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As.Tro: 'Gioco bannato da wi-fi pubblico agevola illegalità?'

19 luglio 2017 - 15:18

L'associazione As.Tro commenta la decisione del Comune di Firenze di bloccare l'accesso a siti di gioco attraverso il wi-fi pubblico.

Scritto da Redazione
As.Tro: 'Gioco bannato da wi-fi pubblico agevola illegalità?'

 

"Gli iscritti As.Tro non hanno siti per il gioco online, ma l’idea di poter salvare solo pezzetti del gioco di Stato, o peggio, solo quelli che più fanno comodo, è un auto-gol a cui non ci è mai prestati. Tutto il gioco lecito ha dei problemi, tutto andrebbe affinato e razionalizzato, e tutto deve poter vedere un domani che mantenga l’idea (finché ci si crede) che un servizio così sensibile, e con una platea di utenti da 30 milioni di persone, non può che essere governato, tutelato, protetto e regolato dallo Stato, per il tramite di un sistema che deve sapersi imporre sulle offerte non autorizzate di gioco d’azzardo. Come si censurano le discriminazioni del gioco lecito terrestre, parimenti ci si lamenta quando la demagogia dell’antigioco legale colpisce l’online".


Con una nota, l'associazione As.Tro commenta la decisione del Comune di Firenze di bloccare l'accesso a siti di gioco attraverso il wi-fi pubblico con il nuovo regolamento, ancora in fase di studio.
 

"L’ultimo esempio di wi-fi 'intelligente' che riconosce il sito di gioco (lecito) e non lo rende accessibile è quello del Comune di Firenze, ma in precedenza anche altre città (ad esempio Bologna), avevano già adottato una tale selezione. Dal punto di vista giuridico non si può obbligare il Comune ad allestire una rete wi-fi in grado di rendere 'tutti' i siti accessibili, e sicuramente non gli si può rimproverare di introdurre alcune limitazioni di accesso a tutti quei siti che – per legge – presuppongono un utilizzatore maggiorenne per le transazioni, benché in questo caso non si comprenda perché analoga attenzione non sia stata considerata per il profilo della pornografia (anche questa assoggettata alle limitazioni di età)", recita la nota.
 
 
"Ciò che rende 'poco seria' la scelta di inibire la sola rete municipale ai siti di gioco (e solo quelli leciti, perché per decine di siti non autorizzati si è visto che i filtri adottati non garantiscono l’oscuramento), è la 'portata demagogica' dell’iniziativa. Nel dettaglio: nelle città di oggi ogni bar, ristorante, pizzeria ha la propria wi-fi a gratuita disposizione dei clienti. Nessun effetto 'preventivo' è pertanto concretamente perseguibile. L’effetto 'annuncio' di tale scelta, pertanto, si esaurisce in una manifestazione di discriminazione economica nei confronti di un’attività economica autorizzata dalla Stato, unitamente alla agevolazione – incentivazione all’utilizzo di quei siti illegali che sfuggono ai filtri municipali. Se un’azienda acquisisce una concessione statale per dei servizi online da proporre sul territorio italiano e – in ipotesi – paga anche al Comune dei tributi per l’allestimento di punti terrestri di commercializzazione delle proprie attività sul web, può considerarsi ancora cittadino o deve considerarsi immondizia? ( visto che il Comune stesso ne persegue la proibizione di operatività). Discriminazione 'innocua' è forse l’espressione più calzante, in quanto al roboante disconoscimento della cittadinanza insito nell’oscuramento di un sito lecito e allestito pagando una concessione, si associa la irrilevanza in concreto e la sostanziale inidoneità a produrre danni economici (ad eccezione dell’agevolazione, modestissima, e per lo più verosimilmente circoscritta agli impiegati comunali in Ufficio, apportata ai siti di gioco camuffati). Tuttavia, nei Paesi civili a sovranità democratica e giuridica, le discriminazioni di accesso ai servizi pubblici non sono valutate sulla base dei pregiudizi che effettivamente possono arrecare, ma sulla base della loro portata dichiarativa e per la lesione al principio di uguaglianza. Con tutti i problemi che ogni Comune annovera, l’esposizione dell’Ente Locale ad una controversia suscettibile di generare risarcimenti morali significativi, motivata da ragioni di mera simbologia (il Comune combatte l’azzardo online) è atto di dubbia utilità, ma anche di irrisoria valenza politico-amministrativa. Questa è la politica locale, e ne prendiamo atto ogni giorno in modo sempre più informato e consapevole", conclude l'associazione As.Tro.
 

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