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Riduzione slot: il settore chiede certezze, attesa per la nuova nota AdM

10 novembre 2017 - 09:39

Continuano i disagi sulla rete degli apparecchi in seguito al processo di riduzione sul quale gli operatori chiedono certezze: la prossima settimana la nota dei Monopoli.

Scritto da Ac
Riduzione slot: il settore chiede certezze, attesa per la nuova nota AdM

 

Nonostante la pubblicazione del decreto ministeriale dello scorso 25 luglio e la divulgazione di qualche settimana fa della circolare esplicativa da parte dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ad oggi, per gli addetti ai lavori del competo new slot, non sono ancora chiare le procedure da seguire, nel dettaglio, per la riduzione del numero di apparecchi da intrattenimento sul territorio. Quando manca poco più di un mese alla prima scadenza, fissata al 31 dicembre, quando dovranno essere state rimosse il 15 percento delle macchine attualmente in attività. Al punto che, proprio in queste ore, sono in corso una serie di incontri tra operatori, e tra le associationi di categoria e l'amministrazione, per cercare di individuare gli orientamenti da seguire.

L'unica certezza, per il momento, è nei numeri della riduzione: "Considerato che ai fini del raggiungimento degli obiettivi dimensionali previsti dalla legge – come ribadito dall’Agenzia nella recente nota - occorre fare riferimento ai nulla osta attivi al 31 dicembre 2016”, con il “tetto” oltre il quale è precluso il rilascio di titoli autorizzatori fissato a 407.080 unità. Ma oltre a questo, rimangono troppi dubbi interpretativi tra gli addetti ai lavori, che chiedono certezze. Lo sviluppo più recente, in realtà, si è avuto nelle scorse ora con la generazione del codice tributo per sanzionare i concessionari che non risulteranno adempienti alla riduzione nei termini stabiliti per la prima fase attuativa della procedura: ma non risulta ancora esserci una linea operativa formalizzata per eseguire gli adempimenti, quando i giorni lavorativi a disposizione degli operatori sono decisamente pochi, tenendo conto della complessità delle operazioni che comportano inevitabili tempi tecnici necessari per una dismissione di apparecchio in esercizio (tra la chiusura dei conteggi e l'allocazione delle macchine a magazzino), e guardando anche agli importi particolarmente salati previsti per le sanzioni.

IL PROBLEMA DEL “BASKET” - Il problema maggiore, al momento, sembra essere quello della disponibilità dei nulla osta visto che le norme sopra citate hanno fissato un tetto massimo entro il quale non possono essere rilasciate nuove autorizzazioni e rispetto al quale operare una riduzione, il quale si scontra con le regole di gestione del cosiddetto “basket di sistema”, cioè il sistema di gestione telematica dei nulla osta dell'amministrazione, dal quale i concessionari possono attingere per le nuove autorizzazioni. Quello che chiedono gli operatori, pertanto, è capire come potrà essere consentito il regolare svolgimento delle operazioni previste dal contratto di convenzione concessoria, nella parte in cui – a parità di numero massimo e complessivo di congegni -  ogni operatore desideri incrementare la propria quota di mercato, come in ogni libero mercato e in virtù delle regole basilari di concorrenza. Se tale aspetto rappresenta già ora una seria criticità, a causa dello svuotamento del basket di questi giorni, anche a regime è destinato a rimanere una questione delicata rappresentando una sorta di “divieto” a incrementare la propria quota di mercato tramite acquisizioni di aziende o di “parchi macchine”, proprio in un momento in cui molti gestori stanno cercando di cedere o esternalizzare le proprie attività. Quale regime di concorrenza, quindi, si potrà garantire sul mercato dal 1 maggio 2018 (ovvero, dopo il secondo step di riduzione, fissato al 31 aprile), con il sistema attuale che prevede un congelamento totale delle quote di mercato (bloccate alla fotografia della rete scattata al 31 dicembre 2016) e fino al marzo 2022, quando scadranno le attuali concessioni? Tenendo anche conto, peraltro, che la gara per l'affidamento in concessione delle reti degli apparecchi era stata bandita sulla base di un mercato libero: e non solo con tassazione inferiore, senza limiti massimi di apparecchi installabili, senza vincoli territoriali, e così via. Ma se la variabilità degli altri parametri si può considerare più o meno inevitabile (almeno nel nostro paese), difficile è assimilabile l'idea che un'azienda non possa crescere ma solo mantenere l'attività esistente.
I DUBBI SUI TRASFERIMENTI - Tra gli altri punti da smarcare, nell'immediato, c'è anche quello dei trasferimenti: nel caso di una passaggio  consensuale (o trasferimento di titolarità di nulla osta) di un certo numero di apparecchi da un concessionario ad un altro, se questo è avvenuto dopo l’entrata in vigore del decreto del Mef dello scorso luglio, tale parco macchine come viene contabilizzato in capo ai due concessionari ai fini della riduzione?
IL NODO DEI TERMINI - In effetti gli stessi concessionari sono ancora in attesa di capire quali siano le date effettive da considerare come riferimento per la riduzione: e, in particolare, la data di partenza da calcolare la riduzione. Dicembre 2016, come indicato nella legge e, in parte, ribadito dalla circolare attuativa, oppure da settembre 2017, come da una possibile interpretazione del decreto ministeriale del 1 settembre? Sul punto si attende una risposta ufficiale da parte dell'Agenzia la quale, già alcune settimane fa, ha chiesto un parere all'avvocatura di Stato, per scongiurare ogni possibile effetto collaterale, in uno scenario fin troppo complesso che lascia già intravedere una serie di contenziosi nel prossimo futuro. Secondo quanto apprende GiocoNews.it da fonti istituzionali, il parere è atteso per l'inizio della prossima settimana, con la situazione che potrebbe quindi sbloccarsi già nei prossimi giorni. Almeno in teoria.

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