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New slot e stabilità: verso il grande contenzioso sulla norma dei 500 milioni

23 gennaio 2015 - 10:47

In arrivo una valanga di ricorsi, dal settore degli apparecchi da intrattenimento, contro la Legge di Stabilità per il 2015 e, in particolare, rispetto alla norma che prevede l'esborso annuale di 500 milioni da parte della filiera, attraverso i tredici concessionari che gestiscono le reti a cui sono collegate le oltre 400 mila macchine da gioco. E saranno proprio le società concessionarie a presentare le prime azioni legali nei confronti dello Stato.

Scritto da Alessio Crisantemi
New slot e stabilità: verso il grande contenzioso sulla norma dei 500 milioni

Secondo quanto apprende GiocoNews.it, gran parte delle aziende starebbe elaborando il contenzioso che passerebbe per l'impugnativa del provvedimento dell'Agenzia delle Dogane e dei monopoli dello scorso 15 gennaio, con cui sono state definite le modalità di versamento e l'entità in capo ad ogni concessionario, quale primo atto conseguente all'emanazione della Legge finanziaria.

 

LE RICHIESTE - L'ipotesi è che venga chiesta la sospensiva del provvedimento, e quindi del prelievo, sollevando una questione di legittimità costituzionale della norma, che fin dalla vigilia della sua emanazione appare carente proprio rispetto ai dettami della Costituzione. I primi ricorsi potrebbero essere presentati già nelle prossime ore e sarebbero almeno dieci le società ad adire alle vie legali. Con l'ipotesi ulteriore che ad accodarsi possano essere anche altri operatori della filiera, visto che, nonostante il ruolo di 'sostituto di imposta' sia rivestito dal concessionario, con il nuovo regime previsto dalla Stabilità anche gli altri soggetti – gestori su tutti – diventerebbero agenti contabili.

 

LA TESI DELLE IMPRESE – La norma contenuta dalla Legge di Stabilità per il 2015 – ovvero, le disposizioni previste nel comma 649 – è stata contestata fin dal primo momento dagli addetti ai lavori, per varie ragioni. In particolare, secondo alcuni concessionari, oltre alle difficoltà (impossibilità?) interpretative – visto che cambiano di punto in bianco tutte le dinamiche relative alla gestione dei flussi finanziari - il problema risiede proprio nella ratio normativa che appare:  Irragionevole, perché comporta la completa rinegoziazione dei contratti già in essere tra migliaia di soggetti che compongono le filiera e in pochissimo tempo; confusa, perché non definisce i criteri con cui i 500 milioni dovrebbero essere ripartiti tra i diversi soggetti e, soprattutto, iniqua, perché i soggetti vengono tassati indipendentemente dalla propria capacità contributiva.

 

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