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Masini: 'Errore il declassamento di Napoli galoppo'

02 febbraio 2018 - 10:40

Mario Masini presidente dei proprietari del galoppo commenta il decreto classificazione ippodromi.

Scritto da Sm
Masini: 'Errore il declassamento di Napoli galoppo'

"Rimango perplesso sia nel merito che sul metodo seguito. Parlo da presidente dei proprietari del galoppo e vedo delle incongruenze palesi”. Lo sottolinea Mario Masini a Gioconews.it, commentando il decreto sulla classificazione degli ippodromi.

 

“Il declassamento oggettivo di Napoli galoppo è palese, bacino indispensabile per i proprietari, nei periodi di chiusura di Roma Capannelle, per altro in un momento estremamente delicato nei rapporti tra la società che gestisce l'ippodromo e il comune di Roma. Mi meraviglierebbe non ascoltare la voce di Pier luigi D'Angelo (a capo della società che gestisce l'ippodromo partenopeo, Ndr) in merito al declassamento di Napoli Galoppo nel momento in cui - dopo la chiusura dell'impianto di Palermo, il declassamento dell'ippodromo di Taranto e la chiara rinuncia di Siracusa - tutto il trotto del sud è concentrato sull'ippodromo napoletano. Che dire poi della esclusione di una intera regione come la Sardegna, che peraltro negli ultimi anni ha contribuito attraverso le istituzioni locali alla sussistenza del galoppo locale.

Voglio ancora sottolineare come Varese sia il bacino naturale durante il periodo di chiusura di San Siro e poco spiegabile anche quanto successo per Firenze, dove il trotto viene trattato differentemente dal galoppo, pur coesistendo i due settori all'interno di una struttura gloriosamente nota per le corse al galoppo”.

Masini annuncia azioni. “Il consiglio direttivo dell'Unione proprietari vigilerà sull'iter di questo decreto, adottando le misure possibili per l'associazione, tenendo ben presente che la chiusura
di numerosi ippodromi inevitabilmente porta al distacco dei proprietari di quelle zone e non solo con evidente diminuzione dei soggetti acquistati, ma anche a danno dell'allevamento nazionale”. E conclude: "Mi auguro di sbagliare, ma vedo in questo decreto un passo in avanti verso un'ippica 'virtuale', a danno di un settore produttivo".

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