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Rodano: 'Gioco, più dialogo tra industria e regolatori'

19 ottobre 2016 - 10:27

All'EiG di Berlino l'appello di Rodano, Cpo di Playtech, per una maggiore cooperazione tra industria e regolatori dell'industria del gioco.

Scritto da Sara Michelucci
Rodano: 'Gioco, più dialogo tra industria e regolatori'

Berlino - Regolatori di gioco e industria a confronto all'EiG 2016. Il dialogo tra queste due sfere del mondo del gioco è certamente fondamentale, come ben evidenziato nel panel 'It's good to talk: regulators vs the industry'. Un approccio importante anche se si guarda ai consumatori. La normativa cambia costantemente, dominando la discussione dell'industria del gaming e non sorprende che ci siano effetti sulla fortuna dell'intero mercato. 

Per Francesco Rodano, chief policy officer di Playtech, occorre maggiore cooperazione: "Serve maggiore dialogo tra industria e regolatori anche in una ottica di trasparenza verso i consumatori, dato che queste due parti del settore sono partner. Occorre che vi sia sostenibilità per tutti, altrimenti il sistema collassa".

Rodano si sofferma dunque sulla "relazione irrisolta tra regolatori e industria" e sulle tante visioni "apparentemente in conflitto che circolano. Tutte - afferma - sottolineano diversi punti validi: non c'è una voce unificata dell'industria; i regolatori stanno attuando leggi decise da altri – questo spesso viene dimenticato; mancano di esperienza specifica; e i loro ruoli variano notevolmente".

Secondo il Cpo "il fattore sottostante comune e critico è che il gioco è un'attività estremamente controversa. La questione della percezione pubblica è quasi vecchia quanto la storia dell'umanità. Il 'lamento del giocatore d'azzardo' si trova nel Rigveda, l'antica collezione indiana di inni Vedic Sanskrit (II millennio dopo Cristo). Da qui la tendenza a considerare le persone che lavorano nel gioco d'azzardo come corrotte (sebbene non solo da parte dell'industria poichè mia moglie e i miei genitori mi hanno spesso guardato strano da quando sono diventato un regolatore!). Quindi, forse i regolatori non (vogliono) capire gli operatori, che sono 'culturalmente' corrotti".

LE SFIDE DEI REGOLATORI - Allo stesso modo, "gli operatori spesso non sono consapevoli delle sfide che affrontano i regolatori. Ecco alcuni esempi. Le leggi sono stabilite dal Parlamento, a volte in conflitto con l'opinione del regolatore. Gli operatori tendono a fare lobby su un doppio binario, sia con i regolatori che con i politici, anche se con diversi ordini del giorno. I regolatori devono avere a che fare con un numero senza fine di persone: tutta la filiera dell'industria, associazioni di consumatori, politici, forze di polizia, altre agenzie, istituzioni dell'Ue, regolatori stranieri e cosi via. I regolatori devono avere a che fare con l'amministrazione ordinaria, noiosa ma essenziale per assicurare che l'intero sistema fili liscio. Il primo punto spiega perchè i regolatori a volte ascoltano ma spesso sembra che ignorino le preoccupazioni sollevate dall'industria. Il secondo punto potrebbe spiegare perchè i regolatori possono essere diffidenti verso l'industria. Il terzo e quarto punto potrebbero riferisi a una questione seria e sottovalutata: vincoli di tempo, spesso confusi con riluttanza a stabilire un dialogo".
LE POSSIBILI SOLUZIONI - Secondo Rodano, "unificare la voce degli operatori attraverso un'associazione di settore potrebbe aiutare a risparmiare tempo". Ma "gli interessi dei loro membri potrebbero non essere allineati. E qui arriva ciò che ho trovato essere la questione più problematica e stimolante di tutte: lo scollegamento tra gli operatori stessi. Non sono scollegati unicamente a causa della competizione; potrebbe anche essere semplicemente una questione di principio: 'Io voglio X, ma se anche un mio concorrente vuole X, allora io voglio Y'. Oppure, quando è stato chiesto di redigere una proposta comune su specifiche questioni normative (per esempio requisiti di auto-limitazione, criteri anti frode, ecc) il dibattito interno li ha portati cosi tanto a giungere a un compromesso che il documento finale è cosi vago che è ritenuto inutilizzabile".
Tuttavia, "la situazione alla fine sembra in miglioramento. I regolatori, che sono abituati al modello di relazione uno a uno tipico dell'industra della lotteria degli anni passati, si stanno ora adattando al tipo di dialogo uno a molti. Si stanno anche incontrando e prima o poi imiteranno quei comportamenti che dimostrano di essere più efficaci, inclusa un'apertura a una comunicazione trasparente e costruttiva con l'industria. Gli operatori, d'altro canto, sono più inclini a vedere i regolatori come 'esseri umani' e non macchine burocratiche ignoranti. Sembra anche che collaborino più strettamente uno con l'altro, nonostante questioni di competizione".
I TASSELLI MANCANTI - Secondo Rodano, tuttavia, "manca ancora qualcosa di cruciale da parte dell'industria. Gli operatori hanno una grande responsabiltà e opportunità: usano le loro risorse, abilità ed esperienza per aiutare i regolatori invece che opporsi a loro; riempiono quei vuoti normativi che i regolatori non possono riepire da soli. 
Prendiamo il caso del gioco responsabile (ma lo stesso potrebbe applicarsi a molte altre pratiche normative). Ho l'impressione che gli operatori (con poche eccezioni) tendano a fare solo il loro lavoretto in questo campo. Si attengono alle regolamentazioni locali ma non provano ad alzare il tiro adottando pratiche tecniche e organizzative volte a migliorare il livello della regolamentazione. Fanno ciò che è richiesto legalmente, niente di piu (a volte meno). La loro preoccupazione? Fare di più potrebbe ridurre una piccola porzione dei loro profitti nel breve termine. Tuttavia, se non si guarda tanto lontano, vi è un'opportunità, forse una necessità, di aiutare la sostenibilità dell'intero settore per il futuro".

Avviandosi alla conclusione del suo intervento, Rodano sottolinea: "Il dialogo, la connessione, non possono concentrarsi solo su quei cambiamenti che potrebbero implicare un ritorno immediato (come una richiesta di una tassazione minore e diversa). L'obiettivo primario dovrebbe essere quello di rendere l'esperienza del giocatore più sicura, più equa e più trasparente, scoraggiando la partecipazione di coloro che sono (o potrebbero essere) a rischio.

Quando i regolatori e gli operatori vanno oltre il rispettivo retaggio di idee sbagliate e riconoscono che possono aiutarsi a vicenda nel riempire i rispettivi vuoti, allora la disconnessione scomparirà. E, cosa più importante, sia i regolatori che l'industria saranno in grado di rendere a prova di futuro questo settore spesso controverso e stimolante".

Parole che hanno suscitato dibattito: secondo Claire Pinson, european and international affairs di Ariel il dialogo c'è come esiste una condivisione di obiettivi.

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