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Gioco e territori, cosa accadrà nel 2015

05 gennaio 2015 - 11:06

Gli esami, per il comparto del gioco, non finiscono mai. Mentre gli operatori fanno i conti con gli effetti della legge di Stabilità e il Ddl Binetti sul Gap è stabilmente fermo all'esame della commissione Bilancio della Camera la partita è più che mai aperta nei territori. Sono ormai tredici le regioni che si sono dotate di una legge specifica sulla materia e le altre sono più o meno tutte in dirittura d'arrivo. In continuo fermento anche i Comuni, dove non cessano le battaglie fra sindaci e esercenti a colpi di ordinanze e pronunciamenti dei Tar. Ma quali sono i temi 'caldi' del momento, e cosa dobbiamo aspettarci per l'anno appena cominciato?

Scritto da Fm
Gioco e territori, cosa accadrà nel 2015

 


Come detto, 3/4 della penisola sono ormai normati 'contro' il gioco patologico. Le ultime Regioni ad aver agito in tal senso sono stati il Piemonte, che in attuazione della Finanziaria 2014 ha varato il suo 'Programma per il contrasto, la prevenzione, la riduzione del rischio del gioco d’azzardo', previsto nell'ambito del recepimento del Piano nazionale per la prevenzione 2014-2018, la Toscana, che due giorni prima di Natale ha approvato la legge finanziaria 2015 contenente una riduzione Irap dello 0,5% per gli esercizi commerciali privi di apparecchi, e la Lombardia, che dopo aver varato gli attesi regolamenti su accesso alle aree di gioco, corsi per i gestori e marchio 'no slot',  ha lanciato un bando (in scadenza il 31 gennaio) aperto ai Comuni e alle associazioni che vogliono presentare alla Regione proposte mirate a contrastare il gioco patologico.  Non ultime il Friuli, che a dicembre ha deliberato il regolamento attuativo sul distanziometro di 500 metri previsto dalla legge varata nel febbraio 2014, e soprattutto l'Umbria, che entro l'11 gennaio dovrebbe effettuare la rilevazione della presenza delle sale da gioco e dei locali in cui vi sia offerta di gioco lecito con vincite in denaro sul territorio regionale prevista dalle legge regionale 'Norme per l’accesso consapevole e responsabile del gioco lecito e per la prevenzione del gioco patologico’ licenziata a dicembre. Entro febbraio, la stessa regione dovrà poi emanare il regolamento sul marchio no slot ed entro maggio quello sui corsi di formazione per i gestori. Le misure sull'Irap (+ e – 0,92%), saranno valide "dal 1 gennaio 2016 e fino al 31 dicembre 2018".


LE REGIONI SENZA LEGGE - Fra le Regioni che probabilmente licenzieranno la prossima legge anti-Gap c'è la Valle d'Aosta, che il prossimo 7 gennaio vedrà riunirsi la commissione consiliare Sanità per l'esame dei disegni di legge presentati dalla Giunta e dal consigliere Carmela Fontana (Pd-Sinistra Valle d'Aosta). In pole position anche la provincia di Trento (in Trentino Alto Adige la materia Gap è di competenza provinciale), con le proposte di Violetta Plotegher (Pd) e Valter Viola (Gruppo misto), il Veneto, dove si attende il voto dell'Aula sul testo frutto dell'accorpamento di cinque disegni di legge - proposti da Claudio Sinigaglia (Pd), Cristiano Corazzari (Lega), Stefano Valdegamberi (Futuro popolare), Stefano Peraro (Udc) e Antonino Pipitone (Idv). In lista di attesa anche la Sicilia, con sei pdl, le Marche, con quattro, il Molise, la Sardegna.
Proposte ormai scritte a mo' di fotocopia, accomunate tutte dal divieto di installare apparecchi a una certa distanza dai luoghi sensibili - in genere compresi fra i 300 e i 500 -, sgravi o maggiorazioni sull'Irap, pari allo 0,92% (il tetto massimo consentito dalla legge), divieto di pubblicità del gioco, specie sui mezzi pubblici, marchio no slot per gli esercizi 'vrituosi'. Norme che potrebbero essere superate qualora il Governo dovesse decidere di varare una legge valida per tutto il territorio nazionale, sebbene l’articolo 117, comma 3 della Costituzione attribuisca alle Regioni la competenza nella 'tutela della salute'.


COMUNI E TAR - Se le Regioni sono particolarmente attive, le amministrazioni comunali non sono state di certo a guardare. Prime fra tutte quella di Milano, artefice del più volte ricordato regolamento che ha limitato gli orari di funzionamento degli apparecchi, tanto nelle sale quanto nei locali pubblici tra le 9 e le 12 e tra le 18 e le 23.
Un provvedimento contro il quale hanno presentato ricorso diversi esercenti, oggetto di sentenze opposte del Tar Lombardia e recentemente legittimato dal Consiglio di Stato, e preso a modello da molti altri sindaci, da Nord a Sud. A cominciare da Padova, con l'ordinanza del sindaco leghista Massimo Bitonci, passando per Pavia che ha limitato il funzionamento delle slot a 8 ore al giorno. Nelle prossime settimane, a varare misure analoghe dovrebbero essere BergamoLodi, Torino, con l’obbligo per l’esercente di mantenere gli apparecchi spenti e disattivati dalle 23 alle 12, e Napoli, dove il gioco sarà vietato nel centro antico, ad almeno 500 metri di distanza dai luoghi frequentati dalle categorie a rischio, dalle 12 alle 18 e dalle 23 alle 9, tutti i giorni, festivi compresi.

 

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