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Forze unite sull’online, ma niente censura: parola di Marc Tarabella

06 febbraio 2016 - 06:42

L’eurodeputato Marc Tarabella (S&D) chiede misure comuni per regolamentare il gioco via web, senza proibizionismo.

Scritto da Sara
Forze unite sull’online, ma niente censura: parola di Marc Tarabella

Una legislazione europea sul gioco online. È la proposta lanciata da Marc Tarabella, europarlamentare belga del gruppo S&D, il quale crede che ci sia bisogno di regole comuni quando si parla di gioco via web. “Il fenomeno dell’online gambling sta crescendo in modo esponenziale e c’è un legame tra l’aumento del gioco online e le partite truccate. Questo non solo nel calcio, ma anche in altri sport e soprattutto nelle divisioni minori, dove i controlli sono più blandi. Il gambling online è un fenomeno in aumento negli ultimi anni e per questo va maggiormente controllato. Oggi poi la maggior parte delle società di gioco online hanno sede in paradisi fiscali, dove non pagano le tasse e non c’è una ridistribuzione delle risorse del gioco a livello sociale, come avveniva in passato con le lotterie, ad esempio. Invece il gioco deve contribuire al benessere generale. C’è bisogno quindi di una direttiva europea sulla convergenza delle tasse da parte di queste società”.

 

Nell’accordo di cooperazione sul gioco online siglato lo scorso 27 novembre dagli enti regolatori di gioco dei Paesi Membri, si mira a rafforzare il livello di tutela dei sette milioni di cittadini dell’Unione Europea che giocano via web e a contrastare allo stesso tempo le infiltrazioni criminali. Cosa ne pensa?

“Non conosco perfettamente il contenuto di questo accordo, ma è necessario avere accordi europei, perché il gioco online attraversa le frontiere e deve essere controllato più a livello europeo che nazionale. L’online gambling si trova dappertutto. Possiamo accedervi tranquillamente mentre siamo seduti nel salotto di casa e per tale ragione i consumatori sono più esposti ai rischi di dipendenza. Per questo deve essere controllato di più, anche per la tutela dei giocatori. Bisogna quindi portare avanti soluzioni globali”.

Quali sono a suo avviso i rischi del gioco online e come andrebbero affrontati?

“In Italia, per esempio, ci sono abbastanza regole e ci sono molti giochi ancora popolari. Secondo me la black list dei Monopoli di Stato, che inibisce i siti di gioco esteri che non hanno una concessione in Italia, è uno strumento positivo, perché in questo modo c’è un controllo maggiore sugli operatori, ma anche una tutela maggiore per i giocatori. Una misura interessante anche a livello fiscale e penso che sia una buona decisione per proteggere ed essere pragmatici. L’unico oscuramento che non posso permettere è quello della Rai. La pubblica televisione non dovrebbe essere oscurata all’estero, perché questo penalizza gli italiani che vivono fuori patria”.

Che cosa dovrebbero fare inoltre gli stati membri in materia di tutela dei consumatori?

“Permettere di giocare solo una percentuale dello stipendio ai giocatori, anche se mi rendo conto che è una misura difficile. Si potrebbe pensare a una carta di gioco che limiti la possibilità di giocare troppo. Il controllo a mio avviso è importante, quando ci sono possibili pericoli, come la dipendenza da gioco. in questo caso la privacy, che è molto importante e va protetta, passa in secondo piano”.

Per quanto riguarda le scommesse, che idea si è fatto circa la lotta al match fixing e le misure messe in campo?

“Non bastano. Facciamo sforzi quando denunciamo partite che sono probabilmente truccate, ma dobbiamo fare molto di più, coinvolgendo anche le federazioni sportive e mettendo in atto una politica educativa e preventiva che renda complice tutti i soggetti interessati. Inoltre, le sanzioni devono essere estese a livello europeo. Se un giocatore viene denunciato per match fixing la sua espulsione deve essere almeno a livello di Uefa. Lo sforzo che deve essere fatto è globale e deve coinvolgere anche la Corte di giustizia Europea. L’Italia ha, ad esempio, retrocesso la Juve in serie B e questa è stata una misura importante e un buon esempio. Misure etiche sono necessarie e non solo nel calcio, ma anche in altri sport”.
In alcuni stati si vuole eliminare completamente la pubblicità sul gioco. Cosa ne pensa?
“Eliminare la pubblicità non è una provvedimento corretto, perché il gioco fa parte della vita delle persone. Il gioco è un piacere e non sono per la censura, ma per un controllo”.
Non crede che una limitazione eccessiva possa essere un incentivo per la criminalità?
“Sicuramente sì, basta ricordare il proibizionismo negli Stati Uniti. Una legge troppo restrittiva non porta mai a buoni risultati”.
Aumentare troppo le tasse sul gioco, a suo avviso, è un deterrente contro il gioco patologico oppure rappresenta solo un rischio per il gioco legale?
“Penso che il settore legale paghi le tasse molto bene. Quello che si deve fare è agire su quelle società che non pagano le tasse, soprattutto nel gioco online”.

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