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Si fa presto a dire riduzione: la nuova stangata per i gestori di slot

28 novembre 2017 - 09:16

La riduzione delle slot vista dai gestori: un labirinto dal quale pare impossibile districarsi e con la sola certezza di accumulare ulteriori perdite economiche, secondo gli esperti.

Scritto da Francesco Scardovi, Commercialista e Revisore contabile, membro dello Studio Associato Scardovi e Giordani.
Si fa presto a dire riduzione: la nuova stangata per i gestori di slot

La Legge di stabilità 2016, come noto, ha fissato in 265mila unità il numero massimo delle slot complessivamente installabili sul territorio (a fronte di una riduzione obbligata di almeno il 30 percento degli apparecchi attivi al 31 luglio 2015) prevedendo che, dal 2017, non sarebbero stati rilasciati ulteriori nulla osta se non in sostituzione di quelli preesistenti. Da tale data pertanto, il numero complessivo degli apparecchi (di poco superiore alle 400mila unità) non sarebbe più aumentato in quanto i Nulla osta di esercizio (in breve: Noe) dismessi da ciascun concessionario sarebbero finiti nel fantomatico “basket di sistema” imposto dall’Amministrazione, da ripartirsi parimenti tra i concessionari e a disposizione di coloro che ne avessero fatto richiesta. Dall’inizio dell’anno si è riscontrata una significativa movimentazione di apparecchi e dei relativi Noe, sia all’interno dei diritti in uso al singolo concessionario, sia tra concessionari diversi. Molti gestori, in questo periodo, hanno ritenuto di ridurre o cessare la propria attività, anche a seguito della progressiva perdita di marginalità economica dovuta alla progressiva crescita del prelievo erariale e dei forzati investimenti per l’aggiornamento degli apparecchi, mentre altri (concessionari e gestori compresi) hanno ritenuto di investire, nel rispetto del principio del libero mercato e della libera concorrenza. Ma il numero complessivo delle slot, come detto, non è cresciuto per effetto del basket.

IL DECRETO “ANOMALO” - Successivamente, con ulteriore decreto dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli del 25 Luglio 2017 (n.204 del 01.09.2017, in esecuzione del Decreto legislativo 24 Aprile 2017 n.50), è stato quindi precisato che il numero massimo di Noe attivi sul territorio non potesse superare le 345mila unità al 31 dicembre 2017 ed il numero di 265mila unità (come da originaria previsione normativa) al prossimo 30 aprile 2018. Il decreto ha previsto inoltre l’obbligo dei concessionari di ridurre i Noe posseduti al 31 dicembre 2016, di almeno il 15 percento, a far data dall'entrata in vigore del provvedimento ed entro il 31 dicembre 2017; per poi addivenirsi ad una riduzione complessiva del 34,9 percento degli stessi Noe, entro il 30 aprile 2018. In un siffatto quadro regolamentare – tenendo conto della dicitura di tale decreto che, nel ribadire il numero della riduzione, aggiunge: “Nel periodo compreso tra la data  di  entrata  in  vigore  del presente decreto e il 31 dicembre 2017” -, i Noe riferiti agli apparecchi collegati in più fino al 31 agosto 2017, sarebbero stati “affrancati” a fronte di una corrispondente riduzione di altrettanti Noe, con la speranza dei gestori di poter “ammortizzare” gli investimenti effettuati, nel tempo residuo di vigenza della concessione, anche in previsione dell’avvento delle annunciate (e non ancora regolamentate) Awp “da remoto”. Poi però, con Decreto direttoriale del 22 Novembre scorso, l’Agenzia riferisce che, a seguito del parer espresso dall’Avvocatura dello Stato, la normativa debba essere “interpretata” nel senso che le dismissioni effettuate nel corso di tutto il 2017, e dunque comprese quelle effettuate dal primo gennaio al 31 agosto 2017, che avevano alimentato il basket, debbano ascriversi all’originario obbligo di riduzione previsto dalla legge di stabilità 2016. Il che implica che tutti coloro che hanno ritenuto nel periodo sopraindicato di investire sulla crescita, proprio perché consentito dall’ordinamento, si ritrovano di fatto “espropriati” dei propri diritti acquisiti, obbligati a restituire i Noe al concessionario e ritirare a magazzino i relativi apparecchi.
 
I RISCHI PER I GESTORI - Ma vi è di più: alcuni concessionari hanno comunicato ai gestori, in virtù del diritto riconosciutogli dall’Amministrazione, la riduzione degli apparecchi installabili, senza apparenti criteri di proporzionalità e, probabilmente, secondo diversi criteri magari correlati alla marginalità economica degli stessi od alla loro distribuzione territoriale od anche al numero limitato di apparecchi per singolo gestore. In un tale scenario pertanto, tutti i nuovi rapporti commerciali instaurati con gli esercenti nel corso del 2017, nel rispetto delle regolamentazioni ministeriali e dei rapporti contrattuali esistenti, dovrebbero forzatamente essere risolti, con gli evidenti ingenti danni economici che ne deriveranno, in virtù di “un'interpretazione autentica” che richiama altre precedenti vicende del settore (tra i quali la tristemente nota “riduzione degli aggi della filiera” prevista dalla legge di Stabilità 2015, ancora sottoposta a giudizio di costituzionalità). Con l’inevitabile insorgenza di una serie infinita di contenziosi che coinvolgeranno tutti gli operatori della filiera. Rimane pertanto auspicabile e necessario un intervento del legislatore che ridefinisca i criteri di riduzione a tutela di chi ha operato in funzione dei decreti emanati e successivamente “interpretati” in maniera totalmente differente.
 

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