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Organismo ippico: 'Preservare autonomia giudici di gara'

04 maggio 2017 - 07:49

Maurizio Mattii, presidente dell'Organismo ippico italiano, difende l'autonomia dei giudici di gara.

Scritto da Redazione
Organismo ippico: 'Preservare autonomia giudici di gara'

 


"I problemi che allignano nell’ippica sono di mortale rilevanza, si perdono ricavi per 40mila euro al giorno, le categorie professionali ippiche e le società di corse sono in apnea, allo sbando e prive di risorse, senza percepire alcun emolumento da mesi. I posti di lavoro vengono decimati e sono tutti a rischio.
La privatizzazione è l’unica carta da giocare e le perdite di tempo, soprattutto per perseguire interessi particolari e non collettivi, sono ferali".


Parola di Maurizio Mattii, presidente dell'Organismo ippico italiano, in una lettera aperta inviata ai ministero delle Politiche agricole, delle Finanze, e del Lavoro, e alle organizzazioni sindacali.

Nella lettera, nata come 'risposta' ad alcune cifre sui costi della giustizia sportiva diffuse dall'Associazione italiana giudici ippici, Mattii fa il punto sulle spese connesse alla gestione, vigilanza e controllo del settore ippico.

"Non si può negare, perché emerge per tabulas dai bilanci Mipaaf, che le 'spese connesse alla gestione, vigilanza e controllo del settore ippico', per l’anno 2017 risultano stanziate a consuntivo per 28.537.891 euro e 29.182.456 euro per il 2018". Per quanto riguarda il costo della giustizia sportiva "non è di 5 milioni di euro, come sembra potersi intendere da quanto asserisce Aigi, somma che ci risulta addirittura inferiore a quella erogata per i giudici sul campo.
La Giustizia sportiva complessivamente non è rappresentata solo dalle Direzioni delle corse, ma anche dai veterinari, dagli handicappers, da Unirelab e dalle Commissioni di disciplina. Componenti legate da un unico filo conduttore all’interno di un unico organismo, senza frazionamenti e inutili ritagli di competenze a strutture esterne.
Quindi a 5 milioni di euro occorre aggiungere il costo di Unirelab (analisi su guidatori, gentlemen, fantini e cavalli) pari a 4.182.364 euro (dei veterinari (controllo produzione e sul campo), degli handicappers e delle Commissioni di disciplina".
 
"D’altra parte la stessa Associazione dei giudici, in calce alla propria comunicazione, è costretta ad ammettere che le 'spese connesse alla gestione, vigilanza e controllo del settore ippico” ascendono a 29 milioni di euro e che il costo di 5 milioni di euro è riferito solo alle 'Direzioni di corse in ippodromo del galoppo e del trotto e i giudici del sella, esclusi i veterinari'.
Ciò posto, l’Organismo ippico italiano ribadisce la necessità dell’autonomia dei giudici di gara, che però non deve essere scollegata dal contesto generale in cui sono chiamati ad operare, in quanto appare poco comprensibile e impraticabile una sorta di anarchia gestionale dei giudici di gara stessi.
Tanto meno se ciò si vuol giustificare con il pretesto – fra l’altro contrario alla realtà - che un intervento della governance del settore sarebbe improponibile perché costituita dai medesimi soggetti sottoposti al loro controllo.
A parte invero l’inesattezza di tale affermazione, il modello di riferimento dell’Organismo è quello della Figc, con la quale l’Aia ha rapporti precisi, ben definiti e strutturati, ma anche di subordinazione al controllo preventivo e consuntivo: ed è lo stesso modello di riferimento che proprio Aigi auspicava nella missiva 17 marzo 2013, indirizzata alla IX Commissione agricoltura e produzione agroalimentare del Senato', di Alessandro Lazzaro, all’epoca presidente esecutivo dell’Associazione italiana giudici ippici, attualmente funzionario tecnico Mipaaf", conclude il presidente dell' Organismo ippico italiano.
 

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