skin

As.Tro e la sala betting illegale di Genova aperta vicino all'oratorio: imbarazzo totale

22 maggio 2014 - 10:48

Sull’episodio avvenuto a Genova, le cronache hanno già dato resoconto: una sala scommesse ha aperto i battenti accanto ad un oratorio, beneficiandosi del fatto di non avere la licenza del Questore, in quanto operante senza la obbligatoria concessione dello Stato Italiano.

Scritto da Ca
 As.Tro e la sala betting illegale di Genova aperta vicino all'oratorio: imbarazzo totale

In buona sostanza, grazie allo status di non-regolarità, può operare una attività economica che, se avesse richiesto le licenze, si sarebbe vista opporre un duplice diniego (in quanto insediata in area sensibile, e in quanto operante per soggetto non concessionario di Stato)". E' la posizione di Massimiliano Pucci, presidente As.Tro, che segue alle posizioni contrarie espresse anche da Sistema Gioco Italia. 

Secondo Pucci "gridare unicamente allo scandalo, adducendo che la cacciata del gioco lecito dalle città si trasforma solo in un invito all’insediamento per quegli operatori che “del titolo” di gioco lecito non possono e non vogliono fregiarsi (proprio per non soggiacerne alle regole), sarebbe operazione “di stile”. Legittima e doverosa, si intende, ma pur sempre reazione “di categoria” destinata ad essere mediaticamente fagocitata dalla “gran cassa” dell’informazione schierata, che vede nel sistema gioco lecito una realtà di alieni da respingere dal pianeta – Italia".
Genova e la Liguria, sul punto, hanno fatto da “apripista nazionale”, attraverso una normativa che decreta la cancellazione progressiva del (solo) gioco lecito (data del funerale anno 2017), ed è quindi “normale” che un po’ di gioco “non autorizzato”, inizi nel frattempo ad insediarsi.
"AS.TRO intende appellarsi a quei concetti di legalità e coerenza che ogni giorno vanno sempre più annacquandosi, rendendosi addirittura subalterni alla ideologia - spiega Pucci - come giustamente evidenziato dal pronto comunicato stampa della nostra Federazione "Sistema Gioco Italia", infatti, il caso di Genova va trattato come esempio di “incoerenza politica e amministrativa” e “mancata tutela della legalità”, oltre che del bene per la collettività, a cui si è avuto persino l’ardire di spiegare che “quel gioco” (irregolare) non farebbe lo stesso male imputato all’altro gioco (quello regolare sbattuto fuori dai confini cittadini). E’ imbarazzante pensare che esistano pubblici amministratori che si lodano per aver cacciato il gioco “legale e controllato”, che produceva “incassi erariali”, e contemporaneamente lasciano che il mercato sia acquisito da competitor non autorizzati che sfuggono al fisco italiano e ai sistemi nazionali di controllo".
Il presidente As.Tro continua: "E’ ancor più imbarazzante pensare che i medesimi amministratori ritengano di aver sistemato, con tale guerra ideologica, tutti i problemi della città (la viabilità, il trasporto pubblico, il porto, l’istruzione e la cultura in mano pubblica, le criticità idro-geologiche del suolo, l’ordine pubblico, la gestione dell’immigrazione, il livello di pressione tributaria locale, i servizi ai cittadini, il decoro del centro storico, la vivibilità diurna e la tranquillità notturna, la disoccupazione, e, dulcis in fundo, il gioco lecito, benché non ancora vinta l’ultima e sacra battaglia relativa alla cacciata del gioco legale anche dalle magliette delle squadre di calcio cittadine). Eccentrica, pertanto, è la pretesa di “questa politica” di poter parlare ai cittadini come risolutrice dei loro problemi, nonché quella di poter addirittura riscuotere rinnovo di consenso".
As.Tro sta pensando di porre all’attenzione della Procura della Repubblica "l’inqualificabile “placet” che l’insediamento irregolare ha ricevuto dal Comune, resta evidente il livello (basso) di considerazione e rispetto che l’Amministrazione Locale ha mostrato nei confronti dei propri cittadini, soprattutto per quelli che hanno perso il lavoro nei centri autorizzati di gioco dismessi dal “sensibile” contesto urbano di Genova".

Articoli correlati