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Il Ceo di PokerOK dichiara guerra alle scuole di poker: 'Danneggiano l'ecosistema tra dati, collusion e softplay'

04 aprile 2024 - 18:32

Ivan Bryksin è il Ceo della room PokerOK che deriva da GGPoker e ha dichiarato guerra alle academy ree di pratiche illegali e che danneggiano l'ecosistema della room.

Scritto da Gt
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Ivan Bryksin, Ceo di PokerOK, una skin di GGPoker per i giocatori russi e di altri paesi come Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Kazakistan, Kirguistán, Moldavia, Tayikistan, Turkmenistan, Uzbekistan, ha dichiarato guerra alle scuole di poker. 

Questo il messaggio forte e chiarissimo: “Da molto tempo stiamo monitorando e raccogliendo informazioni sulle attività di alcuni fondi e scuole di gioco che utilizzano pratiche di allenamento illegali e che violano le regole della piattaforma. Le organizzazioni di questo tipo - ha proseguito Bryksin - violano sistematicamente le regole della nostra piattaforma: stiamo parlando di gioco di squadra, softplay, collusion, ghosting, bumhunting, multi-contabilità e raccolta di dati, note e strategie. L’essenza del poker di un’attività stabile è l’integrità e se si perde la fiducia della community il danno è enorme e si uccide l’essenza del poker.”

PokerOK sta lanciando una guerra contro tutto questo: “Abbiamo un'enorme base di dati di conti di partecipanti "stabili", e faremo tutto il possibile per evitare che tali organizzazioni esistano e si sviluppino su PokerOK. Abbiamo l'intenzione di proteggere rigorosamente l'atmosfera del gioco che abbiamo creato, in modo che tutti i partecipanti possano sentirsi comodi, sicuri e divertirsi, indipendentemente dalla loro esperienza, abilità, livello e capacità.”

Per adesso sono state introdotte misure restrittive per alcuni giocatori. E questo continuerà. “Non ci facciamo illusioni sulla posizione dei proprietari delle scuole e siamo pronti a ricattarli. Ma non ci fermeremo. Abbiamo intrapreso la strada della protezione dei nostri giocatori dall'influenza dannosa delle "scuderie" per mantenere una sana ecologia di gioco.”

Stop quindi a software e alla raccolta di dati tra i quali soprattutto risultati sui quali si basa poi l’attività delle academy. 

Il problema non sembra avvertirsi anche in Italia e in altri Paesi anche se è possibile che gruppi di player possano non pestarsi i piedi e quindi modificare, seppur leggermente, i flussi di gioco. 

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