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Tar Brescia: "Legittime ordinanze sindacali sugli orari di apertura delle sale da gioco"

22 luglio 2014 - 10:33

Il sindaco, come già ribadito anche da sentenze dei tribunali amministrativi di Campania e Lazio, può disciplinare gli orari di tutti gli esercizi commerciali insistenti sul territorio comunale ed anche dei pubblici servizi. Lo stabilisce un'ordinanza con cui il Tar Brescia ha respinto il ricorso presentato da un operatore contro il Comune di Treviglio, per l'annullamento dell'ordinanza sindacale che ha fissato gli orari di apertura delle sale da gioco cittadino fra le 10 e le 24.

Scritto da Fm
Tar Brescia: "Legittime ordinanze sindacali sugli orari di apertura delle sale da gioco"

 


SINDACI LEGITTIMATI  - "Le sale giochi, in quanto locali ove è possibile fruire di una prestazione ludica e di svago - ricordano i giudici - configurano pubblici esercizi, di talché per dette sale il Sindaco può esercitare la potestà regolatoria degli orari di apertura e chiusura al pubblico" e "l’intervento comunale non involge in via principale il tema della sicurezza pubblica ma fornisce un contributo alla costruzione di un sistema di prevenzione sociale (cfr. sentenza Sezione 1/8/2012 n. 1484)".


IN LINEA CON LA CORTE DI GIUSTIZIA - A supporto di questa pronuncia, il Tar di Brescia ha richiamato anche la Corte di Giustizia (cfr. sez. III, 12 settembre 2013, cause riunite C - 660/11 e C - 8/12), la quale ha ribadito che, in linea con precedenti decisioni, c"l'obiettivo attinente alla lotta contro la criminalità collegata ai giochi d'azzardo è idoneo a giustificare le restrizioni alle libertà fondamentali derivanti da tale normativa, purché tali restrizioni soddisfino il principio di proporzionalità e nella misura in cui i mezzi impiegati siano coerenti e sistematici …" (cfr. T.A.R. Lombardia Milano, sez. I – 19/12/2013 n. 2885)".


INTERESSE DELL'ESERCENTE PARZIALMENTE SACRIFICATO - Inoltre, si legge ancora nella sentenza "non sembra affiorare il vizio afferente all’omesso congruo bilanciamento dei valori coinvolti, poiché l’interesse dell’esercente della sala da gioco sembra essere stato solo parzialmente sacrificato rispetto ai rilevanti interessi di natura sociale perseguiti dall’amministrazione; l’ordinanza non sembra confliggere con le pronunce giurisprudenziali sopra citate che impongono provvedimenti a effetti temporali limitati;l’atto impugnato è ancorato a uno studio dell’A.S.L. che dà conto del panorama attuale del fenomeno del gioco compulsivo sul territorio, il quale dovrà essere oggetto di aggiornamenti periodici su sollecitazione della stessa autorità comunale, con conseguente riedizione dell’attività amministrativa sulla materia entro un ragionevole intervallo temporale".

 

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