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Stabilità, oggi ancora all'esame dell'Aula del Senato

19 dicembre 2014 - 08:12

Riprendono oggi alle ore 10 in lavori dell'Aula del Senato sulla legge di Stabilità, visto che ieri sera, contrariamente a quanto era stato annunciato, non si è conclusa la discussione generale e non è stato (ancora) presentato il maxiemendamento su cui il Governo chiederà la fiducia.

Scritto da Anna Maria Rengo
Stabilità, oggi ancora all'esame dell'Aula del Senato

Nel corso della seduta di ieri sono stati presentati degli appunti critici sulla discussione stessa, visto che appunto il governo chiederà la fiducia su un maxiemendamento. Il testo ricalcherà in larga misura le risultanze dei lavori della quinta commissione del Senato, che però non aveva ultimato i lavori. C'è comunque da presumere che conterrà le disposizioni sul gioco approvate e che erano frutto di due emendamenti del governo approvati e che fissano nuove regole su Ctd, aggi dei concessionari (prevedendo un versamento annuo di 500 milioni di euro) e l'anticipo al 2015 del bando di gara per il gioco del lotto.

 

L'INTERVENTO DI ENDRIZZI - Nel corso del suo intervento in Aula, il senatore del M5S Giovanni Endrizzi ha affermato: “Sono passati due anni e il falso in bilancio è ancora depenalizzato, mentre il Partito Democratico, in questa legge di stabilità, allunga la lista degli odiosi condoni al gioco d'azzardo. Dopo quello di Letta alle slot machine, arriva quello di Renzi alle sale scommesse che lavorano in nero. Tra l'altro si tratta di condoni doppiamente odiosi, perché mortificano una volta ancora gli onesti e perché vanno a vantaggio dei migliori soci della politica, le lobby del gioco d'azzardo, che impoveriscono le famiglie e finanziano i partiti. Ne è responsabile il Partito Democratico, perché è il Governo a presentare l'emendamento e la delega ai giochi d'azzardo è attribuita al sottosegretario Baretta, veneto, cattolico e, appunto, del Pd. Cosa ci propone di preciso? I soggetti che raccolgono scommesse collegandosi con bookmaker esteri, che hanno esercitato fin qui senza licenza italiana e scollegati dal sistema di rilevamento dei Monopoli, possono mettersi in regola fino al 2016 anticipando 10.000 euro, che poi si scaleranno appena iniziano a pagare le tasse. E per il passato? Per gli anni non più soggetti ad accertamento, chi ha dato ha dato e chi ha avuto ha avuto. Per le ultime annualità, invece, possono saldare il dovuto con lo sconto del 33 per cento, senza pagare sanzioni ed interessi. Andiamolo a dire ai nostri imprenditori tartassati da Equitalia e vediamo cosa succede. Io non so se state scherzando. Il comandante della Guardia di finanza, generale Capolupo, lo ha detto: sono 6.000 i punti scommesse illegali, con un giro di evasione da 2 miliardi, spesso incrociato con la malavita e il riciclaggio di denaro sporco. Non ci venite a dire che in questo modo fate emergere il nero; sapete benissimo chi sono e dove operano. Gli operatori in regola avevano già denunciato la concorrenza sleale e censito 4.000 punti già nel 2012”.

 

Ha poi proseguito: “Il Governo già si preoccupa del rinnovo della concessione per il lotto, che però scade nel 2016. Che fretta c'è? Forse perché a primavera già si andrà a votare e bisogna mettere al sicuro certi affari. Il Governo scrive che ciò viene fatto per garantire la tutela degli interessi pubblici. Ma sarebbe interesse pubblico aumentare la concorrenza, non restringere il campo alle società che hanno già gestito il settore. Interesse pubblico sarebbe limitare al massimo i facili guadagni dei privati concessionari. Invece al vincitore, oltre alla raccolta delle giocate, si garantisce di poter usare la rete per una quantità di servizi a pagamento; si garantisce un aggio, ovvero il margine di guadagno, del 6 per cento, quando ora è del 3,73 per cento. Perché? Qual è la logica?

Ci ricordiamo ancora quando l'affrettato rinnovo della concessione effettuato nel 2004 causò un danno erariale, proprio perché l'aggio venne inopinatamente applicato al 6 per cento e solo in seguito riportato ad un livello più decoroso.

La Corte dei conti ha accertato che in soli quattro anni si sono persi 600 milioni: qui la base d'asta per tutto il pacchetto, che dura nove anni, è fissata a soli 700 milioni”.

 

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