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Riduzione slot: la norma della discordia, operatori attendono chiarimenti

12 settembre 2017 - 07:51

Meno slot sul territorio in due scaglioni temporali distinti: le previsioni della legge sono chiare, ma non la norma di attuazione.

Scritto da Alessio Crisantemi
Riduzione slot: la norma della discordia, operatori attendono chiarimenti

La riduzione delle slot attive sul territorio nazionale è stata disposta attraverso criteri ben definiti, e ormai noti all'industria: entro il 31 dicembre 2017 il numero complessivo dei nulla osta di esercizio non dovrà essere superiore a 345mila, per poi passare, alla data del 30 aprile 2018, a un numero massimo di 265mila unità. A tale scopo, i concessionari devono ridurre, entro la prima scadenza, di almeno il 15 percento del numero di nulla osta attivi sulle proprie reti (riferito alla data del 31 dicembre 2016) e di un successivo 19 percento (circa) entro la data del 30 aprile 2018. La legge parla chiaro, dunque. Ma non il decreto, purtroppo. Per una sottile anomalia (accompagnata, probabilmente, da una grave svista) che rischia di compromettere la situazione del mercato. E di scatenare una nuove serie di contenziosi.

IL DECRETO DEL MEF - L'anomalia è facilmente rilevabile nel decreto di attuazione dello scorso 25 luglio 2017, che nel riproporre (quasi) per filo e per segno i contenuti nella norme primaria, aggiunge una semplice frase. All'articolo 2, relativo agli “Adempimenti dei concessionari”, nel punto numero 2, nel ribadire il numero della riduzione da operare entro la fine dell'anno corrente, aggiunge il seguente incipit: “Nel periodo compreso tra la data  di  entrata  in  vigore  del presente decreto e il 31 dicembre 2017”, stabilendo quindi l'arco temporale entro il quale completare il “taglio” di  almeno  il 15 percento dei nulla osta di  cui  risulta  intestatario alla data del 31 dicembre 2016.

Una definizione che appare ragionevole, non c'è dubbio, tenendo conto che il decreto entra in vigore proprio dalla data di pubblicazione: peccato però (oltre al fatto che il decreto aggiunga disposizioni rispetto alla legge primaria, già di per sè insolito) che la norma dimentichi come, nella convenzione di concessione siglata dai concessionari con l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e in virtù della quale risultano incaricati di tale servizio, è previsto - tra i livelli minimi di servizio da garantire - che una concessionaria deve applicare ai gestori collegati alla propria rete la un diritto di recesso di almeno sei mesi di tempo. Imponendo quindi di comunicare un'eventuale interruzione della cessazione dei servizi entro tale periodo temporale. Ecco quindi che, già prima dell'uscita del decreto, tenendo conto che la legge già stabiliva i criteri di riduzione da attuare entro l'anno, alcuni concessionari si erano già mossi comunicando la cancellazione di alcune slot dalle proprie reti, al fine di poter ottemperare alle nuove norme, senza tradire la convenzione. Cosa che, invece, non sarebbe matematicamente possibile considerando la data di avvio della riduzione la stessa di pubblicazione del decreto, come scritto al punto due dello stesso provvedimento. E, forse, non a caso la norma primaria non conteneva tale specifica, aggiunta soltanto nella norma attuativa. Con il rischio che, un concessionario particolarmente attivo che si è subito adoperato per rispettare nei dettagli la legge, si possa ritrovare con un numero superiore di slot da “tagliare”, qualora quelle distaccate prima del 25 luglio non vengano considerate parte del processo di riduzione dettato dalla Manovra fiscale. Per un altro grattacapo non da poco creato agli operatori e all'Amministrazione, che dovrà gestire anche questa "falla".

ATTESA PER LA CIRCOLARE ADM - Sta di fatto, però, che il numero definitivo di apparecchi che dovranno essere eliminati da ogni singolo concessionario verrà formalmente comunicato ad ogni rispettiva azienda da una nota ufficiale dell'Agenzia che dovrebbe essere divulgata nei primissimi giorni di ottobre, facendo chiarezza definitiva sull'interpretazione della legge (e del decreto) e facendo quadrare i conti in maniera puntale. Magari, stavolta, evitando un'altra serie di ricorsi, come già accaduto in passato in casi analoghi.

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