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Giochi, Tar: 'Regolamento Napoli, divieto di pubblicità illegittimo'

22 marzo 2017 - 16:33

Il Tar Campania accoglie in parte il ricorso di una società contro il regolamento sul gioco di Napoli per gli articoli inerenti il divieto di pubblicità.

Scritto da Fm
Giochi, Tar: 'Regolamento Napoli, divieto di pubblicità illegittimo'

 


"Gli artt. 8, comma 15, e 15, comma 1, lett. j) del Regolamento sul gioco del Comune di Napoli violano i principi di legalità e proporzionalità, nei punti in cui prescrivono il divieto assoluto di forme di pubblicità.
I suddetti divieti non troverebbe fondamento in alcuna norma statale o regionale di rango primario, in violazione della riserva di legge di cui agli artt. 21 e 41 della Costituzione".

Lo sottolinea il Tar Campania nell'accogliere in parte il ricorso di una società di gioco contro il provvedimento deliberato dal Consiglio comunale di Napoli nel dicembre 2015.

"L’articolo 8 del Regolamento, rubricato 'Prescrizioni di esercizio e divieti', al comma 15, dispone il divieto 'di qualsiasi attività pubblicitaria relativa all’apertura o all’esercizio di sale da gioco'.
Il divieto è poi contemplato anche dall’art. 15, comma 1, lett. j) del medesimo Regolamento quale prescrizione da osservare per gli esercizi che utilizzano apparecchi da gioco. La violazione delle prescrizioni di cui sopra è sanzionata ai sensi dell’art. 24.
Il Collegio è dell’avviso che le norme regolamentari non siano assistite da una copertura normativa", si legge nella sentenza.


"Sul punto, giova ricordare che il d.l. n. 158/2012 (Decreto Balduzzi) non contiene un divieto assoluto in materia di pubblicità e di attività promozionali connesse ai giochi leciti che prevedono vincite in denaro.
Ed invero, il legislatore statale, all’art. 7, comma 4, d.l. 158/2012, al cui testo si rimanda, delinea compiutamente la sfera dei divieti, riguardo sia al contenuto del messaggio pubblicitario sia agli strumenti di comunicazione dello stesso.
I successivi commi 4-bis (introdotto in sede di conversione dalla L. n. 189 del 2012) e 5 introducono una disciplina volta a contenere l’attività pubblicitaria o comunque promozionale entro parametri certi in termini di tempi, spazi, modalità e strumenti mediatici.
Essenziale è poi l’obbligo sancito dal comma 5, di inserire in qualsiasi messaggio pubblicitario sui giochi: 'Formule di avvertimento sul rischio di dipendenza dalla pratica di giochi con vincite in denaro, nonché le relative probabilità di vincita devono altresì figurare sulle schedine ovvero sui tagliandi di tali giochi'.
Le illustrate disposizioni del decreto Balduzzi sono state in seguito parzialmente integrate dalla L. n. 208 del 2015 (legge  di Stabilità per il 2016) che all’art. 1, commi 937, 938, 939, 940 ha completato il regime normativo statuale di regolamentazione della pubblicità nel settore.
In particolare, il comma 938 introduce prescrizioni puntuali in merito al contenuto stesso del messaggio pubblicitario, il quale deve essere privo di elementi suggestivi circa le probabilità di vincita e volti a rafforzare l’intenzione di giocare.
La normativa statale appena descritta si completa con la previsione di un apparato sanzionatorio, fissato dal comma 940 dell’art. 1 L. n. 208 del 2015.
Il legislatore statale ha quindi fissato una cornice di riferimento compiuta e certa in ordine ai limiti ed alle modalità della pubblicità nel delicato settore dei giochi leciti, limiti che prendono in considerazione, da un lato, i rischi sociali e sulla salute collegati all’eccessiva diffusione dei giochi e, dall’altro, le esigenze dei gestori, comuni a imprenditori di qualsiasi iniziativa commerciale, di promozione e pubblicizzazione della propria attività.
Per questa ragione, la scelta dell’amministrazione comunale di introdurre divieti assoluti a forme di pubblicità, anziché rinviare all’esaustiva legislazione statuale appare lesiva dei principi di legalità e di proporzionalità", concludono i giudici, che hanno ritenuto in parte inammissibili o respinto le altre parti del ricorso, ribadendo la legittimità del potere degli enti locali di legiferare in materia di contrasto al Gap per la tutela della salute dei cittadini.
 

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