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Bolzano, As.Tro: 'Totem illegali unica offerta di gioco'

30 novembre 2015 - 10:59

Il 31 dicembre 2015 scade il termine per la revoca delle autorizzazioni per le sale Vlt, l'associazione As.Tro punta il dito sui totem

Scritto da Fm
Bolzano, As.Tro: 'Totem illegali unica offerta di gioco'

 


Pochi giorni dopo il grido di allarme del Comune di Bolzano sulla diffusione dei totem in città l'associazione As.Tro torna a parlare del tema.

 

"La condizione della provincia Autonoma di Bolzano deve far riflettere, soprattutto per i dati che esprime - si legge in una nota dell'associazione -: la legge provinciale n. 13/2010 introduce per la prima volta in Italia lo strumento del cosiddetto 'distanziometro'. La Giunta dell’epoca rivendica orgogliosamente e pubblicamente di aver adottato un distanziometro 'che funziona', in quanto non lascia nessuno spazio“de-sensibilizzato, le slot vengono rimosse forzatamente da tutti i pubblici esercizi (non dai tabacchi) nel primo semestre del 2013, mentre le sale scommesse (quasi subito tutte convertite in sale Vlt), hanno continuato a spopolare. I totem fanno la loro prima comparsa nei pubblici esercizi della città di Bolzano già nell’anno 2013, e dopo aver constatato la irrisoria deterrenza esercitabile dalla repressione penale in materia di gioco d’azzardo (di fatto impraticabile senza flagranza di reato), iniziano a consolidare progressivamente la loro presenza".


TROVATI 60 TOTEM - "Nel solo territorio cittadino di Bolzano alcuni volontari ne contano recentemente una sessantina, visitando i primi 48 bar del Comune a cui le slot lecite vennero rimosse", ricorda As.Tro.

"In data 31 dicembre 2015, la rete di luoghi sensibili colpirà anche le sale licenziate ex articolo 88 Tulps dalla Provincia Autonoma (che fa le veci della Questura in detta materia), alle quali l’autorizzazione non potrà più essere rinnovata (stante la “perfezione” con cui il distanziometro è stato concepito). Da qualche ora il consiglio provinciale è impegnato a concepire una nuova norma che consenta la rimozione anche dei totem, ma le difficoltà terminologiche sembra che stiano avendo la meglio: come si può vietare un distributore self service di servizi leciti (ricariche telefoniche)? Come si può normare ciò che è occultato (ovvero la possibilità di giocare illegalmente con soldi e per soldi), posto che se tutto ciò non fosse ben nascosto, l’Adm già interverrebbe con pesanti sanzioni pecuniarie?", si chiede l'associazione, evidenziando che "gli effetti “sanitari della normativa vigente, infine, sono rivelati dall’andamento crescente dei malati di Gap, ben evidenziato dai plurimi convegni a pubblico patrocinio tenuti, tra i 2013 e il 2015, nella Regione".
 
SERVE RIORDINO LOGICO E GIURIDICO - "Questi sono i dati che dipingono una realtà assolutamente incontestabile, ovvero la prigionia ideologica in cui gli amministratori locali (a statuto speciale, e per questo anche legislatori) hanno collocato il rispettivo territorio, candidato seriamente a ospitare, dal primo gennaio 2015, solo apparecchi illegali, traguardando un primato mai raggiunto, neppure dalle aree più infelici del Paese. Con questo eloquente risultato, le scelte politiche passate vengono difese, e solo criticate, semmai per la loro maggiore incisività espulsiva che avrebbero dovuto esercitare nei confronti degli apparecchi leciti. Follia? Forse. Il dato forse più folle, tuttavia, sembra un altro: la ferrea volontà emulatrice che contraddistingue un numero sempre crescente di Regioni, che a questo mirabolante risultato (gioco legale zero e gioco illegale a mille) puntano come se fosse un traguardo di efficienza amministrativa (Lombardia, Liguria, Toscana, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Puglia). La mancata attuazione dell’articolo 14 della legge delega fiscale è sicuramente stata un’occasione persa per imporre un riordino logico e giuridico in questo settore, attraverso lo strumento della norma uguale per tutto il territorio nazionale, ma sicuramente non avrebbe potuto rimuovere quei presupposti di prigionia ideologica che hanno generato le norme locali sui distanziometri, e che solo i cittadini possono efficacemente rispedire al mittente, pretendendo politiche locali senza chiacchere, ed efficienti", conclude l'associazione.
 

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