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Tar Lazio: attesa per il verdetto sul prelievo dei 500 milioni della Stabilità

31 marzo 2015 - 14:13

Attesa per l’esito che avrà il ricorso avanti al Tar del Lazio contro il cosiddetto prelievo di 500 milioni di euro per i concessionari di slot machine, della legge di Stabilità, avviato tramite l’impugnazione del decreto dirigenziale delle Dogane e dei Monopoli ricognitivo delle singole competenze passive dei concessionari.

Scritto da Redazione
Tar Lazio: attesa per il verdetto sul prelievo dei 500 milioni della Stabilità

 

 

“Il Tar ha un ampio ventaglio di soluzioni – sottolinea l’avvocato Michele Franzoso del Centro Studi As.Tro - per concludere l’udienza del primo aprile, alcune delle quali dilatorie, altre già impattanti sul fronte della risoluzione nel merito delle varie questioni sollevate. Prima tra tutte la legittimità costituzionale della stessa legge n. 190/2014, dispositiva di un prelievo di aggio la cui stessa natura giuridica è oggi oggetto di plurime interpretazioni. Ciò che occorre evidenziare, pertanto, non è solo la teorica possibilità di emissione di un provvedimento sospensivo (in senso lato), che verosimilmente tutti possono comprendere nella sua efficacia di spostamento delle scadenze di pagamento, bensì le conseguenze politico-sistemiche che potrebbero ricadere sul settore qualora il Governo dovesse ritrovarsi con un ammanco di cassa relativo a denari già spesi.

La riflessione è integralmente politica, e pertanto suscettibile di analisi solo personali, a seconda della singola sensibilità con cui si prova ad interpretare lo standard decisionale dell’Esecutivo.

Un precedente può essere significativo: nel giorno della presentazione dei risultati della lotta all’evasione, si abbatte, proprio sul Mef, la tegola della sentenza della Corte Costituzionale che decapita le Amministrazioni Finanziarie (tutte) della maggior parte dei dirigenti intermedi, ovvero le leve di comando essenziali per guidare gli uffici operativi centrali e periferici. Tutti si attendevano un immediato decreto d’urgenza che consentisse una soluzione ponte e quindi la salvaguardia della continuità d’azione amministrativa. Invece, nulla, con nessuna motivazione apparente a sostegno di questa drastica decisione dell’Esecutivo (foriera di ammanchi ben più sensibili dei nostri 500 milioni), evidentemente connessa, da un lato, all’approccio istituzionale di rispetto delle sentenze, e, dall’altro lato, mediaticamente orientata alla severità nei confronti della macchina amministrativa pubblica (la c.d. burocrazia).

Se si mutuano le previsioni sulla base di questo precedente, il settore rischia di essere stretto tra l’incudine di un prelievo esasperante la condizione propria realtà economica, e il martello di una reazione politica, che non sarà tenera al cospetto di una eventuale decisione che dovesse far ri-cadere l’Esecutivo in un alveo di operato incostituzionale. Ciò che più fa timore, pertanto, non è la ritorsione fiscale a cui si potrebbe andare incontro nell’ambito del decreto attuativo della legge delega, al cui interno c’è la nuova modulazione dell’assetto tributario sui prodotti di gioco pubblico, ma la risposta mediatica a cui l’Esecutivo potrebbe ricorrere per chiedere ai cittadini sacrifici ulteriori per colpa del gioco (e degli apparecchi in particolare), ma soprattutto per colpa di un gioco che nessuno ama e che molti vogliono rimuovere. Rebus sic stantibus, gli Enti Locali hanno manifestato contrarietà a patteggiare il gioco con qualche risorsa, nonostante abbiano finito pure i fondi per la manutenzione dei monumenti, e dei servizi essenziali alle cittadinanze, fornendo quindi un assist politico molto allettante mediaticamente, in virtù del quale sarebbero meglio lacrime e sangue piuttosto delle slot (peraltro bene accette da tutti se collocate nei casinò Regionali/Provinciali, a conduzione politica). In questo clima di perenne ricerca del consenso, 6 miliardi di Preu diventano spiccioli che una grande comunicazione potrebbe far metabolizzare nell’ambito di un progetto di conversione dell’attuale sistema, in un circuito di Casinò, certamente politicizzati, ma mediaticamente presentati come de-burocratizzati, ovvero non più richiedenti l’imponente macchina finanziaria dell’Adm. Fantapolitica? Per i Governi sin qui conosciuti certamente, per l’attuale, invece, i pregressi parametri di giudizio sono già palesemente obsoleti”, conclude il legale.

 

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