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Ippica e Stabilità: 'Serve unità, a rischio intero comparto'

23 novembre 2015 - 08:51

Il presidente del Coordinamento Ippodromi, Attilio D'Alesio, chiama il settore ippico all'unità in attesa di conoscere le risorse 2016. 

Scritto da Redazione
Ippica e Stabilità: 'Serve unità, a rischio intero comparto'

“Se venisse tagliato il montepremi diminuirebbero le giornate di corse e i premi al traguardo, molti allevatori chiuderebbero, nascerebbero ancora meno cavalli. I professionisti dovrebbero cercarsi un altro lavoro, i proprietari diminuirebbero e gli ippodromi verrebbero trasformati in altro: per esempio in stadi o in parchi pubblici o in altro”. Lo sottolinea il presidente del Coordinamento Ippodromi, Attilio D’Alesio, che chiama il settore dell’ippica all’unità in attesa di conoscere quali saranno le risorse del settore per il 2016, alla luce anche della prossima legge di Stabilità, ora all’esame della Camera dei deputati.

 

“Se venissero tagliati i finanziamenti agli ippodromi alcuni ippodromi chiuderebbero, altri licenzierebbero il personale e ridurrebbero i servizi di manutenzione delle piste, dei centri di allenamento, dei servizi al pubblico. Per avere conferma di questo basta vedere cosa è successo dal 2009 a oggi. In estrema sintesi quindi, ci si convinca tutti che: senza gli ippodromi non esistono le corse dei cavalli (esisterebbero solo quelle clandestine e le virtuali). Senza i cavalli non esistono le corse dei cavalli. Senza gli allevatori non nascono i cavalli. Senza i professionisti non corrono i cavalli. Senza i cavalli, gli ippodromi, gli allevatori e i professionisti non esistono i proprietari. Senza il pubblico le corse diventano virtuali e non esisterebbero né gli ippodromi né il montepremi, né i proprietari, né i professionisti, né allevatori. Quindi il finanziamento complessivo che la legge di Stabilità destinerà al Mipaaf deve interessare tutti. Faccio infine una domanda: esisterebbe il calcio senza le società di calcio, senza gli stadi, senza il Coni, senza la federazione calcio, senza i giocatori, senza gli allenatori, senza il pubblico e senza le squadre giovanili e gli impianti sportivi di periferia? Ovviamente non esisterebbe e questo vale per tutti gli sport e quindi anche per l'ippica”, conclude.

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