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New slot: decadenza concessione Global Starnet, i possibili scenari

01 aprile 2017 - 09:52

Dopo l’avvio della procedura di decadenza della concessione di Global Starnet il settore si chiede cosa potrà accadere: ecco i possibili scenari.

Scritto da Ac
New slot: decadenza concessione Global Starnet, i possibili scenari

 

E ora che succede? E’ questa la domanda che si rincorre nelle ultime ore, nel settore del gioco pubblico, dopo l’annuncio da parte dei Monopoli di Stato dell’avvio della procedura di decadenza della concessione di Global Starnet: uno dei tredici concessionari italiano di apparecchi da intrattenimento, conosciuto anche come Bplus e prima ancora come Atlantis World, per via di vari cambi di brand del gruppo. Ma comunque noto anche al di là del comparto come la società fondata fa Francesco Corallo, finito in carcere all’interno dello scandalo che ha coinvolto anche l’ex leader di Alleanza Nazionale, Gianfranco Fini e il cognato Giancarlo Tulliani. Una vicenda che ha occupato più volte le prime pagine dei giornali e che ha portato, tra i vari effetti, alla decadenza del titolo concessorio della società, che gestisce ad oggi una delle più cospicue reti italiane di slot e vlt, con oltre 60mila apparecchi collegati. Proprio per via di questi numeri, tutt’altro che banali, la questione assume una delicatezza maggiore, tenendo conto che la scomparsa di Global Starnet dal mercato avrebbe risvolti diretti sia in termini di entrate erariali  - con la raccolta che, in un modo o nell’altro, dovrà comunque essere garantita – ma anche in termini di ordinaria gestione delle attività per tutte quelle imprese che hanno oggi le proprie slot collegate a quella rete e che dovranno valutare il proprio destino, in conseguenza a quello di Global Starnet. Per questa ragione GiocoNews.it prova a fare il punto della situazione delineando i possibili scenari. Partendo dai fatti.

 
I RISVOLTI PER LA SOCIETA’ - Quello che è noto, ad oggi, è l’avvio della procedura di decadenza che, come illustrato dalla stessa Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, prevede un periodo transitorio di sei mesi volto a garantire la continuità delle operazioni e concedere il tempo (teoricamente) necessario a prendere le opportune misure da parte di tutti i soggetti coinvolti. Sei mesi previsti dalla convenzione di concessione che le società che gestiscono le reti hanno firmato, anni addietro, aggiudicandosi la gara pubblica per l’esercizio degli apparecchi da intrattenimento, che serviranno più che altro ai Monopoli di Stato per definire la exit strategy, sicuramente tutt’altro che banale. Per via del sovrapporsi di troppe situazioni che ruotano attorno alla vicenda e che si andranno a sviluppare nelle prossime settimane. Mentre il concessionario “decadente”, in questo momento, potrà soltanto tentare di difendersi in sede legale, attraverso un contenzioso mirato a salvare il titolo abilitativo o quanto meno ad ottenere più tempo per tentare soluzioni imprenditoriali (come per esempio, la cessione dell’azienda o di rami di essa, che potrebbe comunque avere appeal da parte di altri concessionari). Non a caso, la società ha subito annunciato l’intenzione di far valere le proprie ragioni in tutte le sedi opportune. La prima delle quali sarà il Tar del Lazio, dove ci si attendere la richiesta di sospensione del provvedimento da parte della società. E in caso di verdetto ad essa sfavorevole, appare scontato il successivo ricorso al Consiglio di Stato. 
Ad attendere il verdetto dei tribunali saranno però anche gli stessi Monopoli, che sulla base di queste pronunce dovranno definire i prossimi passi della procedura. Ma ad attendere il giudizio, probabilmente, sarà anche il Prefetto di Roma, il quale è stato già chiamato a valutare un nuovo e ulteriore commissariamento della società da parte dell’Anac – l’Autorità nazionale anticorruzione – che con tutta probabilità vorrà conoscere il giudizio dei giudici amministrativi prima di decidere cosa fare. Del resto, affidare la gestione della società ad un commissario oggi, dopo l’avvio della procedura di decadenza, potrebbe apparire poco significativo in quanto da gestire sarebbe soltanto l’uscita dal mercato del concessionario e la devoluzione della rete prevista anche questa dalla convenzione di concessione e prima ancora dalla legge vigente in materia di gioco pubblico e di appalti. Lo stesso accadrebbe in caso di esito sfavorevole a Global Starnet dei ricorsi, che implicherebbe la normale prosecuzione della procedure di decadenza. Diverso sarebbe invece la situazione in caso di “successo” al Tar (o al CdS) della società: qualora i giudici dovessero concedere più tempo accogliendo una sospensiva e, meglio ancora, in caso di un eventuale annullamento della procedura di decadenza, diventerebbe più ragionevole (e, forse, inevitabile) affidare la gestione a un commissario pubblico come indicato dall’autorità.
 
