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Gap, Sinigaglia: "Veneto, la regione più colpita rischia di essere l’unica senza legge"

30 ottobre 2014 - 09:55

Il Consiglio deve approvare questa legge nel più breve tempo possibile. Abbiamo ancora i tempi utili per il processo di esame, istruttoria e approvazione: facciamo presto e non perdiamo l’occasione di dare alla regione una legge civile”. Lo chiedono a gran voce i consiglieri regionali del Veneto Antonino Pipitone (Idv) Claudio Sinigaglia (Pdv), Stefano Valdegamberi (Futuro Popolare) e Stefano Peraro (Udc), con la condivisione della Lega (il primo firmatario della proposta del Carroccio, Cristiano Corazzari non era presente, perché non più in Consiglio, ma ha sostenuto l’iniziativa) che in conferenza stampa hanno unito le loro forze per lanciare un messaggio politico chiaro al presidente della commissione Sanità Leonardo Padrin e del governatore Luca Zaia.

Scritto da Redazione GiocoNews
Gap, Sinigaglia: "Veneto, la regione più colpita rischia di essere l’unica senza legge"

 

 

I DATI - L'incontro è stato l'occasione per ricordare che in Veneto, nei primi dieci mesi del 2014, sono stati spesi per videolottery e slot machine oltre 3,3miliardi di euro, con una spesa pro-capite di 670 euro. Il gioco patologico fa segnare proprio nel Nord-Est il suo record di penetrazione, registrando il 38% dei giocatori a rischio di dipendenza (dati Conagga, Coordinamento nazionale gruppi per Giocatori d’Azzardo). Questi dati sono seguiti una constatazione: nonostante sia a così forte rischio di 'contagio', il Veneto è ad oggi una delle poche regioni senza una legge regionale di riferimento e contrasto, nonostante sia stata la primissima ad aver registrato (già nella primavera del 2013) proposte legislative in merito. Ben cinque in 15 mesi (le nn 283, 354, 397, 398, 411), trasformate prima della pausa estiva in un testo unico – 'Norme per la prevenzione, il contrasto e la riduzione del rischio dalla dipendenza dal Gioco d’azzardo patologico', da tempo all'esame della commissione Sanità.

 

LE RICHIESTE DEI CONSIGLIERI - “Oggi abbiamo in mano una proposta in 14 articoli”, ha sottolineato Sinigaglia, “che prevede uno stanziamento annuo di 250mila euro e punta sul coinvolgimento del privato sociale, degli enti locali, delle scuole e delle Ulss. E’ una proposta che si basa su meccanismi di premialità per quegli esercizi commerciali che rifiutano le slot machine, e penalizzazione come deterrente per fermarne l’ulteriore diffusione”. Per Valdegamberi il rischio di rimanere senza legge è purtroppo concreto e preoccupante: “Ci troviamo in una di quelle situazioni in cui tutti i consiglieri si dichiarano teoricamente d'accordo, ma poi al lato pratico non si arriva fino in fondo al percorso legislativo, come se ci fossero degli interessi non evidenti da difendere da parte di qualcuno. In realtà ci troviamo di fronte a un settore che favorisce la microcriminalità e ingenera la cultura del guadagno facile e quindi la nostra speranza oggi, presentandoci tutti uniti, è che tutti i colleghi consiglieri prendano posizione per questa legge”.


TESTO DISCUSSO OGGI POMERIGGIO - Adesso la Commissione presieduta da Leonardo Padrin ha ancora una volta in mano il timone: il testo unico è stato calendarizzato per oggi pomeriggio. “La legge vedrà la luce - come già accaduto ad esempio in Lombardia, Toscana, Lazio, Puglia – oppure rimarrà una pia speranza mentre i Sert, le forze dell’Ordine e gli psicanalisti del Veneto continueranno a registrare casi di tragedie e fallimenti di aziende provocati dalle malattie da gioco?”, domanda Sinigaglia. L’ultimo messaggio arriva da Cristiano Corazzari (Lega), primo firmatario della proposta della Lega Nord (oggi sindaco a Stienta, in provincia di Rovigo): “E’ davvero opportuno e urgente che la Regione Veneto porti a compimento questa norma di contrasto reale al gioco d’azzardo patologico e spero che il presidente della Quinta Commissione la faccia procedere senza indugi. E sono ovviamente lieto che il mio testo sia stato considerato da tutti come il testo base sul quale lavorare e dimostrazione di un atteggiamento positivo e bipartisan che si può mantenere quando si tratta di reali emergenze sociali”.

 

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