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Tassa di scopo, delega fiscale e new slot 3: gli operatori dell'automatico chiedono chiarezza normativa

07 febbraio 2014 - 08:42

Fare chiarezza. Sembra essere questo il leit motiv che accompagna i pensieri degli operatori di gioco italiani. Una richiesta alle istituzioni che dall'Ice Totally Gaming di Londra, la kermesse sul gioco terminata ieri, si fa sempre più forte.Capiamo che il momento è dei più difficili - afferma Roberto Mazzucato, titolare della Mag Elettronica - ma serve chiarezza normativa, affinché il settore degli apparecchi da intrattenimento possa avere degli obiettivi precisi su cui lavorare e investire. Nella delega fiscale, ad esempio, si parla di riduzione delle macchine, ma non sappiamo bene a quanto ammonterà o come sarà attuata. Sul fronte new slot 3 capiamo da soli che il treno su cui saremmo dovuti salire è passato e ora, viste le azioni delle amministrazioni locali sul gioco, non è il momento per fare investimenti. Bisogna prima risolvere il rapporto Stato-territori nella regolamentazione del settore.

Scritto da Sara
Tassa di scopo, delega fiscale e new slot 3: gli operatori dell'automatico chiedono chiarezza normativa


Si dice fiducioso Mauro Crivellente della Maxima, secondo il quale dall'articolo 14 della delega fiscale "può arrivare chiarezza nelle regole per il gioco e di conseguenza maggiore tranquillità per noi operatori. La cooperazione con le amministrazioni locali è di fondamentale importanza, perché aziende che investono e che operano nella legalità non possono subire azioni di questo tipo. Purtroppo la situazione si è complicata con l'arrivo sul mercato delle Vlt e quelli che hanno pagato il prezzo più alto sono stati proprio gli operatori delle new slot. Sicuramente la tassa di scopo per destinare parte delle risorse del gioco ai territori può essere una soluzione, anche se già si parla di andare a incidere sul pay out".

 


TASSA DI SCOPO SI' O NO? La tassa di scopo rappresenta "una delle soluzioni, ma anche qui bisogna capire chi la dovrà pagare. Un ulteriore aumento del prelievo fiscale per noi operatori è da escludere", aggiunge Mazzucato.
Andre' Wessling della Sogema è categorico: "È giusto che per il momento le new slot3 non arrivino sul mercato, perché non possiamo rischiare di fare nuove macchine e poi magari non poterle installare in alcuni territori. È essenziale risolvere la diatriba con le autonomie locali. Ovviamente questa situazione di stallo ci preoccupa, e non poco, e gli ultimi anni non sono stati il massimo per i produttori di apparecchi. Ma sono convinto che il gioco non può essere arrestato, perché è un'attività che fa parte della vita delle persone, però occorre avere una regolamentazione chiara e che tuteli chi opera nella legalità, contrastando chi fa gioco clandestino, come i totem, i promo game, i Ctd, etc. Ed è anche giusto che ci sia una razionalizzazione delle sale Vlt sul territorio. La delega fiscale, per questo, risulta essere uno strumento necessario e se una riforma del comparto fosse stata fatta già 5 anni fa sarei stato molto più tranquillo. Sulla tassa di scopo sono dell'idea che sia una soluzione valida. Sicuramente si alzerà il Preu abbassando il pay out". Ma il gioco non diventerà meno appetibile? "Si, ma almeno salviamo il mercato e penso che prima o poi si arriverà anche alla tessera per il riconoscimento del giocatore, che servirà soprattutto per evitare il gioco minorile", aggiunge Wessling.


LA QUESTIONE DELLE MULTE - Ma un altro tema su cui si accendono i riflettori è quello dei rapporti con gli uffici territoriali dei Monopoli: "Credo che il dialogo tra operatori e uffici territoriali sia essenziale. Non è possibile vedersi comminare delle multe solo perché si ha una macchina rotta. Il guasto non può determinare l'illegalità di un apparecchio di gioco", afferma Mazzucato.
E gli fa eco Wessling: "Un lucchetto messo di lato alla macchina per proteggere l'incasso non può essere causa del sequestro di una macchina, mentre un tasto in più rispetto alla foto contenuta nella scheda esplicativa della slot posso capire che lo sia. Insomma va applicato il buon senso e soprattutto occorre maggiore confronto con l'amministrazione. Sicuramente come settore dobbiamo guadagnarci maggiore credibilità da parte della politica e delle istituzioni, perché purtroppo delle pecore nere esistono ancora e con una più chiara regolamentazione possono essere fatte fuori dal mercato".

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