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Celenza e Ortenzi: 'Aziende As.tro del Lazio unite per manifestare a Roma'

22 aprile 2021 - 12:24

Maria Felicita Celenza e Adelaide Ortenzi di As.tro sottolineano l'importanza della manifestazione degli operatori del gioco sotto la sede del consiglio regionale del Lazio.

Scritto da Redazione
Celenza e Ortenzi: 'Aziende As.tro del Lazio unite per manifestare a Roma'

“L’appuntamento fissato per il 29 aprile davanti la sede del consiglio regionale del Lazio per gli operatori del gioco lecito è più che una semplice manifestazione, è dimostrare fortemente di esistere ed operare nel giusto". Lo afferma Maria Felicita Celenza, Fox Service Srl, direttivo As.Tro, che spiega: "La Regione Lazio con la disposizione del 20 febbraio 2020 pubblicata nel Bur del 27/02/2020 ha ritenuto di dover disporre una nuova regolamentazione delle attività di gioco pubblico. Si tratta di una modifica sostanziale che va ad incidere fortemente su tutto il settore del gioco pubblico con sede nel territorio del Lazio.

L’attuazione, così come prevista dalla modifica del raggio di 500 metri dai luoghi sensibili sia alle nuove che ai punti di gioco già esistenti sul territorio, non è altro che un’imposizione di spostamento delle attività di gioco in quartieri e luoghi periferici creando una sorta di ghetti del settore".

Ciò "avrà inevitabilmente quale conseguenza la chiusura delle attività operanti nel gioco, ma solo di quelle operanti nella legalità. Quanto affermato non è soltanto un’ipotesi, basti pensare al lungo periodo che stiamo vivendo di pandemia e chiusura forzata delle attività di gioco pubblico e al contestuale riscontro di una gravissima recrudescenza del fenomeno del gioco illecito. Eliminare un settore Lavorativo con disposizioni sempre più stringenti, non potrà certo risolvere il fenomeno delle dipendenze”, conclude.

Le fa eco Adelaide Ortenzi (nella foto), Criga Scarl, consigliera direttivo As.tro: "Non possiamo più rimanere in silenzio di fronte allo scempio che si sta compiendo nel Lazio dove, come accade in altre poche Regioni, si sta mettendo a repentaglio il futuro di imprese, lavoratori e famiglie per inseguire un’ideologia spicciola e priva di ogni fondamento, che finisce col dare campo libero all’illegalità. E in questo caso, i dati relativi al riemergere del mercato illecito sono reali e confermati da molteplici fonti. Aumentati, peraltro, in questi ultimi mesi, anche dalle restrizioni imposte dalla pandemia".

Secondo Ortenzi "è arrivato dunque il momento di denunciare apertamente quello che sta accadendo e le conseguenze che saranno portate dalla legge regionale che è destinata ad eliminare l’offerta di gioco legale dalla regione. Perché se quella legge non verrà cambiata sappiamo già quali saranno le conseguenze: riemersione dell’illegalità a beneficio della criminalità organizzata. Anche se forse non tutti i politici si rendono conto di quello che accadrà in seguito a quella che forse considerano una legge eticamente giusta".

Per questo il 29 aprile "devono sapere tutti il danno economico e occupazionale che queste norme provocheranno a livello locale e le successive ricadute in termini di sicurezza, legalità e ordine pubblico. Visto che il gioco legale, oltre a garantire entrare allo Stato, è anche garanzia di sicurezza per i consumatori e un naturale antidoto contro l’evasione di cui tutti parlano, annunciando di volerla combattere, salvo poi finire col favorirla attraverso leggi scomposte e norme maldestre. Se il vero obiettivo, invece, vuole essere davvero – come crediamo – quello di tutelare le persone e le famiglie, allora il modo migliore è quello di rafforzare il settore legale e non di affossarlo, puntando sulla prevenzione, sulla formazione e sull’informazione, combattendo insieme, tra politica, istituzioni e industria, la battaglia in nome della legalità: un obiettivo comune che gli operatori del gioco combattono ogni giorno attraverso le proprie attività, ottenendo peraltro risultati straordinari che i dati degli ultimi 15 anni hanno già ampiamente dimostrato. Per questi motivi il 29 aprile in piazza Oderico Da Pordenone dobbiamo essere in tanti, dobbiamo far sentire la nostra voce”, è l'auspicio conclusivo.

 

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