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As.tro: 'Gioco responsabile, partire da educazione nuove generazioni'

28 aprile 2016 - 12:04

Prosegue nei licei di Bologna il ciclo di conferenze sul gioco responsabile che vede la partecipazione dell'associazione As.tro.

Scritto da Redazione
As.tro: 'Gioco responsabile, partire da educazione nuove generazioni'

 

"Un ciclo di conferenze dedicate al gioco non è sempre un evento in sé significativo, anche se si dovesse proporre il fine di offrire al pubblico un serio contesto di dibattito. Organizzare, invece, una manifestazione che pone al centro della riflessione la giovane generazione, e la ottimale aspettativa educativa dei genitori, merita sempre attenzione, stima, considerazione".

 

Lo sottolinea l'associazione As.Tro a margine dell'incontro del 27 aprile di 'Un gioco che mi gioca, io non voglio cadere nella rete', ciclo di 4 conferenze nato da un progetto sviluppato dagli studenti dei licei di Bologna, in collaborazione con alcune Amministrazioni di Quartiere, assieme a docenti scolastici, psicologi, psicoanalisti, rappresentanti dei Giocatori Anonimi, Fondazione Nomisma, magistrati della Procura Minorile. 

"Porsi il problema di educare correttamente i giovani, incentivando lo studio, la ricerca, l’approfondimento, ma soprattutto coinvolgendoli e rendendoli artefici dello stesso programma a loro rivolto, è un obiettivo a cui tutti dovremmo lavorare, sia in quanto genitori, sia in quanto cittadini di una società fin troppo complessa e liquida, i cui punti di riferimento vanno costruiti e consolidati quotidianamente", si legge in una nota diramata da As.Tro. 

 
"La ricchezza intellettuale di Bologna, e dei licei della città che hanno aderito a questa manifestazione sta proprio nella sua modernità, nell’accettazione di una sfida che si prefigge l’equilibrio tra le enormi sollecitazioni della quotidianità e la normale crescita dei giovani. L’argomento era ed è la sfida della sorte (il gioco), ma in realtà sin dal primo minuto della prima conferenza si è appurato come fosse il ragazzo ad essere al centro di un progetto formativo in cui scuola e famiglia si propongono come supporto del lavoro svolto dagli studenti. In un contesto del genere essere contro un fenomeno a socialità diffusa (la scommessa, piuttosto che i social network) non genera alcun valore aggiunto nella crescita di un giovane, mentre il confronto e lo studio del fenomeno stesso, coordinato dalla didattica, aiuta la famiglia e lo studente a trovare il modo di parlare con cognizione di causa di quel fenomeno", conclude l'associazione.
 
L'ultimo incontro, intitolato 'L'ampia strada che porta in trappola. Io difendo la mia libertà', si terrà mercoledì 4 maggio.
 

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