si vuole arrivare al default del settore. Ora è opportuno cambiare rotta e fare presto. Non lo dicono solo gli operatori della filiera, ma anche i giuristi e i parlamentari di tutto l’arco costituzionale che giovedì scorso, in maniera trasversale, dopo aver partecipato al convegno Ihra, hanno denunciato come la riforma di un settore che coinvolge almeno 50.000 addetti non doveva e non poteva passare attraverso i contenuti della Delega Fiscale. Tale riforma deve tornare ad essere gestita dentro le mura del parlamento, all’interno delle commissioni preposte, di concerto con le associazioni della filiera che devono fornire quelle indispensabili esperienze, che certamente non possono arrivare da estemporanei soggetti. È importante ribadire, approssimandosi l’incontro col sottosegretario Castiglione del 1 luglio, i principi cardine da cui ripartire con il Governo ed all’interno delle commissioni parlamentari: il pagamento dei residui 2012; il pagamento delle provvidenze per l'anno 2011 agli allevatori; la garanzia dell’invarianza del montepremi 2015; la riforma del settore ad opera delle competenti Commissioni Parlamentari, ascoltato il Cng rappresentativo di tutte le categorie del galoppo”.

IMPRENDITORI IPPICI ITALIANI - “Senza una riforma a ‘portata di mano’ bisogna lavorare da subito sulle numerose criticità e trovare soluzioni concrete”. Lo affermano gli Imprenditori Ippici Italiani, che aggiungono: “Noi continuiamo a lavorare ed a credere nel progetto Lega Ippica Italiana in attesa che il Governo ci indichi quali saranno le strade percorribili. Non buttiamo via niente del grande lavoro svolto, ma siamo pronti a mettere tutto in discussione e cambiare rapidamente quello che non è stato recepito al patto che non si scenda a compromessi col vecchio sistema del ‘mangia mangia’”.

 

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