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Giochi pubblici, Marino (Mag): 'Serve politica industriale di settore'

25 giugno 2015 - 10:15

Roma - A presentare i risultati su dimensioni economiche, caratteristiche ed effetti della regolazione sull'industria del gioco pubblico è Guido Marino, Amministratore Unico di MAG Consulenti Associati che ha realizzato lo studio 'Un'industria che cambia, un modello d'innovazione - L'industry italiana dei giochi pubblici'.

Scritto da Sara
Giochi pubblici, Marino (Mag): 'Serve politica industriale di settore'

 

Marino ha fatto il punto sulla raccolta dei giochi pubblici, evidenziando come per il 2014 quella globale sia stata pari a 84.487 milioni di euro. L'80% dei quali (67.893 milioni) è stato destinato alle vincite dei giocatori. La spesa dei giocatori è invece stata così ripartita: 8.820 milioni alla fliera (53,2%) e 7.773 all'Erario (46,8%).

 

"Gli addetti alla produzione per i giochi italiani sono quasi 5.000, di cui circa 2.300 in Italia, con un valore di produzione per addetto di circa 96.500 euro nelle aziende italiane e di circa 103.000 euro per gli addetti delle aziende estere (+6,8%).  Il valore dei prodotti per i giochi pubblici negli ultimi sei anni è sempre stato maggiore di quello consuntivato nel 2008, anche a fronte di un andamento generale dell’industria manifatturiera italiana di segno opposto. Gli evidenti picchi nell 'industria del gioco derivano dall'esigenza del rapido cambio delle tecnologie (Awp, 2009) o del progressivo ingresso di nuovi prodotti come Vlt (2011-2012) e online (2011-2013).

 

Evidenziando come lo sviluppo del mercato italiano dei giochi sia limitato "dalla lentezza e dall’incertezza della regolazione tecnica". Una caratteristica che rende sempre più "urgente sviluppare una politica industriale di settore per favorire il consolidamento e la specializzazione dell’offerta di gioco regolamentato nel mercato nazionale e per assistere le aziende italiane nei mercati esteri, promuovendo non solo il modello italiano di controllo telematico dei giochi, ma anche le soluzioni industriali sviluppate" nel Paese.

 In particolare, "la produzione italiana è più presente nei terminali, in reti e sistemi di controllo e nei segmenti Awp e betting (ad esclusione delle scommesse virtuali), mentre quella estera lo è maggiormente in Vlt, scommesse virtuali e gioco online così come nei prodotti Lotteries. Significativa la presenza delle aziende del gruppo IgT tra i produttori esteri (in ragione del metodo adottato per la attribuzione dei ricavi di produzione)".

"Tra le misure sviluppate per l’esercizio della cosidetta Delega fiscale giochi, è stata prevista l’introduzione di apparecchi Awp che consentano il gioco pubblico esclusivamente da 'ambiente remoto'. Tale misura può presentarsi come un’ottima occasione per gli attori di filiera", ricorda Marino. Si deve dunque procede nella "creazione di un prodotto innovativo, allineato alle nuove tendenze della domanda: un prodotto sicuro per la collettività ed il giocatore, da proporre anche negli altri Paesi. Ciò potrebbe essere un vantaggio a livello competitivo dell’industria nazionale (first mover) con conseguente possibilità di internazionalizzazione. E' importante quindi creare le condizioni per cogliere l’opportunità di sviluppo offerta dalla Legge Delega", conclude.

 

 

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