COSA SUCCEDE ALLA RETE – L’esito della vicenda in tribunale, tuttavia, sarà fondamentale per chiarire quale potrà essere la procedura di “devoluzione della rete” di apparecchi prevista dalla legge e dalla convenzione di concessione firmata dalle società. A complicare ulteriormente la vicenda, in effetti, è il fatto che Global Starnet, a differenza delle altre società concessionarie, opera ancora attraverso la prima convenzione siglata dalle società per il primo periodo di gestione delle reti pubbliche compreso tra il 2003 e il 2013, a causa del precedente contenzioso che aveva visto vincere in tribunale – quella volta – l’azienda, all’epoca denominata Bplus. Mentre tutte le altre società avevano siglato le “nuova” convenzione in vigore dal 2013 ad oggi. Ma non per Bplus-Global Starnet. Una differenza non banale in quanto le due convenzioni prevedono scenari diversi proprio per quanto riguarda le procedure di exit strategy e, quindi, della devoluzione della rete. Con implicazioni più significative riguardo alle videolottery piuttosto che alle new slot. Se nel caso delle Awp, in effetti, il trasferimento degli apparecchi interessa prevalentemente le società di gestione che sono partner del concessionario e che possono quindi decidere in maniera più o meno indipendente del proprio futuro, collegandosi alla rete di altri concessionari, per quanto riguarda le vlt la faccenda è più complicata essendo i terminali di gioco di diretta proprietà della concessionaria. La quale ha pagato direttamente (e profumatamente, pure) per l’acquisizione dei diritti. In questo caso la “vecchia” convenzione prevedeva la rimessa all’asta dei diritti appartenenti al concessionario uscente, con un “ranking” degli altri concessionari per il diritto di aggiudicazione in virtù del quale veniva definito un ordine di priorità. Un principio che invece scomparirebbe nella nuova convenzione che in modo più generico affidava ai Monopoli di Stato la decisione sul da farsi (per un tema che si era in parte già proposto in passato). Ebbene, in caso di esito sfavorevole alla concessionaria al Tar ed eventualmente anche al Consiglio di Stato, si avrebbe una legittimazione della procedura di decadenza che implicherebbe anche la decadenza della “vecchia” convenzione di Global Starnet. Con la conseguenza che le norme da applicare diventerebbero quelle previste dalla “nuova”. Mentre in caso di vittoria giudiziaria del concessionario decadente, rimarrebbe di nuovo in vigore il vecchio regime.
Al di là della convenzione, tuttavia, rimangono altri problemi e situazioni critiche da gestire per i monopoli di Stato in questi prossimi mesi. Oltre alla questione dei diritti Vlt, che appare senz’altro più complessa e delicata (si pensi anche al fatto che il cambio di concessionario per una sala potrebbe voler significare anche la sospensione momentanea delle attività), anche la rete delle Awp presenta le sue criticità tenendo conto che la migrazione dei gestori verso altre reti, inevitabile e necessaria in caso di decadenza, si scontra con la disciplina del cosiddetto ‘basket di sistema’ che governa oggi il rilascio di nulla osta delle slot. Una regole che non esisteva all’epoca della stipula delle convenzioni, in virtù del tetto di slot installabili nei locali introdotto dalla Legge di Stabilità del 2016, ma che grava oggi sul trasferimento delle slot da una rete all’altra. Negli ultimi mesi il numero di nulla osta disponibili per i concessionari è tornato ad essere estremamente ridotto e non sarebbe certamente idoneo a gestire il flusso eventuale di gestori uscenti da Global Starnet. Altro punto sul quale l’Agenzia dovrà senz’altro intervenire.
 
I PROFILI PUBBLICI – Tutte queste situazioni, tuttavia, non possono prescindere da alcuni principi basilari che dovranno necessariamente essere garantiti durante l’intero processo. Si tratta degli interessi pubblici che l’amministrazione è chiamata a garantire nell’esercizio della propria autorità: oltre a quelli erariali, mantenendo quindi pressoché inalterata la raccolta degli apparecchi, esistono anche quelli di impresa, tenendo conto dei risvolti che le decisioni normative avranno sulle aziende di gestione ma anche sui pubblici esercizi che ospitano apparecchi oggi collegati a quella rete decadente. Inoltre, e forse anche prima di tutti gli aspetti sopra elencati, ci sono anche gli interessi di quei lavoratori che risultano oggi impiegati in Global Starnet e che prima di tutti gli altri stakeholder attendono di conoscere il proprio destino. E chiedono anch’essi allo Stato di essere tutelati.
 

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